Il test di Umberto Eco

Cappuccetto Rosso e il lupo, tratto da www.gazzaladra.itDice Umberto Eco:

Rispetto al mondo dei libri, proposizioni come Sherlock Holmes era scapolo, Cappuccetto Rosso viene divorata dal lupo ma poi è liberata dal cacciatore, Anna Karenina si uccide, rimarranno vere in eterno e non potranno mai essere confutate da nessuno. [U.Eco, Su alcune funzioni della letteratura, in Sulla letteratura, Bompiani 2002, pag. 12]

E poco dopo aggiunge:

Il mondo della letteratura è un universo nel quale è possibile fare dei test per stabilire se un lettore ha il senso della realtà o è preda delle sue allucinazioni. [Ibidem pag. 14]

Con questa seconda affermazione Eco crea un legame forte fra il mondo della letteratura e il mondo dei vivi, assegnando al primo il potere di decretare l’integrità psichica nel secondo: chi dovesse esprimere dubbi sullo stato civile di Sherlock Holmes può essere senz’altro segnalato ai servizi sociali. Ecco, io credo che Umberto Eco abbia ragione (fossi scemo, a dar torto a Umberto Eco!) e credo anche che ripetendo quei test su ciascun membro della fratellanza lettoria universale l’esito sarebbe invariabilmente il secondo: ogni lettore è preda delle sue allucinazioni.

Prendiamo come caso zero il lettore Umberto Eco. Egli afferma perentoriamente che una frase come Cappuccetto Rosso viene divorata dal lupo ma poi è liberata dal cacciatore rimarrà vera in eterno. In eterno, neh, mica cotiche. Questo lo dice a pagina 12, ma già a pagina 15 riconosce che quella enunciata è la versione dei fratelli Grimm, mentre nel Cappuccetto Rosso secondo Perrault la piccola si limita a schiattare nella pancia del lupo, senza che verun cacciatore giunga a salvarla.

Dato che Umberto Eco ha ragione per definizione, non può aver torto quando dice che la prima affermazione su Cappuccetto Rosso rimarrà vera in eterno. Questo ci consente di stabilire con rara esattezza quale sia la durata dell’eternità secondo Umberto Eco: da pagina 12 a pagina 15. Realtà o allucinazione?

Ma c’è qualcosa di più inquietante in quelle frasi. Quegli enunciati, infatti, hanno senso solo se ci si dimentica dello statuto fittizio dei loro oggetti, attribuendo cioè a Cappuccetto Rosso, Sherlock Holmes e Anna Karenina lo stesso grado di esistenza e storicità di Matilde di Canossa, Al Capone e Madame de Staël.

Per affermare che Sherlock Holmes era scapolo l’emerito semiologo deve considerare certa l’iscrizione del signor Holmes Sherlock nei registri anagrafici di Sua Maestà britannica. Se Anna Karenina si uccide lanciandosi sotto un treno, esisterà certamente il rapporto di un capostazione delle ferrovie zariste che fa menzione del tragico evento. E i miseri resti di Cappuccetto Rosso, all’epoca dei fatti, potrebbero ben essere stati rinvenuti nel bolo gastrico di un lupo abbattuto nei paraggi.

È ben vero che i personaggi letterari esistono anche fuori dai libri, tanto da entrare spesso nell’immaginario di interi popoli per molte generazioni, ma questo non significa che siano nati, vissuti, morti… eppure Umberto Eco non esita ad affermare che Serlock Holmes era scapolo e che Anna Karenina si uccide. E dato che Umberto Eco non può aver torto per definizione, egli ha senz’altro ragione nell’asserire che Anna Karenina, Cappuccetto Rosso e Sherlock Holmes sono stati esseri umani in carne ed ossa, nati da una copula, vissuti, non sposati, sbranati da lupi o straziati da pesanti vagoni merci.

Mi sembra sufficiente a stabilire l’esito del test: il lettore Umberto Eco, come tutti i lettori, è preda delle sue allucinazioni, e questo, sia chiaro, me lo rende particolarmente simpatico. Già me lo vedo, chiuso nella sua cameretta, intrecciare arguti conversari filosofici con Guglielmo da Baskerville, o farsi una partitella a tressette con Casaubon, Belbo e Diotallevi.

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28 Responses to “Il test di Umberto Eco”

  1. zop says:

    verrà un giorno in cui il lupo libererà cappuccetto rosso dalle grinfie del cacciatore! z

  2. perché la frase “Sherlock Holmes era scapolo” (etc.) sia vera non occorre che S.H. sia esistito

  3. michele says:

    Allo zoo di Roma, -pardon- al parco naturalistico per la salvaguardia degli animali e l’ambiente ci sono quattro lupi cattivi di nazionalità croata. Attendono impazienti Umberto Eco. Avrebbero quattro cosette da dirgli: sul matrimonio, ( o convivenza con o senza pacs, anche omosessuale) Sul trasporto,(compreso alta velocità) varie e molte eventualità. E sulla pedofilia, compreso il caso capuccetto rosso.

