Archive for June, 2006

Conflessione sul precario Giorgio Manganelli

Friday, June 30th, 2006

Giorgio Manganelli, tratto da www.compagnosegreto.it

Io avrei bisogno di lavorare su ordinazione: proprio il compito. E mi devono dare tema e termine di consegna e dimensioni del lavoro: e allora non ho più remore, e vado come un fulmine. In quei momenti ho l’idea di quel che potrei fare senza quella intima impotenza che mi frena. Mi pare che sia non poco lavoro, e soprattutto serio, e con una certa forza. [G.Manganelli. Tratto da Riga 25, Marcos y Marcos, Milano 2005, pag. 78]

Era un giovinotto di non molto buone speranze, il Manganelli che scriveva queste cose nel suo quaderno degli appunti. Trent’anni, una moglie e una figlia che non vedeva da tempo, un lavoro che non gli piaceva, scarse prospettive di miglioramenti a breve termine. Il suo primo libro sarebbe uscito undici anni dopo, nel 1964, pietra angolare di un edificio letterario che nel quarto di secolo seguente avrebbe assunto dimensioni ciclopiche.
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Partecipai!

Wednesday, June 28th, 2006

Ho mandato il malloppo (pdf, 839 KB) a Scrittomisto, allegando come da regolamento «un breve testo di 300 battute che riassuma i contenuti dell’opera (abstract)», ovvero questo:

Prove di lettura, esercizi di scrittura, diatribe letterarie e i saggi di un improbabile professore concorrono a illustrare il personaggio implicito di ogni testo – il lettore – rivelando la sua natura di essere ambiguo, incline alla demenza, inutile e socialmente pericoloso.

Prima di inviarlo, ho corretto qualche refuso e aggiunto didascalie alle immagini tratte da altri siti, nonché l’avviso che queste immagini potrebbero essere coperte da copyright. Per il resto è uguale alla bozza che avevo messo in linea qualche giorno fa.

A tutt’oggi il malloppo è stato scaricato 131 volte. L’idea che là fuori ci siano più di cento persone che potrebbero anche averlo letto già mi mette un po’ in ansia. Non oso pensare a cosa mi succederà se per caso verrà pubblicato, e infatti non ci penso.

In bocca al lupo, malloppo!

Aggiornamento delle ore 23:23
La solerte e attentissima redazione di Scrittomisto mi ha fatto notare che il malloppo eccedeva il limite massimo consentito dal regolamento. L’ho pertanto scorciato e riconsegnato, e adesso è ufficialmente in lizza. Forse dovrei mettere in linea la versione definitiva, però mi fa fatica.

Portobeseno

Monday, June 26th, 2006

PortobesenoSono contento. Sono molto contento di aver contribuito – sebbene in modo del tutto inconsapevole e involontario – alla manifestazione Portobeseno, appuntamento con la memoria, la cultura e la fantasia che quest’anno si svolge a Castel Beseno e dintorni, in provincia di Trento, dal 16 giugno al 20 luglio. La manifestazione comprende eventi e spettacoli, nonché tre installazioni multimediali fisse al castello di Beseno, inaugurate ieri. E così, ancor prima di onorare i miei doveri di cittadino referendario, ieri mi sono alzato di buon mattino e ho inforcato lo scuterone, dirigendone la prua verso l’antico castello trentino.

Il mio minuscolo contributo a Portobeseno è un ventesimo di una delle tre installazioni, ovvero l’esperimento di scrittura collettiva Il castello dei fantasmi incrociati, ideato da Davide Ondertoller e Antonio Zoppetti. Il racconto scaturito da questo esperimento è una genealogia fantastica dei Trapp – la dinastia che resse il castello per oltre cinquecento anni, fino al 1973 – ricostruita a partire dalle immagini di oggetti appartenuti a membri della famiglia nel corso dei secoli.
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Chiosa alle letture di Rousseau

