Un dizionario impazzito

Giorgio Manganelli, tratto da www.villagevoice.comDice daldivano nei commenti a un paio di post fa:

Il mio vocabolario ha un fascicolo in meno, passa da effeminatore a facoltà senza colpo ferire; quando cerco un vocabolo vado sempre lì, in quello iato. il mio vocabolario diversamente abile mi corrisponde in modo uguale e contrario, se io non leggo lo scibile lui non lo contempla, se lui non lo contempla io non lo leggo. però perdo le ore di fronte al connubio effeminatore e facoltà (perché il mio vocabolario è anche sagace e io lo so, anche se non lo leggo tutto).

A parte il fatto che l’ho letto e riletto rischiando di cascarci dentro, perché quell’immagine del dizionario col buco nero ha una gran forza di gravità, questo pensiero mi ha fatto venire in mente un’intervista a Manganelli (toh! chi si rivede) apparsa sul Corriere della Sera nel giugno del 1990, poco dopo la sua morte (ora in La penombra mentale, Editori Riuniti 2001). Dopo aver chiacchierato di letteratura, delle sue sedute presso lo psicanalista junghiano Ernst Bernhard, di superstizioni e di menzogne, di centro e di periferia, insomma di una fetta ampiamente maggioritaria dello scibile umano, l’intervistatrice Caterina Cardona tenta di riepilogare con un’ultima domanda:

Letteratura, psicoanalisi, Bernhard, autobiografia, superstizioni, periferie, gatti neri. Psicoanalisi, letteratura… C’è mai un risultato?

Ed ecco la risposta oracolare di Manganelli:

Il risultato è un dizionario impazzito che custodisco come tale. Sono io il dizionario impazzito o è lui che mi sfoglia?

Sta parlando di sé stesso o della letteratura? Chi può dirlo? Lui no, perché è morto da quindici anni. Allora rispondo io, tanto non mi costa niente: il dizionario impazzito di cui parla Manganelli è certamente la letteratura, ed è certamente Manganelli. È Manganelli che sfoglia libri, repertori, cataloghi, dizionari, guide turistiche ed enciclopedie succhiandone il sangue verbale e sintattico; ed è la letteratura che sfoglia Manganelli, lo scompagina e lo squinterna, lo annota e lo chiosa, per arricchire il catalogo delle opere letterarie. Gioco di squadra, simbiosi, scambio di liquidi, parassitismo reciproco fra l’uomo di lettere e le lettere medesime.

Un dizionario impazzito. Cos’è in fondo un racconto, una poesia, un testo, se non un manicomio in cui le parole hanno perduto la rassicurante normalità dell’ordine alfabetico? Vagano disorientate e scombussolate nei corridoi nudi e disadorni delle righe, separate dai sottili tramezzi degli spazi bianchi, dei segni di interpunzione, delle interlinee. E che cos’è uno scrittore, se non un pazzo che vaga per i manicomi altrui radunando qualche lemma, per poi ridisporlo casualmente sulle proprie pagine?

La domanda fondamentale e ultima preme, e richiede imperiosamente una risposta: Manganelli e la letteratura sono la stessa cosa? Coincidono? Sono sinonimi? No, davvero. Sono due esseri che si cibano vicendevolmente l’uno dell’altro, così come l’uomo trae nutrimento dalla terra che si ciba a sua volta delle spoglie mortali del genere umano. Questo rapporto di reciproca fagìa genera letteratura e genera umanità.

Se al dizionario di daldivano manca un fascicolo è perché daldivano l’ha ingoiato, e ora in qualche recesso del suo essere si aggirano parole come efferratezza, effusivo, egritudine, elegiambo, emiro, enallage, epagogico, e tutti i lemmi compresi fra effeminatore e facoltà. Un giorno tutte quelle parole si riverseranno su una pagina in ordine sparso, pronte a ingoiare l’incauto lettore che oserà posare lo sguardo su di loro.

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14 Responses to “Un dizionario impazzito”

  1. mi duole spazzar via, con spietato cinismo, ogni malìa e senso da questo post sostituendo semplicemente alla coppia Manganelli/Letteratura l’altra coppia, più concreta, Manganelli letterato/Manganelli individuo. ma tant’è, Babbo Natale non esiste – a parte Ratzinger.

  2. “Cos’è in fondo un racconto, una poesia, un testo, se non un manicomio in cui le parole hanno perduto la rassicurante normalità dell’ordine alfabetico? Vagano disorientate e scombussolate nei corridoi nudi e disadorni delle righe, separate dai sottili tramezzi degli spazi bianchi, dei segni di interpunzione, delle interlinee. E che cos’è uno scrittore, se non un pazzo che vaga per i manicomi altrui radunando qualche lemma, per poi ridisporlo casualmente sulle proprie pagine?”

    Belle e originali immagini. Da antologizzare.

    Bart

  3. letturalenta says:

    Va bene anche quella lettura lì, Benefo’, anche perché a ben guardare (guarda bene, neh!), non è poi così distante dalla mia.

    Grazie Bart, e antologizza pure liberamente.

  4. è ciò che ho detto, taxina’.

    (ah, te cèrcheno su icl)

  5. letturalenta says:

    Ok, benef. E però Babbo Natale esiste, sia chiaro.

  6. mauro says:

    là, là, là, là, non voglio sentir dire che Babbo Natale non esiste!
    Sono sicuro che almeno nella letteratura c’è. È la voce narrante di una storia chee prima nega la sua esistenza, quindi la propria.

    Buon Natale da parte mia e delle renne

  7. ok. ma chi portava i regali al piccolo Natale quando era bambino? eh?

  8. Ho antologizzato e, se capiterà, citerò. Ciao e Buone Feste.

    Bart

  9. mauro says:

    a Babbo Natale li portava Nonno Natale.
    Mica era orfano.

  10. letturalenta says:

    Il che dimostra che Babbo Natale è di stirpe regale. Tipicamente regale, infatti, è il vezzo di dare al figlio lo stesso nome del padre. Non sorprende, peraltro, che a far regali sia uno di stirpe regale.

  11. gabryella says:

    bon, ora s’è acclarata la questione dei regali, ma allora..chi è la regale Moglie di Nonno Natale (nonché regale Mamma di Babbo)? ancora: è sposato Babbo e, soprattutto, è Babbo di chi?

  12. letturalenta says:

    ehm, non so se è una cosa che si può dire a cuor leggero, e in pubblico per di più… ma corre voce che Nonno Natale avesse molte amanti, e che Babbo Natale… sì insomma… ci siamo capiti, no? Nonostante questo, però, è quasi certo che Babbo Natale sia il babbo di Figlio Natale.

  13. mauro says:

    guardiamo in faccia la realtà: costui vive al Polo Nord in un luogo isolato e inaccessibile, non è mai stato un tipo troppo fedele, ha una moglie e otto renne…

  14. daldivano says:

    Luca, sono contenta di aver dato il via ad un’involontaria reazione a catena!
    però non sono stata io a mangiare il fascicolo, non in una situazione di veglia, è stata lei, la daldivano dormiente, a cibarsi di vocaboli da distribuire in una fluttuazione onirica discriminante, perché la daldivano sveglia si chiede ragione per la scelta di un fascicolo a dispetto di un altro fascicolo… sono portata a credere a una daldivano dormiente compulsiva, dispettosa e irriverente, in definitiva più matura (beata lei). io, da sveglia, riesco solo a negare la realtà dei fatti :-)
    Tanti Auguroni a tutti!

    daldivano

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