Asserti irrefutabili

Anna Karenina non staccava gli occhi dalle ruote del secondo vagone che si avvicinava. E proprio nel momento in cui il punto mediano fra le ruote giunse alla sua altezza, ella estrasse dal sacchetto rosso una rivoltella, se la puntò alla tempia e sparò.
[Dal romanzo Anna Karenina di anonimo del XXI secolo]

Eppure Umberto Eco, in un articolo su Repubblica, sostiene che Anna Karenina è morta suicida sotto un treno è un asserto irrefutabile, e che “la funzione epistemologica degli asserti romanzeschi è che possono essere usati come cartina di tornasole per l’irrefutabilità di ogni altro asserto. Sono il solo criterio che possediamo per definire che cosa sia la verità”.

(che poi, a margine, mi chiedevo: si sente davvero tutto questo bisogno di mettere in mano all’umanità un corposo insieme di asserti irrefutabili e di verità inconfutabili? Voglio dire, quanto alla letteratura: sapere che Anna Karenina è morta suicida sotto un treno è un asserto irrefutabile non fa un po’ passare la voglia di leggere Anna Karenina? Analogamente, quanto al mondo: non è che il giorno in cui sapremo tutta la verità su tutto quanto non ci resterà altro che buttarci sotto un treno?)

(e poi, a margine del margine: siamo sicuri che un’asserzione irrefutabile sia necessariamente vera, e che un’asserzione vera sia necessariamente irrefutabile?)

One Response to “Asserti irrefutabili”

  1. NostraDannus says:

    Mi dà da pensare che un fatto inventato (storia di Karenina suicida sotto un treno) diventi senza ombra di dubbio, perché scritto su delle pagine di in un libro, irrefutabile e che un fatto vero (la morte di Hitler in un bunker) pur scritto su un giornale, non si possa dire che sia veramente successo. Perché lo scritto di un romanziere è vero, mentre quello di un giornalista non può esserlo? Se ogni scritto diventa irrefutabile quando viene scritto, anzi appena qualcuno lo legge, quand’è che diventa vero, cosa lo fa diventare un fatto falso o un fatto vero? Il supporto cartaceo, il valore dello scrittore, l’anno dello scritto, il fatto stesso, la credibilità del personaggio, la capacità espressività del testo scritto? Cosa lo rende ucronico, utopico, o credibile; (un punto e virgola?) come diventa vero?
    Non possiamo dire che la verità non può essere asserita o che nessuna asserzione può essere vera, perché nessuna verità è irrefutabile proprio perché ogni verità è irrefutabile.
    Questo stesso scritto non è vero, non è niente, perché non dimostra e né testimonia una verità, ma nello stesso tempo è vero perché è scritto, su un blog ma è scritto. Neanche io sono vero ma sono sicuro di aver scritto un testo vero, ma non so se in esso esprimo la verità. Perciò, un testo scritto è sempre vero, ma il contenuto può non essere reale, ergo, possiamo dire che Anna Karenina non è mai esistita e che neanche Hitler è mai morto in un bunker perché fuggito in Argentina. La verità non esiste e nessuno può asserire che quello che dice è vera. Qualunque cosa diciamo o scriviamo è falsa. Diceva R.D. Laing in “NODI” – «L’asserzione non addita, il dito è ammutolito». E se il dito è ammutolito chi è che scrive?
    Boh, avrò mai detto la verità?!

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