Friday, June 23rd, 2006

Jean-Jacques Rousseau ritratto da Quentin Latour, tratto da www2.ac-lyon.frLo confesso, sto leggendo Le Confessioni di Rousseau. Mi capita spesso di dedicare alla lettura di qualche classico le pause vacanziere che il vivere concitato e velocista dei nostri tempi così di rado concede. È questo un modo per mettere in pratica quella mia onesta e proba tendenza alla lentezza, alla pigrizia, all’ozio e alla perdita di tempo che troppo spesso rimane allo stadio di mera intenzione. Sì, perché i classici differiscono dall’orrenda letteratura cosiddetta di consumo soprattutto dal punto di vista tachigrafico: prova un po’, o fugace lettore, a leggere Moby Dick a sessanta pagine all’ora: ti ritroverai in testa una tal melma di scene di caccia al capodoglio, brani di cetologia, sermoni e dialoghi marinareschi da uscirne completamente rintronato.

Ebbene, avevo appena intrapreso la placida lettura delle Confessioni roussoviane, quand’ecco che tra i margini della pagina prese forma un pensiero che pareva scritto apposta per me, il lettore:
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Marco Palasciano – Prove tecniche di romanzo storico

Monday, June 19th, 2006

Marco Palasciano, Prove tecniche di romanzo storicoProve tecniche di romanzo storico è il secondo libro della collana Arno della giovanissima casa editrice Lavieri. Lo precede nella stessa collana Dalla vita di un Fauno di Arno Schmidt, nell’ottima traduzione di Domenico Pinto. Un precedente davvero impegnativo per il “giovane” Marco Palasciano, che si trova involontariamente spalla a spalla con un mostro sacro della letteratura tedesca del Novecento. Dico “giovane” fra virgolette, perché Palasciano, classe 1968, ha scritto questo libro nel 1992, a soli ventiquattro anni.

A dispetto della giovane età dell’autore, però, in questo romanzo non c’è traccia di giovanilismo. C’è piuttosto una carica notevole di esuberanza giovanile, ma tutta espressa nella giocosità dell’impianto narrativo e del divertimento linguistico. Più che un romanzo, infatti, il libro di Palasciano è uno spettacolare divertissement, una parodia continua di stili e di forme narrative che l’autore bistratta e tritura finemente, fino a ridurle a farsa, a melodramma, a commedia dell’arte. E l’incipit – Un carnevale di tamburelli che stacciano coriandoli – a fine lettura suona come una promessa mantenuta.
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Due cose

Saturday, June 17th, 2006

Prima cosa. Sono attualmente dislocato in una amena località marittima, dove mi tratterrò fino alla fine della prossima settimana. Essendo qui dotato di una connessione GPRS del tipo “a manovella”, che va e viene a suo piacimento, può darsi che nei prossimi giorni non sarò molto presente in rete.

Seconda cosa. Oggi il laborioso e perecchiano melpunk ha messo in linea un mio mi ricordo nell’apposito blog.

Partecipo!

Tuesday, June 13th, 2006

Innanzitutto, ancora grazie a tutti i pazienti lettori di letturalenta per i commenti al post precedente. Dopo attenta e riflessiva elucubrazione (della quale ritengo sano e doveroso risparmiarvi i dettagli), ho preso la seguente irrevocabile decisione:

Partecipo!

E dunque bando alle ciance, e si passi senz’altro alla fase due.

Ho messo in linea una bozza del malloppo (pdf, 839 KB) che manderò alla redazione di Scrittomisto. Ai pazienti lettori – specie se affetti da insonnia e del tutto disinteressati ai mondiali di calcio – chiedo suggerimenti editoriali del tipo:
– Togli questo
– Aggiungi quello
– Cambia quest’altro

In particolare, accetto volentieri suggerimenti per il titolo, che per adesso è un semplice quanto banale “Letturalenta”. Fatto questo, giuro che non rompo più le scatole con questa cosa, se non per comunicare se e quando la redazione di Scrittomisto accetterà di mettere il malloppo in lizza.

Grazie ancora a tutti!

Che faccio, partecipo?

Friday, June 9th, 2006

Procediamo con ordine.

Orbene:
1. Ci sono dei signori che hanno fondato una casa editrice che si chiama Unwired Media.
2. Poi hanno fatto una collana che si chiama Scrittomisto, dedicata a diffondere su carta contenuti provenienti dalla rete.
3. La collana Scrittomisto è stata inaugurata a metà maggio con sei titoli scritti da blogger storici molto famosi, e altri titoli usciranno in luglio.
4. Nel frattempo questi signori di Unwired Media hanno organizzato un concorso, col suo bravo Regolamento.

