Niccolò! Niccolò!

MachiavelliLa prima pagina del “Domenicale” del Sole 24 Ore di domenica scorsa è interamente dedicata a Niccolò Machiavelli. Trattasi di paginone promozionale per la nuova collana di libri allegati al quotidiano, I classici del pensiero italiano, ma pazienza.

Come molti ignorano, e con ottime ragioni, il tenutario di questo luogo di perdizione lettoria e libresca è un amante di Machiavelli in misura smodata e quasi imbarazzante. Non è che lo ammiri, lo apprezzi, mi piaccia… no no, lo amo proprio di brutto, come Francesca ama Paolo, come Eloisa ama Abelardo, come Madame Bovary ama l’amore. Un giorno, quando sarò in pensione, mi libererò di tutti i libri della mia piccola e lacunosa biblioteca e passerò il resto dei miei giorni a compulsare l’edizione nazionale delle sue opere, in corso di pubblicazione presso la Salerno editrice.

Amo Machiavelli e chi lo sa leggere, e fra questi c’è sicuramente Giorgio Inglese, che nell’articolo principale del paginone del Sole scrive:

La teoria machiavelliana non si presenta in forma di sistema, ma come svolgimento di pensieri, complesso e perfino contrastato nelle diverse opere, o in luoghi diversi della medesima opera. Essa non nasce, deduttivamente, dall’interno di una dimensione dottrinaria, ma come animosa risposta alla drammatica novità dei tempi.

Sembra una banalità, una cosa scontata, ma in realtà la storia degli studi su Machiavelli è disseminata di tentativi più o meno goffi di ridurre il suo pensiero entro un sistema coerente, tentativi tutti più o meno esplicitamente mirati a fare del’innocente Segretario fiorentino un precursore dell’ideologia sostenuta dallo studioso di turno. La precisazione di Giorgio Inglese è quindi tutt’altro che superflua. A un amico che mi chiedeva un parere sull’ennesimo saggio su Machiavelli uscito pochi mesi fa, rispondevo in termini non dissimili da quelli usati da Inglese:

La nuda realtà – difficile da far digerire agli studiosi – è che Machiavelli non era né filosofo né intellettuale; che non si è mai sognato di enunciare un pensiero coerente; che tutti i suoi scritti sono scritti d’occasione che variano con il variare della situazione contingente e con l’umore dell’autore: il Principe vede di buon occhio  un principato illuminato; i Discorsi celebrano la superiorità istituzionale delle repubbliche; le Istorie Fiorentine sono drammaticamente segnate da una sfiducia totale nella capacità degli uomini di darsi ordinamenti giusti e durevoli, repubbliche o principati che siano.

In Machiavelli non è difficile trovare un’affermazione e il suo contrario, anche a pochi anni di distanza: tutto in lui dipende da come vanno le cose. Il pensiero, la riflessione, le ipotesi di soluzione ai mali presenti dipendono tutti da quella “realtà effettuale” che era il suo unico punto di riferimento.

E dato che siamo in tema, approfitto machiavellianamente dell’occasione per propinare all’eventuale deprecando non lettore del nostro il mio collaudatissimo metodo di approccio in tre passi alla sua opera, copiandolo paro paro da un mio post su icl di appena due mesi fa, ché riscriverlo mi fa fatica:

1. Leggere la Vita di Niccolò Machiavelli scritta da Roberto Ridolfi, che è a tutt’oggi la migliore in circolazione, nonostante gli oltre cinquant’anni di vita. Purtroppo dovrai cercarla nei remainder (su maremagnum si trova abbastanza facilmente) o in biblioteca, dato che nessuno si è preso la briga di ristamparla negli ultimi trent’anni circa.

2. Leggere una biografia recente. L’ultima ben fatta che ho visto io è quella di Ugo Dotti, uscita per Carocci un paio di anni fa. Un po’ cara (trenta e rotti euro), ma molto ben fatta.

