L-égalité

Nicolas Sarkozy, tratto da en.wikipedia.orgIeri Nicolas Sarkozy è stato eletto presidente della Repubblica francese. Auguri a lui e ai francesi.

Oggi, vagolando per il Web, mi è caduto l’occhio su questa lettera inviata a Repubblica da Claudio Poverini, dipendente del Quirinale, gran lettore di quotidiani (due al giorno, dice), candidato municipale nella lista Roma per Veltroni, fedele spettatore di trasmissioni televisive come Matrix e Ballarò. Nella lettera Poverini dice in sintesi che, a dispetto della sua formazione e del suo quotidiano agire come uomo di sinistra, si rende conto di non essere immune da pensieri e opere di stampo razzista, in particolare verso gli immigrati. Ecco un esempio tratto dalla lettera:

Altro giro sul tram, affollato. Sale una vecchietta, si avvicina ad una ragazza di colore, la più vicina all’entrata e seduta tra altre 2 persone anziane e, gentilmente, le chiede il posto: prima non risponde e poi, all’insistenza dell’anziana biascica un “vaffanc.. vecchia puttana”. Il vecchietto seduto si alza per darle il posto: io intervengo per dire che non è giusto, lei è giovane e può benissimo alzarsi per una vecchietta. Quella si alza, mi guarda, dice qualcosa e poi mi sputa la gomma americana che ciancicava: l’ho presa per il colletto e l’ho sbattuta fuori dal tram, alla fermata. Tutti ad applaudire ma io mi sono vergognato come un ladro per la mia reazione ed alla fermata successiva sono sceso.

Sia lode al Poverini per il coraggio di autocensurarsi e di vergognarsi dei propri eccessi. Meno lodevole, a mio avviso, la risposta di Corrado Augias, che parte proprio da un elogio di Sarkozy – «se Nicolas Sarkozy ha conquistato l’Eliseo è anche per come ha affrontato prima da ministro dell’Interno, poi durante la campagna elettorale il tema dell’immigrazione» – e prosegue con una domanda impegnativa:

sul punto specifico dell’immigrazione dove si collocano oggi i confini tra destra e sinistra?

Al che uno si aspetta che Augias confermi l’esistenza di un confine ed elenchi almeno per sommi capi quello che sta a destra del confine e quello che sta a sinistra. Invece no. Augias preferisce fornire un elenco di atteggiamenti che a suo dire non possono più essere considerati patrimonio esclusivo della destra, come questo:

Dobbiamo avere il coraggio di dire che non è più di destra ammettere che la criminalità e il disordine sociale rappresentano un problema grave per l’equità della nostra convivenza.

Secondo questa impostazione criminalità e disordine sono il problema, che ha fra i suoi effetti l’iniquità della convivenza (espressione un po’ sibillina. Ipotizzo che significhi: diseguali condizioni di dignità e sicurezza). Ecco, io credo (spero) che a sinistra questa successione di cause ed effetti si presenti rovesciata: la mancanza di pari condizioni di dignità e sicurezza è il problema; la criminalità e il disordine sociale sono conseguenze. Da un governo di sinistra mi aspetto innanzitutto idee e azioni per garantire a tutti – immigrati inclusi – condizioni di vita decenti. Il che non significa che un governo di sinistra non debba reprimere la criminalità e il disordine sociale, ma solo che non deve limitarsi a rimuovere gli effetti. In altre parole, visto che siamo partiti dalla Francia, credo che la sinistra dovrebbe considerare la égalité più urgente e strategica della légalité, lasciando a monsieur Sarkozy e alla destra la posizione opposta.

Augias invoca coraggio, ma lo invoca per abbracciare idee che non sono di sinistra. Dobbiamo piuttosto avere il coraggio di dire che chi arriva a considerare la legalità un mero problema di ordine pubblico – come per esempio Cofferati a Bologna – si sposta inevitabilmente a destra, anche se ha in tasca la tessera di un partito di sinistra. Non sono le idee a cambiare colore, ma gli uomini a cambiare idea, e talvolta la cambiano per opportunismo o tornaconto. Dice ancora Augias:

la cultura della legalità è ciò di cui abbiamo più bisogno per evidenti ragioni di giustizia.

Ancora una volta credo che la frase, per restare a sinistra, debba essere rovesciata: la cultura della giustizia è ciò di cui abbiamo più bisogno per evidenti ragioni di legalità. La sinistra dovrebbe affrontare il tema della sicurezza sociale sanando le ingiustizie e le disuguaglianze più gravi, non vestendo la tenuta anti-sommossa.

4 Responses to “L-égalité”

  1. Effe says:

    perdoni il fuori luogo arrogante:
    E’ online il secondo numero di Buràn.
    Il viaggio è senza fine, perché non sappiamo dove termina la parola scritta: per questo è temibile

  2. letturalenta says:

    Attendevo da tempo questo fuori luogo, Effe. Andrò tosto a vedere quali racconti i valenti bardi buranici hanno riportato dal loro secondo viaggio.

  3. gabryella says:

    bravo lentuca! sottoscrivo in toto lo spirito del post (a dirla tutta, augias, con quel suo tono da bonario profeta, spesso non si regge)

  4. letturalenta says:

    Ti dirò, gabry, io non ho ancora digerito l’idea che Augias sia uno ‘dde sinistra’, e già mi trovo a dover digerire l’idea che lo sono ufficialmente anche – che so – Prodi, Rutelli e la Binetti… t’avanza per caso un maalox?

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