  4. letturalenta says:

    Ebbene sì, zop, quel giorno verrà, e finalmente Cappuccetto Rosso sarà riconsegnata ai suoi legittimi genitori: Anna Karenina e Sherlock Holmes.

    Benefo’, hai perso un passaggio, ma non è grave: siamo tutti preda delle nostre allucinazioni. Anch’io.

  5. letturalenta says:

    michele, il tuo commento è finito nella coda di moderazione, senza alcun motivo valido. Anche l’algoritmo di moderazione di questo blog è evidentemente preda delle sue allucinazioni.

  6. gabryella says:

    non è sufficiente che una storia (o una cosa, o una persona) esista per definirla “autentica” – l’aver luogo implica che il “dove” sia definibile e il “quando” sia una data accertabile, oppure un “mai” – il fatto che qualcuno ne scriva o ne descriva i dettagli non basta a farla vera, meno che mai in eterno, ma occorre che sia esattissimamente documentata da molteplici testimoni e punti d’osservazione e che, insomma, sia proprio inconfutabilmente quella e non qualcosa di simile o di equivalente – lo dice quel puntiglioso matematico che fu musil eh, mica cotiche..

  7. letturalenta says:

    E se lo dice Musil, io ci credo (anche se non sono sicurissimo d’aver colto il punto, ma pazienza: ci credo e basta).

  8. gabryella says:

    o forse non ho colto io il tuo, di punto (propendo per questa ragionevole seconda ipotesi)

  9. Effe says:

    io credo fortemente nella plausibilità delle allucinazioni (e sul fatto della Signora Karenina, verificherei l’alibi del cacciatore)

  10. fB says:

    > non è sufficiente che una storia (o una cosa, o una persona) esista
    > per definirla “autentica”

    I falsi, infatti, esistono.

  11. michele says:

    Mi stupisco, non capisco, ma specifico comunque. I lupi sono quattro, perchè io li ho contati quattro. Mi sono scrupolosamente documentato di persona. Sono “cattivi” perchè sono in cattività, cioè in realtà hanno ha disposizione oltre duecento metri quadrati di spazio, credo che si possa dire cattività invece di cattivi. La quarta cosa che volevano dire ad il prof, dott, sig. U. Eco e che non ho menzionato sul precedente commento smodato, era (volevano mettere alla prova il sig. Serlock Holmes, sono rimasti infantili in questo, credo per via delle favole) a proposito dei travestimenti,(non loro) del pelo che si perde…,( lunico vizio che hanno è quello di abbaiare alla luna quando si sentono soli) e che hanno fame per quello che sono: hanno fame e basta. Poi la loro lobbi, non è così potente, basti pensare che la Roma ha vinto solo due scudetti, Le antiche fiabe russe raccolte da Aleksanr N. Afanasiev, non le legge nessuno, Il nuovo abecedario del Conte Tolstoj, pur essendo il libro di maggior successo di vendite un milione di copie solo nei primi anni edito direttamente dalla moglie, mai diritti furono ceduti (grande battaglia in famiglia per questo) in italia quasi non menzionato cappuccetto rosso

  12. michele says:

    Mi meraviglio ma specifico. Ho detto lupi cattivi, per il fatto che sono in cattività. Duecento metri quadrati circa, si possono definire in cattività? Quindi dico ora cattività invece di cattivi. Ho argomentato varie ed eventuali senza specificare, ho eluso la questione personale, scusate “animale” cioè la quarta. Volevano sottolineare che perdono due volte all’anno il pelo, e non hanno vizi, se poi quello di abbaiare alla luna quando ci si sente soli è un vizio…. Hanno una inconsapevole fame da lupi, cercano d’essere quello che sono senza altra finzione e gli basta anzi è gia difficile così e non hanno alcuna intenzione di appropriarsi di problemi altrui, ne di costruirsi motivazioni finte o vere. In linea di massima sabbero più propensi a vivere una vita invece di far credere(o di suggestionarsi o esser costretti a suggestionarsi) di dire che stanno vivendo una vita. Invece vorrebbero fare una domanda al prof, U. Eco. Per quale ragione quando avete tanta paura date la colpa a tutti, (a volte a noi) e non capite che avete paura solo di voi e dei vostri fantasmi? E avete tanto bisogno di scrivere tante sciochezze, e poi scrivete altre sciochezze che parlano di altre sciochezze?Con moderazione, spero michele

  13. michele says:

    Il primo non vale il secondo forse, ma che cosa …. prima sparisce, poi ricompare. Qualcosa non quadra. michele

  14. letturalenta says:

    Michele, sul tuo primo commento ho già detto: è finito, zeus sa perché, in moderazione. Il secondo e il terzo sono apparsi subito, senza problemi. Se non vedi un commento subito dopo averlo inviato, prova a ricaricare la pagina nel browser, prima di rimandarlo.

