Archive for March, 2006

Arno Schmidt a Napoli

Friday, March 31st, 2006

Arno Schmidt, tratto da www.lavieri.itUn amico mi avvisa, e volentieri comunico, che in aprile ci saranno ben due presentazioni napoletane per Dalla vita di un fauno di Arno Schmidt, Lavieri editore, in uscita in questi giorni.

1 aprile 2006, Napoli a Castel dell’Ovo, ore 10.30: Galassia Gutenberg. Presentazione della «Collana Arno»: Dalla vita di un fauno e Prove tecniche di romanzo storico letti da Marco Palasciano. Interverranno Carlo Rescigno, Domenico Pinto e Daniele Ventre.

20 aprile 2006, Napoli ore 18: «Il pomeriggio di un fauno». Presentazione del romanzo Dalla vita di un fauno presso il Goethe-Institut. Relatori: Giancarlo Alfano, Gabriele Frasca, Domenico Pinto. Marco Palasciano leggerà brani del libro. Altre informazioni sul sito del Goethe-Institut.

Per chi come me sa poco o nulla di uno dei più importanti autori tedeschi del secolo scorso, Lavieri ha creato una sezione dedicata ad Arno Schmidt, completa di cronologia, bibliografia, foto e link ad altri siti sull’autore.

Letture ambigue

Wednesday, March 29th, 2006

PaperoconiglioIl pregiudizio che il testo nasca da un atto di scrittura è duro a morire, forse perché la concezione autoriale della letteratura è uno strumento di marketing molto potente: i testi non vendono, gli autori sì. Basti pensare che un libro intitolato Napoli siamo noi scritto da un signore di Cuneo può vendere migliaia di copie, se quel signore si chiama Giorgio Bocca. L’avesse scritto il brigadiere Cafiero Pasquale, che sta a Poggio Reale dal cinquantatrè, non se lo fumerebbe nessuno.

Dicono i dotti: ogni testo presuppone un lettore. Mica vero. È vero piuttosto il contrario: ogni lettore presuppone un testo. Ogni lettore ha in mente un testo che non è mai stato scritto, e se lo va a cercare in quelli che qualcuno s’è preso la briga di scrivere. Se ci fai caso, lettore, tu non stai leggendo queste ciarle mie perché loro hanno in mente te, ma perché tu hai in mente qualcosa che si accorda in modo ragionevole con le mie ciarle, le quali possono continuare a loro piacimento, ma se di quel che dicono non te ne fregasse niente avresti già cambiato canale.
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L’editore

Monday, March 27th, 2006

Nanni Balestrini. Tratto da www.nannibalestrini.itDeriveApprodi da qualche anno sta ripubblicando i libri di Nanni Balestrini. Quest’anno è arrivata la ristampa di L’editore, che uscì da Bompiani nel 1989. Recita la quarta di copertina: «Un giovane regista, un professore universitario, un libraio e una giornalista si ritrovano durante un weekend in montagna a discutere sulla possibilità di realizzare una sceneggiatura cinematografica sulla vicenda di Giangiacomo Feltrinelli, l’editore dell’omonima casa editrice morto a causa di un’esplosione che nelle sue intenzioni doveva abbattere un traliccio dell’alta tensione a Segrate, alle porte di Milano».

Ho come l’impressione che Balestrini sia un autore molto conosciuto e poco letto. Nelle frequenti diatribe letterarie, in rete e non, il suo nome non compare quasi mai. Forse, come dice lui stesso in questa intervista, l’editoria italiana da un certo momento in avanti ha dimenticato gli anni ’70, e con loro ha dimenticato Balestrini, che di quegli anni è una delle principali voci narranti.
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Argomento del giorno: il cainano

Friday, March 24th, 2006

Cainano. Tratto da senzaqualita.splinder.comIl cainano è rettile di canale. Cinque volte al dì tende alle sue prede una perniciosa rete. Quattro volte su cinque preda. La quinta, adirato e furioso, lancia il tipico lamento di sconfitta: Forza Italia! Uno potrebbe anche non crederci, ma giuro sulla testa di sandrobondi che è vero.

