Di neve

Tra sabato e domenica è caduta molta neve, trenta centimetri buoni. Domenica pomeriggio ho passato tre ore a spalarla per liberare passaggi strategici davanti al garage e in cortile: dio non voglia che il lunedì mattina non si possa usare l’automobile per accompagnare i figli a scuola o per andare al lavoro. Incombenze ineluttabili, inevitabili.

Spalavo accompagnato dalla certezza di svolgere un compito utile all’umanità, o quanto meno a quel frammento di umanità che è la mia famiglia.

Tra una palata e l’altra, tuttavia, non potevo fare a meno di pensare che tutto quel fervore spalatorio non aveva niente di ludico: si spalava solo per dovere. In altri tempi una nevicata simile avrebbe prodotto un pupazzo, come minimo, o addirittura quel mitico pucazzo di neve che facemmo una volta nel cortile della parrocchia: un gigantesco pene bianco eretto in faccia al campanile, fonte per l’arciprete di indimenticabili reprimende e ispiratissime omelie.

Alla prossima nevicata, ho pensato, al diavolo il garage, il cortile, la scuola e il lavoro: assieme ai pargoli faremo un bel pupazzo di neve. Forse non un pucazzo, ché non sono così disinvolto da fare allusioni sessuali esplicite coi piccoli, ma un pupazzo, perdio, almeno quello va fatto.

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8 Responses to “Di neve”

  1. anna maria says:

    A casa nostra niente pupazzi, ci siamo modernizzati, una bella spazzatrice con tanto di tubo che espelle il nevischio sopra e fumi di gasolio sotto.
    L’olio di gomito è meno inquinante. I pargoli si sono divertiti a spianare il pupazzo di neve e relativa carota realizzato dal nonno che si è beccato anche il colpo della strega.

  2. Sonia says:

    direi che c hai ragione!
    non solo la lettura andrebbe rallentata ma pure la vita in sè. una nevicata dovrebbe in qualche modo divertire e invece si pensa subito ai problemi che arreca. pensare che la neve esiste come elemento da molto prima di noi, è stata vissuta e gestita da chi non sapeva nemmeno cosa fosse un “ufficio” e alla peggio teneva a casa i ragazzini un giorno da scuola che non moriva nessuno.
    e quindi buon pupazzo a te e ai tuoi pargoli.

  3. Silvia says:

    Sono d’accordo. Ho fatto stessa cosa, sentendomi molto donna capace di affrontare con cipiglio le avversità metereologiche. Molta fatica, sudore tanto.
    Poi si è affiancato un vicino del palazzo di fianco, anche lui molto deciso, e via a spalare e a sudare. Poi ad un certo punto si è girato e ha cominciato a fare a pallate e me ne tirate alcune e io a rispondere. E’ vero, la neve porta con sè l’essere fanciulli. E’ bene non scordarlo mai. Mi ha messo di buon umore per tutta la giornata.
    Ciao Luca, grazie del sostegno. Viaggerò nel vagone di microcenturie:)

  4. Silvia says:

    pucazzo non è male devo dire…:)

  5. letturalenta says:

    Visto? se non accettavano quel gioiellino, i microcenturiati, li scomunicavo. Quanto alla neve, ohimè, s’è sciolta tutta. Niente pupazzo, per ora.

  6. Silvia says:

    :) Questa sera hanno detto che domani sarà tempo di neve. E io che dovrei andare in montagna…La neve non sempre va bene, porca pucazzola!

  7. […] L’avevo ben detto che alla prossima nevicata si doveva fare il pupazzo, e ogni promessa è debito. […]

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