Incuriosito da questa cosa, ieri sera ho copincollato in un documento OpenOffice i post di letturalenta pubblicati nelle categorie lettura, scrittura, diatribe e prof. Letturalenta, che lì per lì mi sono sembrati i più adatti al tema proposto. Visualizzando poi le proprietà del documento così ottentuto ho notato – con mio grande sconcerto e spavento – che il malloppo risultante rispetta i requisiti dimensionali richiesti dagli organizzatori, ovvero almeno 140.000 battute spazi inclusi.

Allora ho pensato: che faccio, partecipo?

E dato che io sono costituzionalmente refrattario a rispondere alle domande che mi pongo, giro la domanda agli eventuali lettori che si trovassero a passare di qua in questi giorni.

Gualberto Alvino – Là comincia il Messico

Wednesday, June 7th, 2006

David Kampmann, Rio Grande, 1997, tratto da www.davidkampmann.comLà comincia il Messico è un libro in cerca di editore. Alcuni capitoli sono apparsi su diverse riviste negli anni passati e alcuni lettori hanno avuto il piacere di leggerlo integralmente. Fra questi happy few sono capitato anch’io, per una di quelle combinazioni solo parzialmente riconducibili a cause razionali che spesso accadono nei sotterranei della metropoli lettoria.

L’autore di questo romanzo, infatti, è Gualberto Alvino, che qui è già apparso due volte nella sua veste più nota di infaticabile esegeta e curatore di Antonio Pizzuto. Dopo i primi contatti molto formali, che sono sfociati nei suoi importanti contributi alla mia pizzuteide, Gualberto e io ci siamo lasciati un po’ andare, le formalità si sono allentate e si è creato un clima di reciproca simpatia. Solo a questo punto Gualberto mi ha “confessato” di aver scritto Là comincia il Messico e me lo ha affidato.

Durante e dopo la lettura ho mandato all’autore alcune impressioni e note che mi fa piacere condividere qui, tali e quali, con i lettori di letturalenta, che alla fine di questo post troveranno anche un link al capitolo finale del libro.
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Cosa deve essere la narrativa

Monday, June 5th, 2006

War with pen by Robert Neubecker, www.neubecker.comIn questo periodo sono abbastanza gettonate le diatribe sul tema cosa deve essere la narrativa?, che è già di per sé una domanda alquanto scema, dato che l’unica risposta sensata è: la narrativa – e più in generale la letteratura – non deve essere proprio alcunché, se non, per l’appunto, letteratura, ovvero ordigno verbale, edificio di parole, mistura di grafismi. Che altro mai dovrebbe essere? Eppure non passa giorno senza che qualcuno tenti di dare alla letteratura nuovi compiti e nuovi doveri.

Uno dice che la narrativa deve essere fiction, ovvero pura invenzione, ed ecco che subito spunta fuori un altro a obbiettare che no, esimio collega, la narrativa ha da essere faction, ovvero rispecchiamento fedele della realtà. E se il primo non esita a considerare indegno di pubblicazione tutto ciò che non assomiglia a Don Chisciotte, l’altro non accetta niente che non discenda in linea diretta da Germinal. E s’accapigliano peggio dei capponi manzoniani:
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Tre cose

Saturday, June 3rd, 2006

Sarà la primavera, o forse l’estate adveniente, chissà, fatto sta che in questi giorni capitano parecchie cose. Allora, andiamo con ordine.

