Auguri Israele!

Bandiera di Israele

Sì, ci sono quelli che bruciano la bandiera di Israele e boicottano i libri degli israeliani, ma fortunatamente c’è anche gente che onora i libri e gente che le bandiere preferisce farle garrire al vento. Ancora più fortunatamente, gli imbecilli contano come il due di coppe con briscola bastoni, mentre gli altri ricoprono cariche istituzionali, dal comune di Trani fino alla presidenza della Repubblica.

Infine ci sono io – che conto come il due di coppe con briscola bastoni – che la bandiera di Israele la faccio garrire virtualmente in questa ridotta webbica. Auguri Israele!

3 Responses to “Auguri Israele!”

  1. rudy says:

    Temendo fortemente le semplificazioni di una realtà estremamente complessa controversa segnalo questo questa presa di posizione di intellettuali ebrei pubblicata qualche giorno fa sul Guardian: Noi non celebriamo l’anniversario di Israele

    E, a sottolineare l’importanza delle voci critiche (non necessariamente omogenee) nella cultura ebraica, ho inserito in immediata successione, nella rubrica “Posizioni” del mio blog, un link all’appello che segnalo ed uno al post di Rosa da te segnalato . Ho situato quest’ultimo alla “cerniera” con una serie di link sull’uccisione di Nicola Tommasoli da parte di un gruppo di neonazi, le “finezze”, la manifestazione nazionale antifascista del 17 maggio a Verona.

  2. letturalenta says:

    Rudy, l’appello che hai segnalato è ricco dell’unilateralismo che anima gran parte del movimento “antisionista”, che proprio non ce la fa a prendere coscienza delle gravissime responsabilità arabe e palestinesi nella determinazione della situazione attuale. A parte questo, quando leggo enormità come “ciò che l’Olocausto è per gli Ebrei, lo è la Nakba per i Palestinesi”, mi piange il cuore nel constatare che il senso delle proporzioni ha ormai abbandonato del tutto il campo dei discorsi politici, cedendo il passo all’appiattimento bidimensionale (quando va bene) dei problemi.

    Detto questo, faccio mio l’auspicio finale degli autori dell’appello: “Noi celebreremo quando Arabi ed Ebrei vivranno da eguali in un pacifico Medio Oriente”, a patto che uguaglianza e pacificazione contengano il diritto di Israele a esistere in sicurezza come stato ebraico, libero dalle minacce di distruzione che da sessant’anni a questa parte subisce dai suoi vicini.

  3. rudy says:

    Disapprovo la frase che citi criticamente: “ciò che l’Olocausto è per gli Ebrei, lo è la Nakba per i Palestinesi” per 2 ragioni fondamentali.

    1) Avendo esperienza di critica dei revisionismi, vedo come un pericolo e una mistificazione il “comparativismo”, o addirittura l’equiparazione tra lo sterminio operato dai nazi ed altri fatti storici.

    2) Da tempo non uso più il temine “Olocausto” (corrente in lingua inglese e persistente anche in molti discorsi italiani) per designare lo sterminio degli ebrei. Com’è noto, Claude Lanzmann aveva intitolato “Shoah” il suo grande film, anche per contestare la gamma di significati a cui rimanda il termine “Olocausto”. Da parte mia, uso termini come: “sterminio”, o “genocidio”.
    Ma sarebbe un discorso lungo.

    Ma, venendo brevemente al nodo della questione, anch’io apprezzo e condivido l’auspicio finale dell’appello: “Noi celebreremo quando Arabi ed Ebrei vivranno da eguali in un pacifico Medio Oriente”.
    Per parte mia, auspicherei anche (ma non è che “il sogno di una cosa”) che potessero vivere in un paese non fondato sull’etnia, o sull’etnicizzazione della politica…

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