Dei delitti e delle pene ecclesiastiche

Ieri sera è andata in onda la trasmissione di Santoro Anno Zero dedicata al famoso documentario della BBC Sex crimes and the Vatican e più in generale agli abusi sessuali commessi da preti cattolici. Quasi cinque milioni di italiani hanno così potuto vedere come qualmente svariati preti di nazionalità diverse abbiano abusato per anni di bambini all’interno di strutture parrocchiali, ricevendo come pena dai loro superiori la recita di qualche salmo e il trasferimento in altre parrocchie, dove i salmodianti hanno continuato a praticare il loro sport preferito con rinnovato entusiasmo, fino a quando qualche giudice caritatevole non si è incaricato di sbatterli in galera.

Nella trasmissione mi ha colpito l’agghiacciante ripetitività dei casi presentati, tutti accomunati da identiche sequenze: il prete adesca le vittime con lusinghe e attenzioni particolari; il prete consuma la violenza; il prete minaccia le vittime di gravi conseguenze spirituali e materiali, se parleranno; il vescovo viene in qualche modo a sapere; il vescovo riconosce la colpevolezza del prete; il vescovo sposta il prete in un’altra parrocchia, senza denunciarlo all’autorità giudiziaria; il vescovo chiede alle vittime di dimenticare. Un meccanismo perverso che qualcuno all’interno della Chiesa dovrebbe preoccuparsi di inceppare definitivamente, invece di perdere tempo a difendersi dagli attacchi mediatici.

Alla trasmissione ha partecipato monsignor Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense e membro della Congregazione per la dottrina della fede. Fisichella non si è nascosto dietro un dito, non ha minimizzato i fatti, si è dichiarato rattristato, ha definito i responsabili «criminali», ha esortato le vittime a denunciarli. Molto meglio di monsignor Betori, indubbiamente, ma manca ancora qualcosa.

Manca la volontà di inserire in quel meccanismo atroce non qualche sporadico granello di sabbia, ma una trave bella grossa che lo mandi in mille pezzi. Una trave che non può essere fatta di belle parole, ma di azioni dure e nette contro i responsabili materiali degli abusi e contro i superiori che li coprono. Sono felice che monsignor Fisichella sia indignato e furibondo con i preti pedofili, ma non gli ho sentito pronunciare una parola contro i vescovi che non solo non hanno denunciato i criminali alla magistratura, ma nemmeno si sono presi la briga di cacciarli subito a pedate dal sacerdozio. Eppure appena una settimana fa monsignor Betori – uomo rispettosissimo della verità – ha dichiarato che «il 90 per cento di coloro che vengono giudicati sono poi estromessi dallo stato clericale». Sta’ a vedere che tutti quelli mostrati nel video della BBC rientrano nel 10 per cento degli scampati allo spretamento.

Per tacere di don Lelio Cantini. Durante la trasmissione una signora di nome Mariangela e altri testimoni hanno raccontato le violenze subite molti anni fa da don Cantini nella parrocchia fiorentina “La Regina della Pace”. La vicenda di questo fanatico criminale è diventata di dominio pubblico poco tempo fa, dopo che alcuni suoi ex-parrocchiani hanno trovato la forza di ricostruire la memoria degli abusi subiti. La giornalista Maria Cristina Carratu ha raccolto le loro testimonianze in un articolo su Repubblica l’8 aprile 2007. Ne consiglio vivamente la lettura integrale, assieme a quest’altro.

L’articolo spiega che le vittime degli abusi di don Cantini si sono rivolte alle autorità ecclesiastiche a partire dal gennaio del 2004. Hanno incontrato l’arcivescovo di Firenze Silvano Piovanelli, poi il suo successore Ennio Antonelli, nonché il vescovo ausiliario Claudio Maniago. Risultato: nel settembre 2005 don Lelio Cantini venne trasferito in un’altra parrocchia della diocesi. Prosegue l’articolo:

Da qui la decisione di appellarsi al Papa. La prima volta con una lettera del 20 marzo 2006, con allegati dieci dettagliati memoriali di venti vittime di abusi, a cui risponde il cardinale Camillo Ruini, ricordando alle vittime, sentito Antonelli, che il sacerdote sotto accusa dal 31 marzo ha lasciato anche la Diocesi e augurandosi che questo “infonda serenità nei fedeli coinvolti a vario titolo nei fatti”.

Il 31 marzo 2006, a più di due anni di distanza dalle prime denunce, don Lelio Cantini era ancora prete. Ma non basta. Dopo nuove sollecitazioni alla curia, anche da parte di preti diocesiani, nel gennaio del 2007 il vescovo Antonelli comunicò le sue decisioni sul caso, compresi i provvedimenti presi contro don Cantini «al termine di un “processo penale amministrativo” e sentita la Congregazione per la Dottrina della Fede»:

Per cinque anni, scrive il cardinale, il “priore” non potrà né confessare, né celebrare la messa in pubblico, né assumere incarichi ecclesiastici, e per un anno dovrà fare un’offerta caritativa e recitare ogni giorno il Salmo 51 o le litanie della Madonna. E quanto alle vittime, l’invito, visto che “il male una volta compiuto non può essere annullato”, è a “rielaborare in una prospettiva di fede la triste vicenda in cui siete stati coinvolti”, e a invocare da Dio “la guarigione della memoria”.

A tre anni dall’inizio delle scrupolose indagini ecclesiastiche – quelle che secondo monsignor Betori portano nel 90 per cento dei casi allo spretamento coatto – don Cantini era ancora prete. Ma condannato a una pena esemplare, nevvero: recita obbligatoria di Miserere & Litanie, neh, mica bubbole! Per non parlare di quel riferimento del vescovo Antonelli alla «guarigione della memoria», che mi sembra l’ennesimo invito a dimenticare, a soprassedere, a coprire, a velare, a nascondere, a occultare, a far finta di niente, a voltare la faccia dall’altra parte. Lo stesso invito rivolto in tempi e luoghi diversi dalle autorità ecclesiastiche alle vittime degli abusi mostrati dal documentario della BBC.

Monsignor Fisichella nel corso della trasmissione ha sostenuto che affermare che in merito a questi casi la Chiesa non sta facendo nulla è falso. Ha ragione, ma forse gli sfugge che il problema è proprio ciò che la Chiesa ha fatto, fa, e continua a fare in questi casi: lasciar passare anni e anni e anni senza muovere un dito contro i colpevoli.

2 Responses to “Dei delitti e delle pene ecclesiastiche”

  1. […] ha scritto un bel post su preti pedofili e documentario della BBC (via […]

  2. maria strofa says:

    Ci fosse stato in studio Lombroso chissà che cosa avrebbe detto di Monsignor Fisichella! Vidisti lo sguardo diabolicum?

    p.s.

    mi mandi una mail al mio indirizzo che devo spedirti alcune cose? Ho un portatile ora senza la tua mail. grazie. ciao

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