La geniale politica di marketing di Paravia

tratto da: http://old.demauroparavia.itOrmai tutti sanno che il buon vecchio De Mauro online, il dizionario italiano più cliccato della rete, non è più disponibile. L’editore Paravia spiega laconicamente che l’opera non è più in linea “perché è fuori catalogo”.

Bella cazzata.

Chiudendo il sito l’editore ha fatto fuori una risorsa pubblicitaria gratuita e formidabile: molte persone in tutto il mondo sanno che Paravia è un editore solo perché usano il dizionario online. Senza contare che, grazie alla lungimiranza di Paravia, chi ha bisogno di consultare un vocabolario italiano in rete si rivolgerà inevitabilmente alla concorrenza.

Quindi, per premiare la geniale politica di marketing di Paravia, ecco nome e indirizzo di qualche valido concorrente:

Garzanti Linguistica (previa registrazione gratuita)
Treccani Online
Sabatini Coletti, Gruppo RCS
Aldo Gabrielli, Hoepli

In rete si può firmare una petizione per il ripristino del De Mauro. L’editore non se lo merita, ma io ho firmato.

5 Responses to “La geniale politica di marketing di Paravia”

  1. gabryella says:

    adorabile sciovinista, non è la prima azienda italiana a collassare (e neppure l’ultima, temo) non sapendo come reagire alla generale débâcle

    prova a buttarti sul gabrielli edito da hoepli (http://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano.aspx?idD=1)

    secondo il mio incauto giudizio è un ottimo strumento, e nella definizione del lemma segnala spesso anche i sinonimi (quanto ai contrari, non ne abbiamo già in esubero?!)
    ciao

  2. letturalenta says:

    Grazie del link gabry. Vado ad aggiornare la lista dei biechi concorrenti. Però Paravia non è fallita, che io sappia. Pare che abbia disattivato il sito perché i diritti sono tornati all’autore dopo l’uscita da catalogo della versione cartacea, dicono. Mah…

  3. Per dirti che ho firmato anch’io la petizione. Mi sono avvalso negli ultimi tempi del Garzanti, ma trovo opportuna la segnalazione del Gabrielli.

  4. luigi weber says:

    Anche io vado a firmare, e anche io penso che l’editore non se lo meriti.

  5. Pullus says:

    Grave colpo per i navigatori della rete, scelta editoriale di brevissimo sguardo. Aggiungerei alla lista il dizionario libero wiktonary (progetto simile a wikipedia), molto affidabile nella versione inglese, un po’ meno in quella italiana (it.wikitionary.org). Ora che questo dizionario ha chiuso si può iniziare a pensare seriamente ad una collaborazione collettiva per costruirne un altro, libero dagli editori e dalle loro assurde scelte.

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