Variazioni sul gatto [2]

Wanda Wulz, io gatto (1932), Copyright Foto Alinari, tratto da http://nicolas.lo.free.frLegenda: E=erostratos; L=letturalenta.. Tutte le variazioni sul gatto

10 gennaio (E a L)
macché vaìni… non è che disegni spessissimo. ogni tanto mi arriva qualche richiesta per lavori di grafica, ma è tutta roba estemporanea o sottobanco. a volte non li firmo nemmeno.

Forse dovrei darmi al fumetto porno. guarda serpieri (grande disegnatore western): ci ha messo poco a capire che il culo di druuna è più lucrativo dei baffi del generale custer. oh, magari lo faccio sul serio. sotto pseudonimo chiaramente: mi firmerò ‘el garufo’.

10 gennaio (L a E)
Comprato e letto Comisso. Da un lato sono rimasto basito, perché i punti di contatto che hai rilevato tu ci sono tutti; dall’altro le differenze mi hanno tranquillizzato: va bene che scrivere è sempre un plagio, dico, ma vestire i panni di Pierre Menard non mi attira granché!

La differenza principale è che lui è Comisso e io no, ma a parte questo mi sembra che la visione del mondo quasi spinoziana del suo personaggio (tutto è necessario, non esiste libero arbitrio, la natura non ha fini, ecc.) sia molto diversa da quella del mio gatto, che sa benissimo che tutta la natura tende al ben preciso scopo di farlo fuori. :-)

Ho letto anche l’introduzione di Piovene, che mi è piaciuta molto, specialmente quando difende l’approccio non ideologico e apolitico di Comisso alla letteratura. E poi dice che Comisso ha un rapporto “asintattico” col mondo, cioè che non vede gerarchie e nessi causali fra le cose, ma si limita a registrarle man mano che appaiono e che accadono. Mi ricorda molto i miei percorsi libreschi rigorosamente casuali e garibaldini.

10 gennaio (E a L)
il gatto di comisso… beh, se non ci fossero sostanziali differenze non sarebbe più una semplice citazione. un’altra cosa inquietante è che nell’incipit del secondo paragrafo citi testualmente il titolo del racconto di comisso. non così, nel mezzo e come per caso, ma proprio nell’attacco della prima didascalia in corsivo.

c’è un bel racconto (nel sillabario n.2 di parise, voce: POESIA) dedicato a comisso (mai nominato, ma si cita il suo libro ‘amori d’oriente’), che coglie in modo abbastanza lirico e sottile il suo particolare ‘vitalismo’.

11 gennaio (L a E)
E da Comisso passi a Parise. Senti, ma mi spieghi come fai? non dico a sapere *tutto* di letteratura e non solo, ma ad avere sempre in mente i nessi tra autori, temi, libri. Weltanschauungen, perfino! Ma come minchia fai? Mi fai un’invidia, guarda, ma un’invidia… :-)

12 gennaio (E a L)
macché! sono ben lontano dal sapere tutto, e per giunta quello che so lo dimentico in fretta. oh, meglio così, altrimenti cosa ci starebbero a fare le enciclopedie? temo che per me l’erudizione fosse una causa persa già a 15 anni. quando nuotavo – due ore in vasca ogni giorno – a stento riuscivo a fare le menate di scuola, figuriamoci il resto. poi disegnavo, cazzeggiavo in giro etc. no, davvero, leggere “tutti i libri” mi è sempre sembrata un’idiozia. se vogliamo, un libro non è così diverso da un collo: c’è chi lo guarda come lo guarderebbe kant, per la pura forma, e c’è chi lo guarda come lo guarderebbe dracula, per il sangue che se ne può cavare, e scusa la truculenza, ma io l’ho sempre guardato nel secondo modo. :D sono uno spettatore *interessato*. ergo rabdomantico e selettivo.
è che col tempo, bene o male, le letture si sono accumulate, e qualcosa ti rimane. comunque una toccatina alle palle me la do lo stesso, se non ti dispiace. :)

a propos: una volta accennasti alla sconfortante corrispondenza fra hermann hesse e i suoi lettori. ti riferivi per caso a qualche saggio specifico?

12 gennaio (L a E)
Vabbe’, sarai anche lontano dal sapere tutto, ma qualcosina sai, suvvia.

Però quello che mi ha sempre sbalordito di te non è tanto la quantità di conoscenze, quanto l’agilità con cui trovi nessi, collegamenti, percorsi. Come quella volta che – dato il tema “amore” – hai sparato una bibliografia ragionata di trenta e passa titoli. Roba che neanche Steiner.

Ma poi, alla fine, sei riuscito a farle tutte quelle cose? Perché se ci sei riuscito ti eleggo seduta stante a mito vivente, neh. Io da piccolo volevo fare il rentier, ma ho miseramente fallito :-)

Quello di Hesse era un estratto del suo epistolario privato pubblicato negli Oscar Mondadori col titolo “Il gioco della vita”.

(Continua)

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