Kit di resistenza al negazionismo

Dice Eugenio Mastroviti in questo post:

Bisognerebbe semplicemente iniziare una campagna che spieghi, esattamente, chi è Faurisson, chi sono i negazionisti, che razza di ciarlatani siano (prove alla mano: che Irving, quell’altro paladino della libertà di espressione, s’è fatto molto male per aver querelato chi lo contraddiceva), e soprattutto che paladino di ciarlatani sia il “professor” Moffa.

Io, le campagne, non sono capace. Però il kit di resistenza al negazionismo lo si condivide sempre volentieri, non c’è problema.

Un buon punto di partenza è il blog di Deborah Lipstadt, una studiosa americana che fu querelata per diffamazione dallo storico negazionista David Irving nel 2000. Irving perse la causa, tentò l’appello, perse anche l’appello. Tutti gli atti e i documenti del processo sono in rete sul sito Holocaust Denial On Trial. Notevole il dispositivo della sentenza di primo grado (sezione The Judgment), un tomo di oltre 300 pagine in cui il giudice Charles Gray, assolvendo la Lipstadt, trae alcune interessanti conclusioni sulla figura di David Irving. Vale la pena citare alcuni paragrafi (la traduzione è mia e io non sono un traduttore esperto, quindi segnalatemi eventuali errori):

13.51: Irving treated the historical evidence in a manner which fell far short of the standard to be expected of a conscientious historian. Irving in those respects misrepresented and distorted the evidence which was available to him. Irving ha trattato le prove storiche in un modo abbondantemente inferiore agli standard che ci si aspettano da un storico coscienzioso. Sotto questo aspetto Irving ha travisato e distorto le prove che aveva a disposizione.

13.95: It appears to me to be incontrovertible that Irving qualifies as a Holocaust denier. Mi sembra incontrovertibile che Irving sia qualificabile come un negatore dell’Olocausto.

13.105: The inference which in my judgment is clearly to be drawn from what Irving has said and written is that he is anti-semitic. A mio giudizio si deve chiaramente inferire da ciò che Irving ha detto e scritto che egli è antisemita.

13.115: I am satisfied that Irving has associated to a significant extent with the following individuals: Frey, Deckert, Althans, Philip, the Worches, Christophersen, Staglich, Rami, Varela, Zundel, Remer, Weckert and Faurisson. They are described in paragraphs 10.8 to 10.25 above. They are all right-wing extremists. I have no doubt that most, if not all of them, are neo-Nazis who deny the Holocaust and who are racist and anti-semitic. Sono convinto che Irving sia associato in modo significativo ai seguenti individui: Frey, Deckert, Althans, Philip, i Worches, Cristophersen, Staglich, Rami, Varela, Zundel, Remer, Weckert e Faurisson. Questi sono descritti nei paragrafi 10.8 a 10.25. Sono tutti estremisti di destra. Non ho dubbi che la gran parte, per non dire tutti costoro, sono neonazisti che negano l’Olocausto, e che sono razzisti e antisemiti.

Va’ tu a sapere perché mai Claudio Moffa, fine africanista, invita ai suoi seminari un tale che una corte di giustizia inglese ha definito neonazista, negazionista, razzista e antisemita.

Il blog di Deborah Lipstadt fornisce altri due link interessanti per chi voglia documentarsi:

Il progetto Nizkor
Il progetto di storia dell’Olocausto

Aggiungo anti-rev.org, una preziosa collezione di scritti sulla storia della Shoah e sul negazionismo, in francese e inglese. Qui il professor Moffa potrà leggere, fra l’altro, come studiosi del calibro di Pierre Vidal-Naquet e Nadine Fresco demolivano già trent’anni fa le idiozie negazioniste di Faurisson, un tale che una corte di giustizia inglese ha definito neonazista, negazionista, razzista e antisemita.

Ma come, dirà il mio povero lettore non poliglotta, tutti i siti che hai citato sono in inglese o in francese. Non c’è niente in italiano? Ecché, dico, posso mica fare tutto io, no? Datevi da fare, su: segnalate, segnalate. Comincio io a segnalare L’alfabeto di Auschwitz, curato dalla mia amica Isabella Zani, e il blog di Rudy M. Leonelli, che ha commentato il mio post dell’altro giorno sulla vicenda di Teramo. Mi sembra uno pratico. Se avesse voglia di segnalare altre attrezzature di resistenza al negazionismo, magari in italiano, gliene sarei grato.

3 Responses to “Kit di resistenza al negazionismo”

  1. Rudy says:

    Molti riferimenti, o “utensili” si trovano nelle note degli interventi (individuali o a più mani) che ho/abbiamo pubblicato e che, a partire dal giorno della memoria di quest’anno, ho deciso di cominciare a rendere accessibili in rete.

    Intanto, ho inserito letturalenta (che non conoscevo e che ho trovato in questi giorni cercando “negazionismo” su Wikio, http://www.wikio.it/ ) nella rubrica feedback di incidenze e, ancora, il link al post su Teramo nella rubrica “posizioni”.

    Forse eventi come le resistenze alla fallita conferenza di Teramo stanno funzionando come focolai di comunicazione, momenti di presa di responsabilità e di riflessione pubblica, che potrebbero favorire la costruzione di uno spazio, di luoghi di elaborazione e di iniziative tese a smontare i congegni negazionisti.

  2. Rudy says:

    Ripensandoci, hai posto una domanda importante: contro il negazionismo, quali sono, in internet, le risorse in lingua italiana?

    In realtà non sono particolarmente “pratico” in questo ambito. La maggior parte dei miei riferimenti, in questi anni, sono stati cartacei.

    Ma, a partire dalla questione che hai posto, ho dato una prima occhiata in rete. Ci sono varie cose, che dovrei – appunto – leggere lentamente, per valutare.

    Intanto raccolgo il tuo invito segnalando una breve pagina:

    “Indicazioni per riconoscerei tratti del negazionismo” (a cura di G. Cimalando):

    http://www.pavonerisorse.to.it/storia900/strumenti/negazionismo.htm

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