(con invito a eventuali volenterosi blogger a scrivere il loro post sul cainano).

Vanità

Thursday, March 23rd, 2006

George BrummellHanno un loro destino i sentimenti. Ce n’è uno contro il quale tutti sono spietati: la vanità. I moralisti l’hanno screditata nei loro libri, anche coloro che hanno meglio dimostrato quale larga parte essa abbia nelle nostre anime. Gli uomini di mondo, i quali a modo loro son pure moralisti, giacché venti volte al giorno devono giudicare la vita, han ripetuto la sentenza scritta nei libri contro quel sentimento, l’ultimo di tutti, a sentir loro.

Le cose possono essere oppresse come gli uomini. È vero che la vanità sia l’ultimo sentimento nella gerarchia della nostra anima? E seppure è vero, giacché è al suo posto, perché disprezzarla?…
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Anche io da grande voglio fare la sensitiva

Wednesday, March 22nd, 2006

Duello, tratto da learning.cc.hccs.eduL’ha rifatto.

Il noto fisico de ‘sto par di celle – di cui agli albori di questo blog avevo già segnalato l’esilarante promemoria per la prossima campagna elettorale – trova evidentemente nello scontro politico in atto materia utile per alimentare la sua vena creativa.

Ora s’immagina veggente e anticipa lo svolgimento e i contenuti del prossimo duello televisivo fra aspiranti primi ministri. L’originale usenettiano si può leggere qui, ma lo ricopio qui sotto per maggiore comodità del pigro lettore di passaggio.

Buona lettura!
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Poesia d’aria primaverile

Tuesday, March 21st, 2006

PrimaveraDice Gabryella che oggi è la giornata mondiale della poesia patrocinata dall’UNESCO e da un sacco d’altra brava gente. In emilia-romagna oggi è anche la festa dell’aria, che si dovrebbe festeggiare spostandosi solo a piedi, in bici o coi mezzi pubblici, al nobile scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di tenere pulita l’aria che respiriamo.

E poi, non serve neanche dirlo, oggi inizia ufficialmente la primavera. Approfitto della fortunata coincidenza per far prendere un po’ d’aria a una poesia di Pascoli (da Myricae) che nomina una giornata di marzo.

CONTRASTO

I
Io prendo un po’ di silice e di quarzo:
lo fondo; aspiro; e soffio poi di lena:
ve’ la fiala come un dì di marzo,
azzurra e grigia, torbida e serena!
Un cielo io faccio con un po’ di rena
e un po’ di fiato. Ammira: io son l’artista.

II
Io vo per via guardando e riguardando,
solo, soletto, muto, a capo chino:
prendo un sasso, tra mille, a quando a quando:
lo netto, arroto, taglio, lustro, affino:
chi mi sia, non importa: ecco un rubino;
vedi un topazio; prendi un’ametista.

Neuropa

Monday, March 20th, 2006

NeuropaNeuropa è un libro antico quanto a sviluppo della sua vicenda editoriale. Al giorno d’oggi, si sa, un libro nasce prima della sua uscita in libreria, quando qualcuno ne parla nei luoghi deputati alla promozione libraria, campa a stento un paio di settimane sui banconi delle novità, vivacchia un altro paio di mesi sugli scaffali tematici e infine entra nel turbine delle rese, dei remainder o del macero.

