De te fabula narratur

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/S’intenda il presente post come introduzione, prologo, prefazione, preludio, antefatto, capostipite di una serie di altri che da lui discendono. Come i lettori meno portati allo zapping blògghico e più attenti ai dettagli avranno notato, infatti, questo post inaugura una categoria nuova di zecca denominata DTFN, dove lui e i suoi simili saranno custoditi per sempre (limitatamente alla fault tolerance del server che ospita letturalenta, si capisce).

L’illustrazione qui sopra esiste in modo del tutto indipendente dal contenuto del post. È la copertina di un libro creato nel 1999 dall’artista finlandese Saku Paasilahti e conservato nella biblioteca Rikhardinkatu di Helsinki, la cui galleria Web merita ripetute visite.

Prefazione
Il manoscritto che qui vado a illustrare brevemente è stato da me rinvenuto in una vecchia borsa diplomatica durante un trasloco, circa due anni fa, ma né allora né poi giovarono a qualcosa i miei sforzi di ricordare da chi l’avevo ricevuto e in quale occasione. L’ipotesi più probabile è che il plico sia stato abbandonato di proposito da un ignoto visitatore, in casa mia, quando la borsa era già in disuso e dimenticata in un ripostiglio.

Il manoscritto non fornisce indicazioni a parte il titolo, il sottotitolo e un nome che presumo dell’autore: Michele Levantoni, che non ho il piacere di conoscere. Dopo una veloce ricerca, posso affermare con ragionevole presunzione che il titolo è tratto da Orazio, Satire I, 1, 69:

Quid rides?
Mutato nomine de te fabula narratur

generalmente letto come ironico avviso al lettore che le finzioni letterarie parlano in realtà di lui, che ridendone ride di sé stesso.

Il testo è il monologo di un racconto che espone la sua vita e le sue opinioni al lettore, dandogli del tu. Questa bizzarra autobiografia è interrotta in tre punti da altrettante novelle, che a prima vista sembrerebbero… racconti scritti dal racconto narrante. Un discreto guazzabuglio, non c’è che dire.

Narrando di sé stesso, il racconto descrive l’ambiente in cui vive assieme ai suoi colleghi ed espone le sue opinioni sulla letteratura e sul rapporto fra letteratura e umanità. Per dirla altrimenti, si tratta di un discorso sulla narrativa dal punto di vista di un racconto, un po’ come se un’automobile parlasse di automobilismo o un cavallo di equitazione.

Il motivo per cui ho deciso di pubblicarlo su un blog è che a un certo punto il testo reclama glosse, o chiose, che egli stesso distingue dalle interpretazioni e dai commenti dei critici letterari (sui quali, peraltro, esprime opinioni non troppo lusinghiere). La chiosa che egli desidera è la risposta naturale del lettore, diciamo la trascrizione immediata di quei sussulti, riconoscimenti e piccole epifanie che chi legge abitualmente testi narrativi conosce bene. Ecco le parole esatte, che compaiono nel ventiduesimo capitolo:

Se mai verrò trascritto su un supporto libresco, vorrei che la metà destra delle pagine fosse lasciata a disposizione della glossa. Qui tu potresti tracciare i segni che ti vengono in mente man mano che ti leggo: parole staccate; piccole esclamazioni di stupore o di disappunto; grafismi indecifrabili; disegni infantili o ritratti artistici; sonetti estemporanei o un intero poema in distici elegiaci. Vorrei che dopo il mio explicit restassero almeno sedici fogli bianchi, qualora la tua risposta mi superasse alquanto in lunghezza. La tua glossa, ne sono certo, non sarebbe un’arida interpretazione della mia opera, ma una chiosa appassionata a te medesimo.

Il blog mi è quindi sembrato il luogo ideale per ricevere questo reperto, un luogo già attrezzato per esaudire i suoi desideri: ampi margini bianchi appositamente pensati per lasciare commenti, o chiose, o glosse che dir si voglia.

Per ora mi limito a deporre qui il titolo, il sottotitolo e l’epigrafe del manoscritto. Nei prossimi mesi – secondo l’estro, l’umore e le condizioni atmosferiche – verrà il resto.

