La capocciata

La capocciata, tratto da www.chinadaily.comPer una volta la diatriba della settimana (le diatribe moderne, si sa, durano al massimo una settimana) non è letteraria, ma pazienza. Da qui a lunedì prossimo si tratta di decidere, una volta per tutte, dove stia la ragione e dove il torto nell’ormai celebre episodio della capocciata. Innanzitutto occorre trovare un bel titolo alla diatriba, magari generalizzando un poco, per cercare di trarre dalla questione insegnamenti morali di portata universale. Dopo attenta riflessione, mi pare che il dilemma possa essere così rappresentato:

Se sia lecito per un uomo rifilare capocciate allo sterno di un avversario quando questi abbia rivolto alla propria sorella l’appellativo di prostituta.

La frase soprastante identifica un caso particolare all’interno di una questione generale, essendo questa la liceità delle capocciate allo sterno di un avversario e quello la fattispecie in cui il capocciato abbia rivolto l’appellativo di prostituta alla sorella del capocciante. Volendo generalizzare la questione, ci si potrebbe limitare a considerare la prima parte della frase. Tuttavia è evidente che procedendo in questo modo si snaturerebbe il problema, il quale verte non tanto sulla liceità delle capocciate sternali generalmente intese, quanto sull’uso delle medesime come reazione al sororale appellativo.

È universalmente noto, infatti, che azioni giudicate abominevoli per l’ordinario, possono essere lecite in casi straordinari. Valga per tutti l’esempio dell’omicidio, che ogni uomo assennato e retto giudica azione malvagia in generale, ma giustificabile qualora sia commesso per proteggere la propria vita o quella dei propri cari. Allo stesso modo occorre ragionare in questo caso: pur essendo la capocciata azione in sé deplorevole, qui si tratta di stabilire se non possa essere in certi casi – e in particolare nel caso di specie – reazione proporzionata a un’offesa subìta.

Occorre pertanto valutare se la proposizione tua sorella è una prostituta possa costituire offesa. Si osservi innanzitutto che detta proposizione può essere una constatazione o un’illazione. Constatazione nel caso in cui la sorella in questione eserciti regolarmente l’antico mestiere, illazione in caso contrario.

Nel primo caso la frase potrebbe risultare offensiva qualora il destinatario soffra per la professione della sorella, a causa di riserve di natura morale o di decoro. Sarebbe questa un’offesa simile a quella esemplificata dal detto rigirare il coltello nella piaga, ovvero provocare tormento e dolore non per curare una malattia, ma per puro sadismo.

Nel secondo caso la frase è certamente offensiva in quanto equivale a dire il falso sul conto della sorella. Tuttavia non è azzardato supporre che un’affermazione ugualmente falsa – come per esempio tua sorella è una docente di filosofia morale quand’ella sia in realtà direttore generale delle ferrovie – non risulti parimenti offensiva. È quindi ragionevole inferire che anche in questo caso la frase può costituire offesa solo se capocciato e capocciante considerano azione deprecanda l’offerta di prestazioni sessuali in cambio di denaro.

Sembrerebbe quindi che la veridicità dell’affermazione tua sorella è una prostituta non influisca in alcun modo sul suo potenziale offensivo, ma che questo si manifesti solo qualora l’emittente e il destinatario della proposizione condividano un giudizio negativo sulla prostituzione. Cosa questa quasi impossibile. Basta infatti pensare a quanti clienti fissi e occasionali utilizzano i servizi delle prostitute, per capire che si tratta di un mestiere molto apprezzato dalla stragrande maggioranza degli uomini e che pertanto è bassissima la probabilità che entrambi i protagonisti della vicenda in esame lo disprezzino.

Probabilità molto bassa, sì, ma maggiore di zero, come tutte le probabilità, quindi potrebbe anche accadere, ma si tratterebbe di un fenomeno così residuale da non meritare soverchie attenzioni. Tuttavia, dopo aver considerato attentamente la questione e averla partitamente analizzata, mi sembra opportuno tentare comunque una conclusione, per la quale rimando al paragrafo successivo.

Se un uomo chiama la sorella di un altro uomo prostituta con l’intenzione di offenderlo, e l’altro uomo si considera offeso al punto da ritenere giusto tirare una capocciata allo sterno del primo, è evidente che né l’uno né l’altro hanno mai usufruito dei servizi di una prostituta, perché in caso contrario né l’uno né l’altro considererebbero quell’appellativo un’offesa. Che due uomini siffatti si incontrino è evento decisamente straordinario e imputabile a somma sfortuna. Sono talmente disgraziati, i due, che aggravare il loro fardello giudicandoli sarebbe una crudeltà gratuita.

