Una porcata immonda

Dedico questo post a Silvio Berlusconi, un tale che guida una formazione politica che per le prossime elezioni ha candidato al Senato un tizio che si dichiara apertamente fascista. Questo Berlusconi Silvio ha dichiarato che per lui il fascista in questione è un candidato come un altro, e che non è il caso di scandalizzarsi per la sua candidatura. Si tratta dello stesso Silvio Berlusconi che qualche anno fa dichiarò che Mussolini non ha mai ammazzato nessuno e che si limitava a mandare gli oppositori in vacanza al confino.

La lettera che segue è tratta da Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, Einaudi 1955. Il volume raccoglie più di duecento lettere, inviate a familiari e amici da altrettanti italiani impegnati nella Resistenza e messi a morte dai fascisti fra il settembre 1943 e l’aprile 1945. Nella nota al testo dei curatori si legge che «a questi esempi non può fare riscontro che la cifra complessiva degli italiani caduti nella Guerra di Liberazione: 80.000 circa (le cifre ufficiali sono a tutt’oggi incomplete) fra partigiani, militari e civili».

Già, perché quei cani dei repubblichini, quelli che riconoscevano come loro capo indiscusso Benito Mussolini, che secondo Silvio Berlusconi non ha mai ammazzato nessuno, non ammazzavano soltanto militari nemici e partigiani, ma anche civili, come per esempio – dicono ancora i curatori – «i 560 di Sant’Anna di Stazzema o i 1830 trucidati a Marzabotto». Ne deriva, o Silvio, che candidare uno che si dichiara nostalgico dei porci assassini fascisti non è una normale azione politica, ma una porcata immonda.

Ignoto (Antonio Fossati)
(dall’archivio di Milano del Corpo Volontari Libertà)

Carissima Anna,
eccomi a te con questo mio ultimo scritto prima di partire per la mia condanna. Io muoio contento d’aver fatto il mio dovere di Vero Patriota. Mia cara sii forte che dal cielo pregherò per te, che tu per me sei sempre stata l’unica consolazione in questi momenti di grande dolore mi confortavo solo con te.

Quando tu venivi mi sembrava che la mia vita veniva più bella, mi sentivo più sollevato sentivo sorpassare davanti. Ti ricordi Anna che da quel giorno che mi hai visto piangere anche tu ti sono scesi le grosse lacrime dagli occhi mia piccola e cara Anna i tuoi capelli hanno asciugato quelle lacrime dai miei occhi.

Cara ora ti racconto un po’ della mia vita e incomincio subito «il giorno 27 fui preso portato a Vercelli in prigione dove passai senza interrogazione. Il mattino del 29 fui chiamato davanti a tutti i fascisti di Vercelli. Io non ho risposto mai alle loro domande le sole parole erano queste “che non so niente e che non sono partigiano”. Ma loro mi hanno messo davanti mille cose per farmi dire di sì ma non usciva parola dalla mia bocca e pensando che dovevo morire.

Il giorno 31 mi fu fatto la prima tortura ed è questo che mi hanno strappato le ciglia e le sopracciglia. Il giorno 1 seconda tortura “mi hanno strappato le unghie, le unghie delle mani e dei piedi e mi hanno messo al sole che non puoi immaginare, ma portavo pazienza e dalla mia bocca non usciva parola di lamento”. Il giorno 2 terza tortura “mi hanno messo ai piedi delle candele accese ed io mi trovavo legato su una sedia mi sono venuti tutti i capelli grigi ma non ho parlato ed è passato”.

Il giorno 4 fui portato in una sala dove c’era un tavolo sul quale mi hanno teso in un laccio al collo per dieci minuti la corrente e fui portato per tre giorni fino al giorno 6 alla sera alle ore 5 mi dissero se avevo finito di scrivere tutto ciò che mi sentivo ma non ho ancora risposto e voglio sapere la mia fine che devo fare, per dirlo alla mia cara Anna e mi dissero quella tremenda condanna e mi feci vedere molto orgoglioso ma quando fui portato in quella tremenda cella di nuovo mi inginocchiai mi misi a piangere avevo nelle mie mani la tua foto ma non si conosceva più la tua faccia per le lacrime e i baci che ti ho fatto, questo cara Anna devi perdonarmi sii forte a sopportare questo orrendo delitto e fatti coraggio avrai il tuo amore fucilato alla schiena. Ma Dio paga non soltanto il sabato ma tutti i giorni, fai bene Anna, che il tempo passa e non tornerà più e la morte si avvicina».

Cara Anna mi devi promettere una cosa sola che saprai vendicare il sangue di un innocente che grida vendetta contro i fascisti. Nel tuo cuore non ci deve essere dolore, ma l’orgoglio di un Patriota e anche ti prego di tenere per ricordo il mio nastrino tricolore che lo portai sempre sul cuore per dimostrarmi un vero Patriota.

Anna non piangere per me che hai avuto il tuo caro papà morto. Io dal cielo ti guarderò e ti seguirò ovunque. Mi trovo nelle mani dei Carnefici se mi vedessi Anna non mi riconosceresti più per lo stato che sono ridotto molto magro grigio sembro tuo nonno tutto ciò non basta il peggio sarà domani sera senza un soccorso da te e dai miei genitori senza veder più nessuno quale dolore sarà per la mia mamma.

Ti prego Anna a guerra finita va a Torino da mia sorella e racconta ciò che è avvenuto nei giorni della mia prigione e che per lei ho fatto questa morte le auguro che non le facciano del male come a suo fratello ma anche per lei verrà il giorno della riscossa; ella dirà che è colpa mia. Anna sii forte sopporta questa croce pesante che dovrai portare fino al disopra del cielo. Ora veramente devo terminare perché mi fanno molto male le mani e mi fanno sangue. Saluti e baci prega per me che io dal cielo pregherò per te,

Antonio Fossati

3 Responses to “Una porcata immonda”

  1. Effe says:

    (non ho parole, se non poche e tutte strozzate)

  2. marino m. says:

    caro Luca, ti ho scritto un paio di volte, anche giorni fa, parecchi.
    Hai ricevuto?
    Scusate.

  3. amalteo says:

    si dice destra, si dice destre. dimanticando che la destra è stato quello che tu hai ricordato e io anche, qui:
    http://www.amalteo.splinder.com/post/16222376/Si+dice+%22Destra%22.+Si+dice+%22Des

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