Ad Peram

Marcello Pera, tratto da www.senato.itSulle coppie di fatto non esiste un vero problema. Non lo hanno le stesse coppie di fatto, le quali, avendo liberamente scelto di essere di fatto, non chiedono di diventare di diritto. (Marcello Pera, La Stampa, 30 aprile 2007)

Eccellentissimo Senatore Marcello Pera,
fa sempre piacere leggere le sue parole, perché offrono infallibilmente alle anime semplici un’inattesa occasione di accrescere la loro dotazione di autocoscienza e rettitudine morale. Prima di leggere la sua frase, infatti, m’illudevo che non essere io re d’Inghilterra – cosa che desidero da sempre – fosse tutto sommato una condizione di fatto, qualcosa di non imputabile a una mia negligenza o un difetto della legislazione d’oltre Manica.

Ora non più.

Ora, grazie a lei, so per certo che non sono diventato re d’Inghilterra per mia libera scelta! Ho scelto io di essere un cittadino italiano affatto privo di sangue regale, quindi devo smetterla di imputare il mio fallimento all’avverso destino o alla mancanza di leggi che mi consentano di salire al trono. Non posso accusare altri che me stesso, per non aver esercitato in modo più opportuno il mio libero arbitrio. Potrò mai ringraziarla abbastanza? Eppure sappia che c’è ancora chi, nella nostra bella Patria, rifiuta il suo verbo di saggezza e persevera caparbiamente nell’errore. Ho potuto sperimentarlo di persona e voglio raccontarle com’è andata, certo che lei saprà trarre da questo episodio materia per ulteriori profonde riflessioni filosofiche.

Forte della luce e della consapevolezza che ho ricevuto dalle sue parole, ho ben pensato di estenderle ai coinquilini del quarto piano: sono due uomini ultraottantenni, vedovi da tempo, amici da quando erano bambini. Una decina di anni fa hanno deciso di andare a vivere assieme per risparmiare un po’ sulle spese: una lavatrice consuma meno di due, un affitto pesa meno di due, e con due pensioni da cinquecento euro al mese non c’è molto da scialare. Sono contenti, tutto sommato, ma gli anni passano e, se uno dei due morisse, l’altro dovrebbe arrangiarsi con la metà dei soldi. Questa eventualità un po’ li preoccupa, al punto da desiderare una legge che consenta la reversibilità delle loro pensioni.

Sono dunque salito da loro l’altro ieri, ho letto ad alta voce il suo articolo, e poi ho preso ad arringarli a dovere, affinché s’incamminassero sulla retta via e considerassero serenamente una libera scelta la loro situazione di fatto. «Ma che volete mai dalla vita?» ho detto loro con una certa enfasi «Avete scelto voi di nascere maschi, no? Se uno dei due avesse liberamente scelto di nascere femmina, magari vi sareste sposati, e oggi non sareste in queste condizioni. E ve l’ha forse ordinato il dottore di fare i manovali tutta la vita per avere poi solo cinquecento euro di pensione? Potevate studiare ingegneria, o medicina, o magari filosofia. Guardate il senatore Pera, che è filosofo, dove è arrivato. La verità è che prima avete liberamente scelto di essere di fatto quel che siete, e adesso venite a lamentarvi e a chiedere una legge che vi tolga d’impaccio. Malvagi! Reprobi! Pusillanimi! Convertitevi qui e ora al perapensiero e accettate il vostro destino!».

Senatore, lei non ci crederà, ma i due si sono alquanto alterati. Purtroppo per me essi sono sì anziani, ma ancora robusti e di rudi maniere. M’hanno dapprima malmenato, poi buttato fuori di casa con modi affatto inurbani, tutto pesto e malconcio. Ecco cosa succede a chi tenta di diffondere la luce della conoscenza presso uomini votati all’ignoranza e all’oscurità.

Ma io non demordo, no. Seguirò il suo insegnamento. Dedicherò il resto dei miei giorni a scegliere liberamente di essere di fatto quel che voglio. Prenderò quanto prima la cittadinanza britannica, abbraccerò la fede anglicana, mi batterò per abolire l’ereditarietà della monarchia e, se la camera dei Lord si opporrà, mi applicherò con zelo all’eliminazione fisica dei pretendenti al trono meglio piazzati di me sulla linea di successione.

Ho liberamente scelto di essere di fatto re d’Inghilterra e lo sarò! E non dubiti, caro Pera, quando cingerò la corona mi ricorderò di lei e le invierò un segno tangibile della mia gratitudine regale.

Devotamente suo

Letturalenta

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10 Responses to “Ad Peram”

  1. Bello e divertente (il che che non guasta). Molte volte, quando ho ascoltato o letto Pera, mi è venuto alla mente un brano proustiano:

    “È alle idee che non sono, propriamente parlando, tali, alle idee che, non riferendosi a niente, non trovano nessun punto d’appoggio, nessuna fraterna ramificazione nella mente dell’avversario, che questi, alle prese col puro vuoto, non trova niente da rispondere. Gli argomenti del signor di Norpois (nel campo dell’arte) non ammettevano replica perché non avevano realtà.”

    Ecco, basta sostituire al “signor di Norpois” “il signor di Perà” e a “nel campo dell’arte” ” nel campo dei diritti civili” e il gioco è fatto.

    P.S. la traduzione è di Raboni.

  2. Per Giove pluvio Mylord! Il buonsenso la diserta?
    S’affretti ad incipriarsi la parrucca che siamo di turno a sprimacciare il Woolsack…

  3. letturalenta says:

    Hola Gaspariñez, nobile hidalgo y caballero. Posso offrirle un tè, mentre firmo l’ordine di estinzione dei Windsor fino al centosettantesimo grado di parentela?

    Orpo Giuseppe! Schierare Proust e Raboni contro Pera è una cattiveria sublime: bravo!

  4. gabryella says:

    come ripiego (nell’ipotesi che i windsor dovessero liberamente scegliere d’opporsi all’estinzione), potresti sempre decidere di rivendicare liberamente il regno d’italia – e, secondo me, il momento sarebbe anche favorevole..l’unica débâcle, è che ti toccherebbe volitivamente affrontare la libera scelta della schiatta savoia d’azzerarti, passando dalle vie di diritto a quelle di fatto

  5. letturalenta says:

    d’altronde, siamo razionali, anche se i savoia hanno perso il diritto a un regno di fatto, nessuno può negare il fatto che abbiano il diritto di scegliere liberamente di ess… aiuto!

  6. kalle says:

    mi hai fatto sorridere (strano perche’ in genere quando leggo di Pera mi vengono i nervi)

  7. letturalenta says:

    kalle, a me Pera fa ridere di suo. Certo, a prenderlo sul serio ci sarebbe da piangere, però non ci riesco a prenderlo sul serio.

  8. Se vuoi DAVVERO diventare Re d’Italia, allenati a ripetere:
    non sapevo che era minorenne
    non sapevo che era minorenne
    non sapevo che era minorenne
    non sapevo che era minorenne
    non sapevo che era minorenne
    non sapevo che era minorenne

    al primo fosse, cambia ragazza e ricomincia…

  9. marcellopera says:

    Quando si parla di me vuol dire che siamo alla frutta

  10. […] Marcello Pera è stato radicale offre nuove possibilità cognitive, mostra angolini di senso che prima di ieri il debole lanternino del cercatore d’uomini che è in me non aveva illuminato. Non posso […]

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