3. Leggere l’epistolario privato, che trovi in numerose edizioni economiche, sotto il titolo di Lettere o Lettere familiari, o simili. Le lettere servono per entrare in contatto con l’uomo, più che con il pensatore, passaggio secondo me necessario per liberare la mente dagli innumerevoli pregiudizi che ancora circolano sul nostro. E poi c’è l’unica lettera, brevissima, di sua moglie Marietta Corsini, che da sola vale l’acquisto.

Da lì in avanti, se sei ancora vivo, potrai deliziarti con le opere maggiori, le quali – sia detto sottovoce tolto il Principe sono mattoni quasi indigeribili, ma ricchi di pagine memorabili. Discorso a parte per il teatro e gli altri scritti letterari, che possono essere letti anche per puro diletto.

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12 Responses to “Niccolò! Niccolò!”

  1. CalMa says:

    Ehm, l’attività prevista all’ultimo comma è ben più che dilettevole (Tassina’, mercoledì esce un bel tomo su questo signore col Sole24h. Ne sai nulla?)

  2. letturalenta says:

    Ne so quello che c’era scritto sul paginone menzionato in cima al post, che però non ho sotto mano. A memoria, la collana del Sole è una riedizione parziale della collana I classici Ricciardi, che risale agli anni ’40 del secolo scorso, con l’aggiunta di introduzioni un po’ più moderne, tipo quella di Giorgio Inglese al volume su Machiavelli.

    Se i testi sono rimasti quelli dell’edizione originale, a occhio e croce lascerei perdere. L’ultima edizione critica del Principe, per dire, è del 1994, e i primi studi decenti su Machiavelli – con poche eccezioni, tipo Chabod – risalgono al secondo dopoguerra. Oggi come oggi, se il machiavello stuzzica, la miglior edizione in commercio è quella Einaudi-Pleiade, ristampata in parte nei tascabili.

  3. Tu ami Machiavelli? Non lo sapevo! :-)

    Bart

  4. Che tenerezza vederti amare Niccolò come Hans Chrisian Andersen amava Edvard Collin. La domanda di rito (ripresa dai nonsense in auge ai tempi del liceo) è: “Ma… chiavelli?”

  5. Miku says:

    Angelini, chi è Edvard Collin?

  6. Mi ricordo di Macchiavelli, mi sembra, correggimi se sbaglio, che in occasione di una tornata elettorale per il rinnovo del principato se ne sia uscito con degli arazzi 6×3 con scritto: Italia, Sforza!

  7. letturalenta says:

    Bart, tu menti sapendo di mentine! :-)

    Lucio, il mio amore, a differenza di quello di Andersen, è necessariamente metafisico, diciamo a probabilità nulla di chiavellare.

    Miku, la risposta è sul blog di Lucio Angelini, massimo esperto vivente di HCA.

    Mauro, no no, quello lì doveva essere un antenato di Loriano Macchiavelli. :-)

  8. come tutti i prof non ho capito un piffero di machiavelli

  9. letturalenta says:

    Ho sempre saputo che i prof sono letali per Machiavelli, ma non sapevo che lui fosse letale per i prof. :-)

  10. illibraio says:

    Bel blog. Stavo cercando il piano dell’opera delle pubblicazioni Sole 24 Ore – Treccani e sono finito qui.
    Il tempo di sottoscrivere il tuo rss e lasciarti questo commento. Credo che inizierò la lettura lenta (per motivi di tempo) di letturalenta.

    p.s. Se passi dal mio blog… non prendere paura. Non sono il classico neofita che inizia una cosa e la lascia a metà… sono ancora lontano dalla metà.

    Buona notte e grazie per i consigli per affrontare l’opera di Machiavelli

  11. carmen says:

    che dire? quoterei tutto. il fiorentino è uno dei miei numi tutelari.
    un abbraccio complice.
    ipazia

  12. letturalenta says:

    Grazie, illibraio. Ti avevo già adocchiato via Technorati, e continuerò a seguire le tue imprese libresche.

    Ipazia, il tuo quotar m’è caro. Un giorno fonderò un movimento per la machiavellizzazione e la deperizzazione della politica italiana. Ti conto fin d’ora fra i sostenitori.

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