  15. ah sì? e cosa avrei saltato/frainteso?

  16. letturalenta says:

    benefo’, te l’ho già detto, neh… sarai mica preda delle tue allucinazioni?

  17. michele says:

    Sono molte le mie negazioni, internet è della massima specie. Scusa per l’eccesso di moderazione, per il sovrà più, e per le perfide e poco acute riflessioni, sarà stanchezza pure questa. michele

  18. fruscii says:

    deliziosa osservazione. d’altra parte adesso anche nelle proposte creative il cliente si presenta in riunione con il suo avvocato…non si sa mai…magari poi il lupo cattivo è nascosto anche fra pensieri e fantasie…

  19. ioguido says:

    Secondo me, al fine:
    “Rispetto al mondo reale, proposizioni come Umberto Eco ha ragione, rimarranno vere in eterno e non potranno mai essere confutate da nessuno. [C. Rosso, Quando la realtà risupera la fantasia, in Raccontate la vostra, Bompiani 2002, pag. 12]

  20. melpunk says:

    è tutto vero come è vero che uno specchio inquietava il fondo di un certo corridoio borgesiano…
    saluti
    mel

  21. per parte mia sono contento del fatto che Cappuccetto Rosso venga liberato dal cacciatore, perché nella realtà non succede mai, anzi. E sono felice anche del fatto che Anna/Fedora si lanci continuamente sotto un treno, perché ci ricorda che c’è stato un periodo in cui potevi far conto sulla puntualità dei trasporti. E pazienza se tutti continuano a ritenere Sherlock Holmes uno scapolo: sapere che lui e Watson hanno ottenuto una casa popolare nel West End sarebbe altamente lesivo del loro diritto alla privacy…

  22. sergio garufi says:

    a me è sfuggito lo stesso passaggio di beneforti.

  23. letturalenta says:

    Gli è che tu e il pb siete troppo loici, sergio. Deh, strappate anche voi le pastoie della grigia realtà e lascatevi predare dalle vostre allucinazioni.

    (per dirla in due parole: questo post è solo la descrizione di un’allucinazione che non è certamente di Umberto Eco (al limite è “su” Umberto Eco). Speravo che ribadire più volte in poco spazio che “Umberto Eco ha sempre ragione” bastasse a fugare il dubbio che stessi davvero criticando lui. Non ha funzionato. Pazienza).

  24. MIRELLA says:

    Chi è l’autore di questo articolo?Da dove è tratto? Quando è stato scritto? Grazie

  25. Angelo A. says:

    un post divertente… un saluto…

  26. Godot says:

    Bellissimo post… un caso però non cita Eco… caso che per l’appunto stravolge ancor più che la verità sull’alta digeribilità di cappuccetto rosso, la “visione” di verità inconfutabili Eco. Biancaneve e la strega cattiva… la prima l’angelo del focolare e la seconda una perfida matrigna… Oppure… la prima una “gatta morta” e la seconda una “donna moderna”!
    Due versioni entrambe, secondo me, verosimili! O no?!

    P.S. Chiedo scusa di essere andata a pescare un post così indietro…

  27. Giorgio says:

    Forse è allucinato Eco: non chi lo legge e lo compra (ovviamente per moda: se no, che senso avrebbe).
    Dice sempre le stesse cose da cinquant’anni.
    Quanti anni ha: 80?
    E quindi non sarebbe ora di capire che la mente, a una certa età, si obnubila?.
    Era cattolico guelfo (forse anche chierichetto), divenne comunista per moda, semiologo plagiatore di Occam (e non si sa se l’abbia fatto da francescano convinto o per anti tomismo).
    Fu comunista: se non per moda, per quale motivo?
    Scrive “Il nome della rosa” per spiegare il nominalismo: di certo non v’era bisogno di Eco.
    “Il trattato di semiotica generale”: poteva risparmiarselo.
    Anche qui: di Eco non v’era bisogno.
    Se la prese con Mike Bongiorno (pensate che intellettuale coraggio: stava sfidando Gabriele d’Annunzio).
    Poi una serie di pendoli, isole e isolotti per impaurire gli sprovveduti.
    Si narra che sa tutto: anche quando verrà la fine del mondo.
    Come mai non ha fatto anche il poeta?

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