Un tempo, invece, molto tempo prima di Walter Benjamin, i libri restavano in libreria per molti mesi, a volte per anni interi, e gli adepti del sacro fuoco letterario ne discutevano per lungo tempo dopo averlo letto e riletto. Neuropa, poema epicomico in prosa di Gianluca Gigliozzi, snobba da par suo le normali librerie in cui si accalcano sgomitando schiere di normali romanzi, racconti e simili abusate formule narrative.
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Dialogo di un libro col suo lettore

Thursday, March 16th, 2006

Trialogo, tratto da www.infed.org– Salve lettore.
– Tu parli?
– Certo che parlo, perché ti stupisci? Mi stupisco fors’io del tuo parlare?
– Che un essere umano parli, invero, non fa meraviglia. Se si escludono i muti, gli afasici e i dementi, gli uomini si differenziano dagli altri animali per la capacità di parlare.
– Ti sembro forse un animale?
– No, in verità.
– E di che ti stupisci, allora? Se la capacità di riprodurre l’effabile con suoni articolati distingue l’uomo dagli altri animali, ciò non esclude che altri enti, non uomini e non animali, godano di analoga proprietà, ne convieni?
– Ne convengo.
– E dunque non dovrebbe farti meraviglia che un libro – che con tutta evidenza non è uomo e non è animale – parli.
– Dunque tu parli…
– Devo dire che non ti trovo particolarmente versato nell’arte di conversare, lettore: che io parli è un fatto, e non mi sembra argomento di particolare interesse.
– Noto una punta di sarcasmo nelle tue parole.
– Non mi dire…
– Cerca di capire, invece di prenderti gioco di me: ho avuto molti libri per le mani in vita mia, e mai hanno proferito parola o intavolato discussioni. Non posso dire che tacciano, questo no, ma non emettono suoni. I loro discorsi sono silenziosi e arrivano alla mente passando per gli occhi, non per le orecchie.
– Eppure io parlo.
– Questo è vero.
– Già…
– …
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Scrittura e lettura

Tuesday, March 14th, 2006

Vermeer, Lady writing a letter with her maid, tratto da www.ibiblio.orgLettura e scrittura, come dicevo un paio di post fa, sono vizi confratelli. A riprova di questo, dalla blogosfera italica nascono con sospetta simultaneità due iniziative – l’una scrittoria, l’altra lettoria – separate quanto a comitato organizzatore, ma strettamente legate da eversivi lacciuoli sotterranei.

Sul fronte della scrittura, fervono i preparativi per le Scritture di strada, animate da volontari che metteranno carta e penna a disposizione di passanti desiderosi di lasciare una labile traccia scritta del loro passaggio terreno. Recita il bando: Domenica 7 Maggio andremo nelle vie e nelle piazze, ci fermeremo nelle perifierie o nei centri distratti, fermeremo la gente per strada, e daremo consapevolezza a chi forse diversamente non l’avrebbe, o l’ha smarrita e barattata, di avere cose da dire e da scrivere, e della necessità di farlo subito, con urgenza perfetta, proprio in quel luogo tra asfalto e cielo.

Lato lettura, invece, spunta dal tronco di Vibrisse un nuovo ramo intitolato per l’appunto Bottega di lettura, dove altri volontari – non paghi d’aver sottratto all’incremento del PIL ore preziose per dedicarle ai libri – doneranno alla congrega dei leggenti altro tempo speso a compilare accurate recensioni ricche di commenti mercuriali, irriverenti note a margine, chiose scaltre e glosse capziose. La bottega di lettura s’avvia a diventare silloge, epitome, centone e regesto nazionale del vizio di leggere.

Entrambe le iniziative sono aperte a nuove adesioni. Gli aspiranti estorsori di scritture e contrabbandieri di letture possono rivolgersi ai siti sopra linkati per informazioni.

Attenzione: blog comunista!

Monday, March 13th, 2006

Tazza comunista, tratto da www.communist-party.org.ukSe l’ha fatto il Corriere della Sera, non vedo valide ragioni per non farlo anch’io, ergo pongo in bella vista l’opportuno cartello:

S’avvisano gli imprudenti e lascivi frequentatori di questo luogo di divagazioni irragionevoli che letturalenta è un blog comunista. Il suo tenutario, infatti – individuo notoriamente doppio e incline a riprovevoli perversioni – il 9 aprile prossimo venturo darà il suo voto libero e democratico alla coalizione di centro-sinistra.

