Ritratto del lettore

ritratto_del_lettore2Il lettore è un individuo socialmente inutile. Egli infatti s’attarda in un genere di attività completamente improduttiva: la lettura. Ore e ore sprecate a far correre gli occhi su oggetti esteticamente riprovevoli: i libri, questi parallelepipedi di carta inchiostrata, ingombranti, ricettacoli di polvere, spesso maleodoranti.

Egli, il lettore, ruba il tempo alla famiglia, al lavoro, alle relazioni sociali. È il prototipo dell’individuo deleterio per il consesso civile: vagamente onanista; egoisticamente rinchiuso nel suo ideale studiolo, egli considera vile e intellettualmente non remunerativo ogni contatto fisico o sentimentale con altri membri dell’umano genere. Il lettore è colui che prende e legge, come sussurrava una voce infantile al cuore macerato del converso Agostino: tolle lege, tolle lege, cantilena ripetuta all’infinito, molto più simile a un’eterna dannazione che a una promessa di salvezza.

Prende e legge, il lettore, senza mai darsi pace. Sotto i suoi occhi bulimici e apparentemente inesauribili passa di tutto: romanzi picareschi, novelle carnascialesche, epigrammi, epistole, trattati di buona creanza, saggi estemporanei, racconti, poesie, antologie, storie della letteratura, enciclopedie, guide turistiche, biglietti del tram. Egli prende e legge, prende e legge, senza mostrare mai il benché minimo segno di stanchezza.

È una sorta di santo eremita, il lettore, una specie di anacoreta ignaro del tempo e delle trasformazioni del mondo. Il mondo corre velocemente, ma tutto al di fuori di lui: egli non se ne cura. Non c’è terremoto, rivoluzione, apocalisse o guerra mondiale che possa distoglierlo dalla lenta e pervicace compulsazione dei testi. Egli è completamente immerso nelle lettere, nei margini, negli spazi bianchi tra una riga e l’altra, nei segni d’interpunzione, nei frequenti accapo.

Il lettore è un individuo schivo, rancoroso, misantropo. Hai mai provato a discutere con lui l’oggetto delle sue insane passioni? Hai mai provato a prospettargli l’ipotesi che quel libro che egli va glorificando sia leggermente meno che un capolavoro assoluto della letteratura di tutti i tempi? Provaci! e capirai una volta per tutte quanto è forte la parte ferina della natura umana.

Il lettore, sebbene asociale e tendenzialmente inutile, sarebbe di per sé una presenza innocua nell’umano consesso, se non esistesse una sorta di sindrome, ancora non del tutto spiegata dalla scienza psichiatrica, che lo spinge a imitare l’oggetto della sua passione: il lettore, prima o poi, si mette in testa che è arrivato il momento di scrivere.

Quando questo succede, e qui probabilmente è successo, la cosa migliore da fare è fuggire a gambe levate!

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One Response to “Ritratto del lettore”

  1. […] L’avventura del signor lentalettura è iniziata qui. Dove andrà a parare, dove e quando finirà non è un problema di oggi. […]

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