Il libro, la rete e la memoria

volo af 4590, tratto da en.wikipedia.org/wiki/Air_France_Flight_4590Chi si ricorda di Alice Brooking? Io, per dirne uno, l’avevo completamente rimossa dalla memoria.

Poi è successo che qualche giorno fa, a cena, il discorso sia caduto non ricordo come sul Concorde, l’ormai mitico aereo supersonico degli anni settanta. Le domande abituali dei miei figli spaziano da quanto è grande l’universo? a di cosa sono fatti gli atomi?, con tutto quello che sta in mezzo, aerei inclusi, e naturalmente non si sono lasciati sfuggire l’occasione di chiedere papà, che cos’è il Concorde?

Nel riferire loro il poco che sapevo sul mostro volante col naso a punta, mi sono ricordato che un disastro aereo ne causò il declino, fino alla definitiva scomparsa, e al contempo mi sono reso conto che di quel disastro ricordavo appena che fosse accaduto, mentre avevo dimenticato tutto il resto: il luogo, l’anno, il numero di vittime, figurarsi Alice Brooking.

Quel che si fa in questi casi è noto a tutti: google, wikipedia e via andare. Dopo le opportune ricerche il quadro dell’incidente si è riempito di dettagli precisissimi.

Alice Brooking, tratto da www.vjesnik.com/pdf/2000%5C07%5C27%5C28A28.PDFAlice Brooking assurse suo malgrado a fama planetaria il 25 luglio del 2000, il giorno in cui il volo 4590 dell’Air France, un Concorde, si schiantò al suolo poco dopo il decollo da Parigi, uccidendo i cento passeggeri, i nove membri dell’equipaggio e quattro donne a terra, tutte impiegate dell’albergo Hotelissimo di Gonesse, che andò distrutto nell’incidente. Alice Brooking, una studentessa inglese di 21 anni, alloggiava lì e si salvò saltando dalla finestra della sua camera, che si trovava fortunatamente al primo piano. Intervistata dall’«Evening Standard» di Londra, dichiarò: “Non faccio altro che ripetermi senza sosta: sono viva, sono viva, sono viva”.

Una volta riallacciati i fili della memoria, ho proseguito per un po’ nelle ricerche e ho scoperto cose che non ho mai saputo, come per esempio che a un anno dalla tragedia, Michele Fricheteau – la proprietaria dell’Hotelissimo – pubblicò un libro sul disastro, adducendo questa motivazione: “Naturalmente tutti ricordano che il Concorde cadde e che tutte le persone a bordo morirono, ma molti hanno dimenticato che ci furono persone uccise a terra. Non volevo che noi fossimo dimenticati o sepolti in qualche ritaglio di giornale che ci ha descritto come un albergo ‘pulcioso'”.

Dunque Michele Fricheteau ha affidato la memoria della sua tragedia personale a un libro, che peraltro sembra essere un caso di coda lunga, dato che ancora oggi è a catalogo.

motonave MS Deutschland, tratto da http://en.wikipedia.org/wiki/MS_DeutschlandEbbene, dopo questa breve esperienza di ricerca, i lettori di questo post possono conoscere migliaia di dettagli sul disastro del Concorde: basta seguire i link e leggere qualche articolo. Per esempio, possono apprendere che novantasei passeggeri su cento erano tedeschi, tutti diretti a New York per imbarcarsi su una bellissima nave in partenza per una crociera in Sud America. E chissà che altro ancora, se l’argomento interessa e il tempo abbonda. Migliaia di dettagli, tranne quelli che Michele Fricheteau voleva tramandare, a parte i pochissimi contenuti in qualche recensione. Questo perché in rete di quel libro non c’è niente, nemmeno una paginetta su Google Books.

bouquiniste, tratto da paris1900.lartnouveau.com/paris00/les_bouquinistes.htmCerto, chi proprio non può resistere alla curiosità, può sempre ordinare il libro e leggerselo, almeno fino a quando l’editore troverà conveniente tenerlo a catalogo. E dopo? Forse qualche copia si troverà ancora in qualche bouquiniste sul lungo Senna. E dopo? Chissà. Ma se anche questo libro fosse conservato in eterno nelle più prestigiose biblioteche, francesi e non, quanti potranno aprirlo e ricordare quel che Michele Fricheteau non voleva che si dimenticasse?

Insomma, giusto per fingere di arrivare da qualche parte con tutto questo discorso, mi sembra che quando si tratta di conservare la memoria di un evento (o di un pensiero, o di una vicenda personale), la rete inizi a funzionare molto meglio della carta. E dico “inizi” perché se il disastro del Concorde fosse capitato anche solo cinque anni prima, la quantità di informazioni reperibili sarebbe stata di gran lunga inferiore. Se questa supremazia si consoliderà, e se è vero che la scrittura ha fra i suoi scopi impliciti quello di lasciare tracce durature di quel che accade, che si pensa, che si prova, allora in futuro sarà sempre più difficile considerare scrittori quelli che non depositano in rete il frutto del loro calamo.

Ma tutta questa faccenda, l’aver perduto e ritrovato un ricordo (certo non determinante per i destini dell’umana specie, ma quello è), mi fa pensare a un’altra cosa: a prescindere dai supporti che conservano la memoria di quegli eventi, la molla che mi ha fatto iniziare le ricerche è stata la domanda papà, che cosè il Concorde? Ecco, vada come vada, vinca il bit o la carta, per ricordare avremo sempre bisogno della curiosità di un bambino.

6 Responses to “Il libro, la rete e la memoria”

  1. Effe says:

    magnifica conclusione (altri direbbero Avremmo sempre bisogno d’amore – per fare i bambini, è ovvio)

  2. Effe says:

    (e mi vien in mente, nel rapporto tra memoria e amore – per aver memoria delle cose dobbiamo avere amore per le cose – che gli inglesi per dire “a memoria” dicono “by heart”, e se cuore fa rima con amore, allora tutto torna)

  3. D’altronde, la memoria è una rete, e l’amore spesso pure (gli amori di una sola linea durano poco, e ne resta difficilmente traccia).
    E comunque non ho ancora capito se mi fa paura o mi conforta, l’entità dell’obliato.

  4. letturalenta says:

    Diciamo che la premessa maggiore di tutto l’ambaradan è che ricordare, tenere traccia, sia cosa buona. Ma è innegabile che l’oblio offre i suoi bei vantaggi :-)

  5. melpunk says:

    OT
    sei su ibridamenti

  6. Ciao. Vengo a darti la caccia qui perché forse è l’unica cosa che segui, in questo periodo. Stai bene? Stai attraversando una crisi mistica? Ti aspetto al solito Circolo dei Cavalli:- )

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