Riconosco al governo in carica il merito di aver donato alla patria momenti di ilarità supremi e difficilmente ripetibili, dovuti in gran parte alle naturali doti cabarettistiche del Presidente del Consiglio, ma anche a talenti emergenti come l’economista creativo Tremonti, il vignettista padano Calderoli e il filosofo giocoliere Pera. Ridere fa bene allo spirito, è vero, ma a patto di non esagerare: altri cinque anni di comiche mi sembrano francamente eccessivi.

So, ahimè, che l’affissione di codesto avviso mi costerà un calo del 21% degli accessi da Milano e zone limitrofe, ma confido in una cospicua compensazione dalle regioni rosse e dal comune di Ceppaloni.

Una sola pagina nera

Thursday, March 9th, 2006

Pagina neraSi assuma come postulato iniziale e indimostrabile di questo profondo e imprescindibile saggio quanto segue: la pagina è bianca, la scrittura nera. Non dico, si badi bene, che questa caratteristica è osservabile in tutte le manifestazioni fenomeniche della scrittura. Dico piuttosto che l’idea prevalente di scrittura, radicata da secoli in strati profondi dell’inconscio, si presenta come segno nero su sfondo bianco.

Infatti, come diceva quello:

 

 

Se pareba boues
alba pratalia araba
& albo uersorio teneba
& negro semen seminaba.

Che sarebbe poi a dire:

Spingeva avanti i buoi (le dita)
solcava arando un campo bianco (la carta)
teneva un bianco aratro (la penna d’oca)
e seminava nero seme (l’inchiostro)
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Oggi tutti dal divano

Wednesday, March 8th, 2006

Perché mai dovrei faticare a scrivere un post, se l’ha già scritto lei?

Ciò che io non desidero non esiste

Tuesday, March 7th, 2006

Hypterodonte in viaggio per la luna, tratto da www.ariverneversleeps.comEra una notte di luna piena. Incipit alquanto banale, ne convengo, ma che altro si può dire di una notte di luna piena se non che era una notte di luna piena? Certo, uno scriba di solido mestiere e regolarmente iscritto al sindacato cercherebbe e forse troverebbe soluzioni più eleganti. Che so, potrebbe sostenere che la tenebra notturna cedeva il passo al fulgore pieno e rotondo di Selene; oppure potrebbe concentrarsi su un sasso, un timido sasso abitualmente grigio che, sfavillando come un diamante, proiettava un’ombra nerissima sulla sabbia candida di luce. Questi o altri artifizi aiuterebbero senz’altro lo scriba a guadagnare fama e recensioni positive, ma non cambierebbero di una virgola la nuda realtà dei fatti, ovvero che senza alcun dubbio era una notte di luna piena.
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E dove morì, povero e trascurato

Monday, March 6th, 2006

Antonio Pizzuto, tratto da www.polistampa.comNel trentesimo anniversario dell’eradicazione di Antonio Pizzuto dal palcoscenico grottesco che non senza sprezzo del ridicolo siamo soliti definire vita, le pagine culturali dei maggiori quotidiani nazionali pullulano di omaggi, ricordi, notizie, discussioni, recensioni, dibattiti, picche e ripicche, sillogi monografiche, citazioni e dotte disquisizioni sul massimo rappresentante della narrativa italiana, a suo dire ingiustamente trascurato o bistrattato dai critici: Alessandro Baricco.

Nel tentativo inane e perdente di distogliere per un momento lo sguardo dal povero pavone ferito, continuiamo qui – in forma come sempre privata, clandestina e cospirativa – a proporre lacerti, frammenti, ritagli e notiziole a margine del grande marginale Antonio Pizzuto.
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