Archive for November, 2006

Beckett e Pirandello, via Pizzuto

Tuesday, November 7th, 2006

Antonio Pizzuto e Andrea CamilleriQuesta testimonianza di Andrea Camilleri su Antonio Pizzuto è stata pubblicata nell’edizione di Ravenna uscita per i tipi di Polistampa nel 2002 a cura di Antonio Pane. La ripropongo qui per gentile concessione dell’editore. Questo brano di Andrea Camilleri non può essere riprodotto senza l’esplicita autorizzazione di Polistampa.

Due debiti con Pizzuto

di Andrea Camilleri

Di e su Antonio Pizzuto si è detto e discusso tanto che oggi uno storico della letteratura italiana del ‘900 non può che ripercorrere sentieri già battuti, è costretto a riproporre un misto di luoghi comuni (lo scarto tra il tardivo esordio e l’assoluta novità della proposta, ad esempio) e di acutezze continiane. Non essendo né un recensore né uno storico, qui mi piace dire in tutta libertà del mio personale rapporto di lettore. E di debitore. Debitore non in quanto scrittore, ma in quanto uomo di teatro.

Ebbi la fortuna d’imbattermi nella prima edizione di “Signorina Rosina” nel 1956 in una libreria di Roma. Ne sfogliai qualche pagina, le odorai, sapevano di buono, andai alla cassa. Non sempre capita che sia tu a comprare un libro, certe volte succede che il libro si faccia comprare da te. Nei giorni seguenti lessi il romanzo almeno tre volte, sempre più preso e divertito, ricordo persino che a un certo momento mi provai (cosa che prima non avevo mai fatto) a munirmi di penna e matita per tracciare una sorta di, per dirla con Ruggero Jacobbi, minima statistica delle presenze della signorina Rosina nel suo continuo apparire e sparire da fiume carsico, nel suo ripresentarsi di volta in volta trasformata, altra (zingara, asina, cuoca, ecc.). Questo certosino esercizio, se non mi fornì del tutto la mappa del labirinto, mi mise almeno in grado di conoscere l’elemento principale del labirinto stesso, vale a dire la mancanza del senso del tempo come viene comunemente e rassicurantemente inteso anche in narrativa, dove l’azzardo è il flash-back, l’alterazione sequenziale, il monologo interiore. Qui è diverso. È infatti praticamente impossibile rispondere a questa pur semplice domanda: in quale arco temporale si può racchiudere la vicenda del romanzo? Pochi anni? Dieci anni? Una vita? Oppure si tratta, cito ancora Jacobbi, di una atemporalità che è il significato immanente di un’attesa perpetua?
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Da Huet ad Auerbach a Genette

Sunday, November 5th, 2006

Frontespizio del Trattato sull'origine dei romanzi di Pierre-Daniel Huet, tratto da http://vibrissebollettino.net(continua da qui)

I lettori dilettanti – schiera alla quale appartengo – hanno un vantaggio impagabile sui lettori di professione: possono leggere quello che vogliono. Il programma di lettura del lettore professionista è dettato da scadenze editoriali, impegni culturali, necessità di aggiornamento e altre consimili urgenze di lavoro, mentre quello del lettore dilettante si determina quasi da solo, di lettura in lettura: ogni libro chiama il successivo senza rispettare percorsi obbligati. Il lettore dilettante può decidere, per esempio, di compulsare l’opera completa di un autore, oppure di esplorare la produzione di un secolo di suo gradimento, semplicemente perché in quel dato momento gli va di farlo. Ecco perché nella mia libreria arlecchinesca – fra romanzi d’ogni colore, guide turistiche, novelle, manuali di cucina, cantiche, epistolari e biografie – è possibile trovare libri come Mimesis di Erich Auerbach (1946) o Figure III di Genette (1972), pilastri rispettivamente della critica stilistica e della narratologia: mi andava di leggerli e li ho letti e, avendoli letti, non ho potuto evitare che la lettura del Trattato li evocasse fin dalle prime righe:
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L’ultima frontiera dello spam

Friday, November 3rd, 2006

Va be’, può anche darsi che sia la penultima frontiera, non l’ultima, dato che io non sono particolarmente esperto della questione, ed è facile che mi sia perso qualche puntata. Sia come sia, la cosa è divertente, quindi la condivido coi lettori di passaggio.

Il metodo più comune per veicolare spam sui blog è quello di inviare raffiche di commenti contententi link ai siti che lo spammer vuole pubblicizzare. I commenti arrivano solitamente su vecchi post, forse nella speranza che siano meno controllati dal titolare del blog e quindi meno soggetti a operazioni di bonifica. Nel mio caso a questo tipo di spam ci pensa Akismet, un plug-in che, già che siamo in tema, consiglio vivamente a chi ha un blog gestito con WordPress. Da quando l’ho installato, circa tre mesi fa, ha bloccato oltre 16.000 commenti di spam senza un falso positivo che sia uno, cosa quest’ultima che ha del miracoloso.

Bene, questo fino a ieri. Oggi sono andato a curiosare nelle statistiche Technorati di letturalenta, trovando due nuovi link dall’aria alquanto sospetta:
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Paolo Giovio, Elogi degli uomini illustri

Wednesday, November 1st, 2006

Paolo Giovio, Elogi degli uomini illustriÈ uscito uno dei più bei libri italiani di sempre, anche se è scritto in latino. Trattasi degli Elogia veris clarorum virorum imaginibus apposita, quae in Musaeo Ioviano Comi spectantur (Venezia 1546), che uniti agli Elogia virorum bellica virtute illustrium (Firenze 1551) formano il volumone Elogi degli uomini illustri curato da Franco Minonzio per i «Millenni» di Einaudi. È la prima traduzione integrale dei celebri Elogia o Ritratti di Paolo Giovio, gran libro la cui unica menda visibile è il non modico prezzo di 90 euro, ma pazienza.

Paolo Giovio (1483-1552) era un tipo alquanto eccentrico: medico, filosofo, vescovo, finissimo letterato e umanista, ma soprattutto grande amante e praticante del pettegolezzo più sfrenato. Nel 1538 iniziò la costruzione di una magnifica villa sul lago di Como, che nelle sue intenzioni doveva diventare Museo, ovvero luogo dedicato alle muse, aperto alla visita di amici e conoscenti. La villa comprendeva una galleria in cui erano esposti circa duecentocinquanta ritratti di celebrità antiche e moderne collezionati da Giovio nell’arco di tutta la vita. Gli Elogia furono inizialmente concepiti come cartigli destinati a illustrare questi ritratti.
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