Là fuori qualcuno ci ama

Fra le cose che si perdono crescendo (va be’, diciamo pure invecchiando), causando talvolta un lieve sussulto di nostalgia e di rimpianto, c’è il riconoscimento delle proprie imprese da parte degli altri. Non parlo di encomi solenni, né di elogia aulici e altisonanti, bensì di quei piccoli segnali che lasciano intendere, quasi di soppiatto, che qualcuno che non sei tu apprezza il frutto della tua fatica e del tuo impegno.

Da piccoli, da molto piccoli, è sufficiente conquistare la stazione eretta o emettere suoni simili a parole perché un nugolo di astanti esploda in grida di giubilo e applausi da stadio. Da grandi, prodursi in un triplo salto mortale o scrivere la Récherche sono imprese che hanno ottime probabilità di passare quasi inosservate. Niente di grave, beninteso. Anzi, è bene che sia così: aiuta a collocare la gratificazione in quello che si fa, al netto degli applausi. Ciò non toglie che quando da adulti capita di intercettare uno di quei piccoli segnali, proprio la loro progressiva rarefazione li fa apprezzare ancora di più.

Questa cogitabonda premessa mi serve per dire a Elena F. Ricciardi che la sua inattesa attenzione alla produzione di vibrisselibri è per me uno di quei piccoli segnali, quindi mi sembra giusto mandarle a mia volta un segnale di apprezzamento. Ma che ha fatto Elena per scatenare questa tempesta segnaletica? Facile: ha letto tutti i vibrisselibri pubblicati fin qui e a tutti ha dedicato una recensione, dimostrando sul campo che i nostri libri sans papier sono libri a tutti gli effetti, anche prima che qualche editore papirizzato se ne renda conto.

Il catalogo di Elena F. Ricciardi è questo:

Andrea Comotti, L’organigramma
Demetrio Paolin, Una tragedia negata
Monica Viola, Tana per la bambina con i capelli a ombrellone
Eugenio De Medio, Nenio
Alessio Paša, Appuntamento con il notaio

3 Responses to “Là fuori qualcuno ci ama”

  1. elena f says:

    grazie ancora a te e a tutti voi di vibrisselibri. è stata una bella esperienza leggere senza carta ( ad un certo punto letteralmente perchè s’è rotta la stampante e ho finito di leggere due libri e mezzo sullo schermo ).
    il vostro impegno va ben oltre la pubblicazione di testi che altrimenti non vedrebbero la luce , ma mostra quanto lo scrivere, sia esso un romanzo, una raccolta di brevi raconti o poesia o altro sia ancora oggi legato come fu in incipit all’oralità , al desiderio che lega gli esseri umani nel dire e nell’ascoltare. in fondo ho conosciuto mondi nuovi quasi come al tempo di omero in uno spazio che sta fra me e chi scrive e che è lo spazio della relazione creata dal racconto.
    questo è il miracolo, e forse anche una prima risposta alla domanda dove sta la poesia? sulla carta, nel cuore di chi la scrive in quello di chi la legge o non forse nella trama che si crea e che genera l’energia che sostiene il mondo degli umani?

    ancora grazie e buon lavoro

    elena f

  2. Gaja says:

    Grazie davvero a Elena: la sua attenzione a VL* è impagabile. Trovo che il suo commento sia illuminante. La tradizione orale è fondamentale, e al di là di questo, nelle sue parole si legge un entusiasmo e un amore avvolgenti. Ancora grazie, Elena!

  3. Manuela says:

    E’ molto importante ciò che scrive Elena. Centra la particolarità del progetto di vibrisselibri: creare *spazio* per libri meritevoli che altrimenti non lo avrebbero, intendendo per *spazio* non soltanto la mera diffusione, ma anche l’ascolto, la discussione, il confronto, la relazione.
    Grazie per la passione che ci riservi. E grazie per averci capito.

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