Approfitto di questo annuncio – beceramente copincollato con pochissime varianti da quello di Giulio Mozzi in vibrisse – per comunicare al lettore di passaggio che sono vivo, sto bene e lotto insieme a lui. Spero di poter riprendere presto ad aggiornare letturalenta a intervalli leggermente meno che geologici.
Martedì 12 dicembre alle ore 18, a Milano presso la Libreria Feltrinelli di via Manzoni 12 (due passi dalla Scala), vibrisselibri presenta i suoi primi due libri: L’organigramma di Andrea Comotti e Una tragedia negata di Demetrio Paolin. Saranno presenti gli autori, Giulio Mozzi, e Margherita Trotta della redazione di vibrisselibri. Altre vibrisselibraie e altri vibrisselibrai (quorum ego) si confonderanno tra la folla.
Lettori tutti – specialmente se milanesi e limitrofi – partecipate numerosi!
tu ci vai? quasi quasi se posso…
zop, non mancare! Io ci sono, sarò uno di quelli confusi (nel mio caso, molto confuso) tra la folla.
credo che mi confonderò anch’io
C’è mica Imbriani, qui?
Maria! Guarda che l’ho visto, l’erostratos, l’ho visto eh! Digli pure che appena lo becco gli faccio un mezzo che giustifica i fini, gli faccio.
Mel e zop, se c’eravate e non vi ho visti mi dispiace un sacco. Se non c’eravate, pazienza. In ogni caso sono sicuro che ci saranno altre occasioni.
epperò, non è punto giusto che noi s’abbia a patire di detti tuoi rinnovellati ancorché pugnaci impegni
gabryella, c’era una cosa che soleva dirsi al Tassinari quando pareva che… una specie di augurio ecco… che andasse e tornasse… Che se mi autorizzi tu la dico (ma la saprai di certo)… ma se la sai perché, perché non la dici?
Ma… dilla!
ma no, era un’idea. dovrai pure rimpinguare la tua plèiade onorata, prima o poi. te ne dico un altro, mi’: il lorenzo viani scrittore. anche il pittore, si capisce, ma nella fattispecie lo scrittore. cioè, convulso scialatore della lingua non che nocchiero degli eslegi, e nero, famelico, affebbrato come un lupo. quel bel cofanaccio vallecchiano dei vàgeri l’hai mai azzannato? [dicesi vàgero, da navagero, l’uomo di bordo rotto a tutti i perigli e a tutte le navigazioni: uomo d’onore e di rispetto. da vagàtio il vagare e fors’anche da vage – sparsamente, qua e là – perché si dice pure del vagabobondo terrazzano.] e quella parigi patibolare di ponte alle grazie?
Maria, non mi mettere in imbarazzo la gabry! Mi spedisco da solo, guarda: Ma vaffanculo, Tassinari, va’!
Erostratos, ma che scherzi? Ma ti pare che uno come me – lettore lento oltre ogni dire e in progressione lineare alfabetica – possa essere già arrivato alla ‘v’ di Viani? per tacere della ‘v’ di Vallecchi e della ‘v’ di vàgero. Or non è guari, però, mi sono immerso nelle pagine straordinarie di un altro grande genio guastatore delle patrie lettere, Paolo Giovio, e ieri, con improvviso piglio da gambero, ho comprato ‘Le diaboliche’ di Barbey D’Aurevilly (che non so ancora se classificare sotto la ‘b’ o sotto la ‘d’).
Come vedi sono troppo preso da mille cose, quindi facciamo così: mi mandi rece, saggi o quant’altro ti viene in mente su Imbriani, Viani o chi vuoi tu e io te li parnasizzo qui, all’istante e a occhi chiusi.