I monologhi della varechinaPrimo: sono nati i monologhi della varechina, rivista di sole donne per non sole donne (credo). La varechina è ospitata su Vibrisse, che come tutti sanno è gestita da un signore che a un primo sommario esame sembrerebbe non essere donna, però si vede che gli piacciono le donne, se ospita la varechina. A tutte queste donne dedico ben volentieri un pensierino di Giorgio Manganelli, che con le donne aveva un rapporto mica tanto tranquillo:

Bisogna arrivare a parlare di cultura come si parla di figa: diciamolo chiaro, se la cultura, se il pensare, non è vitale, se non impegna proprio le viscere (e non metaforicamente, perché il pensare è cosa totale come il morire, è un “fatto”, un vero e tangibile oggetto), se non ha anche addosso qualcosa di sporco, di fastidioso, di disgustoso, come è di tutto ciò che appartiene ai visceri, se non è tutto questo, non è che vizio, o malattia, o addobbo: cose di cui è bene o anche necessario e onesto liberarsi (spogliarsi) totalmente. [scritto da Giorgio Manganelli il 25 ottobre 1952 nei suoi quaderni di “Appunti critici”. Ora in “Riga 25”, Marcos y Marcos, Milano 2006, pag. 76]

Georges Perec, Mi ricordoSecondo: Georges Perec – immenso scrittore ebreo francese che quest’anno compirebbe settant’anni, se non avesse avuto la malaugurata idea di mollarci qui anni fa – è il protagonista implicito di un nuovo blog ispirato al suo celebre Je me souviens, che per noi italici sarebbe Mi ricordo. Ulteriori dettagli chez melpunk, ideatore dell’iniziativa. A melpunk, a tutti i perecchiani sparsi per la vasta rete, e soprattutto a Georges Perec, dedico questa frase di Georges Perec, tratta dal suo W o il ricordo dell’infanzia. I loro di cui parla Perec sono i suoi genitori, ma a me piace pensare che possano essere anche i suoi lettori postumi, ovvero noi:

Scrivo: scrivo perché abbiamo vissuto insieme, perché sono stato uno di loro, ombra tra le ombre, corpo vicino ai loro corpi; scrivo perché hanno lasciato in me un’impronta indelebile e la scrittura ne è la traccia: il loro ricordo muore nella scrittura; la scrittura è il ricordo della loro morte e l’affermazione della mia vita.

Collezione di sabbia, il blog di kalle b.Terzo: kalle b. ha aperto un blog, non so se in seguito al mio invito nei commenti di qualche post fa o meno. In ogni caso io sono molto contento che l’abbia aperto. Si intitola collezione di sabbia, che è un titolo decisamente e dichiaratamente calviniano. A kalle e a tutti i lettori di letturalenta dedico l’incipit del primo post di kalle, un inno alla copia molto promettente:

In un modo o nell’altro, immagino, siamo tutti collezionisti di qualcosa. Dipende dal significato che diamo al termine. Io, ad esempio, in quanto lettore, colleziono testi, vale a dire file di parole e concatenazioni di lettere. Questo blog si propone di raccogliere testi, parole e lettere (immagini, piu’ raramente) come fossero sabbia.

Non credo ci sia poi tutta questa differenza. L’analogia e’ vagamente democritea e totalmente, goffamente, e spudoratamente ripresa da Italo Calvino, come del resto il nome di questo blog. Del resto, una collezione di immagini e testi -perlopiu’ antichi, tra l’altro- non potra’ essere altro che un inno alla duplicazione ed alla copia. E dunque meglio cominciare a rubare da subito.

BUONA LETTURA!

Il lettore smemorato

Thursday, June 1st, 2006

Anna Marongiu, Don Ferrante (1926) tratto da www.marongiu.orgC’era una volta un lettore smemorato che lesse un libro e lo dimenticò. Allora ne lesse subito un altro e dimenticò anche quello. Se un valente professore di letteratura l’avesse interrogato su quei libri, il lettore smemorato avrebbe fatto scena muta e il professore gli avrebbe detto: «Mi spiace, caro discente, la sua preparazione è insufficiente. Ritenti al prossimo appello, se se la sente».

Pensava spesso a una frase di Musil, il lettore smemorato: «è del tempo di Socrate dirsi ignoranti, del nostro tempo essere ignoranti», e gli dispiaceva sapere che Musil aveva detto quella cosa a proposito del non sapere; e ancor di più gli dispiaceva sapere che Musil diceva quella cosa avendo in mente il celebre aforisma di Socrate «so di non sapere». Sapere tutte quelle cose lo gettava nello sconforto. «È segno che non ho dimenticato abbastanza» pensava, e si consolava al pensiero di aver dimenticato almeno il libro in cui aveva letto quella frase di Musil.
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