Herzog

Stamattina ho fatto la mia abituale passeggiata per blog, e in uno ho trovato la mestizia di un addio. Non starò a sindacare le ragioni della chiusura di Herzog, che credo tutte ottime e a lungo ponderate, ma ciò non mi esime dal manifestare il mio personale dispiacere.

È il medesimo dispiacere che provavo anni e anni fa, quando passavo davanti alle serrande chiuse dei negozi che animavano il mio quartiere in tempi remotissimi, e il cui stesso nome è ormai caduto in disuso: merceria, latteria, drogheria…

Mi ripeto che non potrebbe essere altrimenti, che tutto scorre e si trasforma, che è normale che gli internet point subentrino alle mercerie e i 99¢ shop alle drogherie, ma la nostalgia si fa beffe degli argomenti e delle spiegazioni razionali.

A un negozio può subentrare un altro negozio, ed è ben possibile che fra trenta o quarant’anni non mancheranno i nostalgici degli internet point, quando dovranno cedere il passo a futuribili esercizi commerciali.

A una voce, sia pure virtuale, non può che subentrare il silenzio.

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