Io

— Io scrivo poco e quando scrivo non scrivo mai di me.
— Questo non può essere vero: tutte le scritture sono autobiografiche.
— Dimostralo.
— Facile: il soggetto della prima frase di questo dialoghetto è io.
— E dunque?
— Tu hai scritto quella frase, dunque chi dice io in quella frase sei tu, dunque quella frase è al contempo scrittura e autobiografia. Quod erat demonstrandum.

— E ‘sti cazzi?
— Prego?
— Intendo dire che il tuo procedimento more geometrico contiene un errore.
— Dimostralo.
— Facile: dal fatto che io ho scritto quella frase — così come sto scrivendo tutte le frasi che compongono il nostro dialogo — tu deduci frettolosamente che chi dice io in quella frase sono io, e questo è falso.
— E chi decide che è falso?
— Io.
— Con quale autorità?

— Non si tratta di autorità, ma di necessità: in mancanza di elementi contestuali, testimonianze, riscontri, solo io posso decidere se chi dice io in una frase che ho scritto io sono io. Non può essere diversamente.
— Potrei concedertelo in generale, ma nel caso di specie il contesto e il testimone ci sono, ed entrambi ti smentiscono.

— Dimostralo.
— Facile: quanto al contesto, tu hai scritto quella frase nell’ambito di un dialogo che si svolge qui e ora fra te e me, e tutti sanno che nel corso di un dialogo chi dice io sta parlando di sé medesimo. Intendi negarlo?
— Non lo nego, ma questa osservazione non è un argomento a sostegno della tua ipotesi. Nell’ambito di un dialogo scritto, infatti, non tutte le frasi sono necessariamente parte del dialogo. La frase che apre il nostro potrebbe essere una citazione tratta da un libro, per esempio, oppure riportata da una conversazione precedente fra me e un terzo ignoto. Il contesto lascia aperte tutte le possibilità.

— E sia, e sia! Ma resta comunque il testimone a smentirti.
— E chi sarebbe costui?
— Sono io!

8 Responses to “Io”

  1. kalle says:

    “Io non scrivo mai di me” piacerebbe molto a a Epimenide il cretese.
    E in:

    “Chi decide che e’ falso?”
    “Io”

    Vedo la possibilita’ di un regressus ad infinitum :-)

  2. letturalenta says:

    E questo dovrebbe bastare per affossare definitivamente il mito della cosiddetta “autofiction” :-)

  3. giuliomozzi says:

    Io non scrivo mai di me.
    Tantomeno in questo istante.
    Non lo faccio, e sai perché?
    Malelingue ce n’è tante.

  4. letturalenta says:

    Sorbole! Ci hai l’ottonario facile, ci hai.

  5. maus says:

    io di me soltanto scrivo
    ch’è tema affascinante.
    sono bello più d’un divo
    e ho l’ego da elefante.

  6. letturalenta says:

    Stavo appunto pensando che per fare lo scrittore ci vuole l’ego maggiorato. Da questo punto di vista IO sono messo maluccio.

  7. maus says:

    io ce l’ho, l’ego smisurato, ma il problema è che per fare lo scrittore bisogna saper scrivere.
    è da quest’ultimo punto di vista che sono messo malissimo.

  8. letturalenta says:

    Oddio, che serva saper scrivere non è poi così certo e dopotutto scrivere è una tecnica, quindi si può sempre imparare. L’ego è fondamentale per prendersi sul serio, per convincersi che i propri scarabocchi siano interessantissimi e determinanti per il progresso dell’umanità, o anche solo per essere ammirati e lodati da masse adoranti.

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