Titolo: De te fabula narratur
Sottotitolo: Monologo per voce narrante e lettore debole

Epigrafe:
Con ciò ho detto quanto credevo di dover dire ai lettori. Resta solo da trovare questi, cioè appunto i lettori.
(Erich Auerbach, Mimesis)

18 Responses to “De te fabula narratur”

  1. gabryella says:

    ho capito bene..intendi lanciare esche per il lettore? come ne “la vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo” di laurence sterne?
    (credo che abboccherò)

  2. letturalenta says:

    A voler essere precisi, ammesso che essere precisi sia un pregio, il lanciatore di esche è il manoscritto medesimo: fu lui a introdursi di soppiatto in casa mia; fu lui a farsi trovare casualmente; è lui a reclamare chiose e a ipotizzare improbabili trasposizioni libresche (esche… esche… esche… :-)).

    (A titolo di curiosità, il tomo in questione accenna a Tristram Shandy nel capitolo nono, definenedolo amico suo…)

  3. gabriella says:

    Credo proprio che abboccherò anch’io. Peccato non avere baffi, chè altrimenti già me li starei leccando.

  4. letturalenta says:

    Ho preso 2 gabr*elle! Mica male quest’esca…

  5. gabriella says:

    Due gabr*elle di cui una proustiana e l’altra musiliana. troppo divertente :-)
    Cmq se volete dalla prossima volta mi firmo gabrilu, così evitiamo confusioni

  6. letturalenta says:

    Per me la distinzione i/y e i rispettivi link sono più che sufficienti. Ci porremo il problema alla prossima gabr*ella che abbocca :-)

  7. ciao, sono gabriello…

  8. letturalenta says:

    Ciao gabriello! Musiliano o proustiano?

  9. gabryella says:

    (a prop di musil/proust, ecco una segnalazio’, per gabriella: http://www.auditorium.com/eventi/4422727)

  10. letturalenta says:

    “psicopatologia come cambiamento prospettico della percezione e della cognizione”: potrebbe essere il titolo di un saggio del prof. Letturalenta!

  11. gabriella says:

    cara gabryella, ti ringrazio del gentil pensiero. Conoscevo quell’iniziativa e sarei molto curiosa e interessata, come puoi immaginare, ma non si può star dietro a tutto… Accostare Proust e Musil è cosa particolarmente rara (non succede praticamente mai). Noi due potremmo fare da apripista…

    (Chissà perchè mi sento tanto un personaggio di Fahreneit 451, in questo momento :-))

  12. letturalenta says:

    Care gabr*elle, cari gabr*elli, deposito qui un pensiero laterale rispetto a Proust e a Musil (che il Parnaso li culli in eterno): noto che questo post inaugurale ha evocato finora nientepopodimeno che Sterne, Proust, Musil e Bradbury. Mai nuova categoria blogghica ebbe numi tutelari così numinosi!

  13. michele says:

    (io andrei piano con l’ultima parola di tudoraggio)Io che sono notoriamente senza qualità e il tempo perso non lo mai potuto ritrovare perchè non ho nessuna qualità da ritrovare, neppure con orologi appositamente pre-disposti; e alle esche io ci cado perchè preferisco gli ami (quasi metafisico, altrimenti poetico masochista)Domani come si sa è onomastico d’arcangeli, solo forse, tale vicinanza mi può salvare? Se si prego non rispondere, i fatti si negano e si accertano da soli. (questo commento è nella media incomprensibile mia, l’importante è rimanere costanti nell’inqualità manifesta.) Credo

  14. letturalenta says:

    Michele, una delle mie poche convinzioni è che quando si affida un pensiero alle parole, specialmente alle parole scritte, l’incomprensibilità è un risultato altamente probabile. Spesso non capisco quel che scrivi, è vero, ma come dico talvolta – un po’ in bilico tra il serio e il faceto – è certamente colpa mia. E, aggiungo, che io capisca o meno è del tutto irrilevante.

  15. Letturalenta, abbocco anch’io:-)

    @ Michele

    Domani, festa di San Michele, si tiene a Lucca l’ultima Fiera del Settembre lucchese. Grande giornata per la città. E naturalmente anche per te! Buon onomastico.
    Bart

  16. michele says:

    Grazie Bart, grazie di cuore.

  17. michele says:

    A let. Nulla sfugge a questo comando.

  18. gabryella says:

    michele, raffaele, gabriele – gli arcangeli, Bart, si festeggiano insieme

    – auguri, Michele

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