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14 Responses to “La capocciata”

  1. gabryella says:

    eeh, quante storie! a me sembra bonaria, equa, risolutiva, elegante, pratica e salomonica la modesta proposta avanzata da mamma zidane per chiudere definitivamente quest’oziosa diatriba (voglio i suoi testicoli su un piatto!)

  2. letturalenta says:

    La mamma del franco è una vera signora, ma mi permetto di sollevare umilmente una timida riserva sui di lei gusti alimentari. Poter dire “me so’ magnata quel coglione di Materazzi, e pure quell’altro” è certo una gran soddisfazione, e tuttavia.

  3. ipazia says:

    meraviglioso

  4. letturalenta says:

    Che è meraviglioso? Zidane, Materazzi o il piatto inventato dalla signora? :-)

  5. Effe says:

    non so voi, ma è mia pianificata abitudie prendere a capocciate le persone.
    Mi rubi il parcheggio? TUNF!
    Hai sessant’anni e indossi un pinocchietto? TUNF!
    Ascolti Gigi D?Alessio a tutto volume? TUNF! TUNF! TUNF!

  6. letturalenta says:

    Come avrebbe detto il glorioso Funari imitato da Corrado Guzzanti: ‘a capocciata. È taaanto libberatoria.

  7. Gabriella says:

    Ma qual’è il problema? Il francese capocciante è stato cartellinato ed espulso con disonore; l’italiano capocciato è andato a letto con la Coppa e ha dormito da Campione del Mondo (le maiuscole non sono casuali). Dovreste essere felici, che diamine. E invece ancora qui, a investire tempo, spazio ed energie su ‘sta faccenda. Qual’è il problema?

  8. michele says:

    Credo che sia opportuno dare una definizione al gesto di zidane. Io sostengo che puo tranquillamente entrare nella definizione di entelechia data da Ernst Bernhard, (la vita secondo un disegno). Assolutamente da non confondere, dal mio punto di vista, con quella di Leibniz. Tutto mi porta verso Bernhard…. forse anche letturalenta avrà avuto modo di scorgere le influenze e le congetture di questa mia ipotesi.

  9. kalle b. says:

    “Se sia lecito per un uomo rifilare capocciate allo sterno di un avversario quando questi abbia rivolto alla propria sorella l’appellativo di prostituta”

    in generale direi di no, ma forse, se sei alla finale del Mondiale, e diciamo che e’ la tua ultima partita, e c’e’ la possibilita’ concreta di portare la tua squadra al secondo titolo, e di passare cosi’ alla mitologia del calcio, facendo contenti in un sol colpo gli sponsor, Blatter, le famigliole, i bambini, Chirac, i tifosi, Beckenbauer, le mamme, la zia di Beckenbauer, le nonne, forse perfino Le Pen: be’ allora la risposta e’ si’, forse la capocciata va data. E Zidane, prima di voltarsi verso il Materazzi di turno, fa pochi passi, riflette, ci pensa, calcola: I balanced all, brought all to mind, oserei dire, come nella poesia di Yates :-)

  10. kalle b. says:

    ehm, volevo dire: Yeats!

  11. letturalenta says:

    Nessun problema, Gabriella, almeno non da parte mia. O meglio, un tentativo di alzare le gonne del problema per sbirciare quel che c’è sotto. Il post è ispirato più al gossip che si è sviluppato attorno alla vicenda che non alla vicenda in sé. A volte capita – e secondo me stavolta è capitato – che un evento di forte impatto emotivo diventi un’occasione per dar libero sfogo a pregiudizi e luoghi comuni.

    Michele, “non so che si dica Aristotile delle republiche divulse”, diceva Machiavelli, e così io dell’entelechia secondo Bernhard.

    Kalle, se non ho frainteso, tu interpreti la capocciata come beffa ai danni del conformismo piccolo borghese e delle sue derive politiche parafasciste. Ipotesi molto affascinante. Peccato che suoni così irrealistica :-)

  12. michele says:

    Bernhard, speravo che cogliessi o seguissi un filo di arianna, un interessate aspetto, dico solo un’aspetto, di “certa” letteratura… Hai parlato di pietre angolari… ciclopici edifici…. questa pietra lavorata da dove viene? In quale “cava” è stata estratta, e forse lavorata? Non interessa?

  13. letturalenta says:

    michele, qui ho parlato solo solo di calcio e di prostitute, non di letteratura.

    Saluto tutti e vado al mare. Mi raccomando: fate girare la lettera di Maria Pizzuto!

  14. michele says:

    Letturalenta, in equivoci in equivoci……
    Quello che volevo dirti è scritto nel percorso che ho tracciato qui, se non comprendi pazienza. (non mi sarò spiegato)

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