Realizzare

Vorrei pregare gli scriventi italiani — blogger, giornalisti, scrittori, insegnanti e scolari, appuntati e altro personale verbalizzante, notai, addetti agli uffici stampa e tutti coloro che consegnano ai posteri parole scritte, per professione o per diletto, su carta o in rete — di fare un gesto semplice ma molto importante per la salvaguardia della nostra bella lingua (e dei miei nervi): rinunciare al verbo realizzare. Non è un gran bel verbo in generale, ma diventa insopportabile quando è usato a imitazione dell’inglese to realize, cioè come sinonimo di capire, rendersi conto. E se la mia preghiera non bastasse, ci aggiungo alcune considerazioni di Aldo Gabrielli.

Vedendo avanzare il plotone di esecuzione, Carletto realizzò capì che le cose si mettevano male.

Capire, rendersi conto, intuire, comprendere, immaginare, sentire, intendere, percepire, avvertire. Realizzare no, per favore.

3 Responses to “Realizzare”

  1. Intuitivo, il Carletto, però…

  2. Elisabetta says:

    E’ da tempo che non lo udivo più in questa accezione. ‘Realizzare’. Negli anni del liceo ricordo che alcune parole si proferivano in coro e a ondate. Fra queste c’era proprio ‘realizzare’. Poi l’ondata svenì (o svanì), lasciando la sponda a qualcos’altro, spesso dal sapore idiomatico e dialettale.
    In questo periodo trovo particolarmente insopportabile quel prezzemolino di ‘assolutamente’, sempre disinvolto se accompagnato di un piccolo ‘sì’. La trovata (!) dell’assoluto è oramai patrimonio comune. Assolutamente. Sì?;-)

  3. Eleonora says:

    Non credo che l’evoluzione di una lingua si possa fermare.
    L’influenza dell’inglese é notevole e in una società proiettata verso la multiculturalità é scontato che vi siano sovrapposizioni di lingue.
    you can’t stop the future

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