Roma, lettera aperta dei Rom del villaggio attrezzato di Tor de Cenci

Questa lettera è apparsa su U Velto, il blog dell’associazione Sucar Drom curato dall’Istituto di Cultura Sinta. L’episodio a cui si riferisce è solo uno dei tanti esempi di deportazione ed emarginazione forzata operata dalle autorità ai danni di rom e sinti. A pochi giorni dalla giornata della memoria, ricordo per l’ennesima volta che schedatura, deportazione e concentrazione in ghetti furono i primi passi del nazismo verso lo sterminio degli ebrei. Uno stato che usa la violenza contro cittadini e immigrati in base alla loro appartenenza etnica cessa di essere uno stato di diritto.

Chi ha a cuore la giustizia e la libertà propria e dei propri figli faccia circolare questo appello. Per favore. lt.

Siamo persone Rom, bosniaci, macedoni e montenegrini, e alcuni dei nostri figli hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Abitiamo dal 1995 nel villaggio di Tor de Cenci, da quando il sindaco Rutelli ci trasferì assegnandoci un container a famiglia.
Non abbiamo mai avuto problemi di alcun tipo con i cittadini di Tor de Cenci e Spinaceto, anzi, la nostra integrazione è dimostrata dalla partecipazione nel locale comitato di quartiere e dalle frequenze regolari nelle numerose scuole dove i nostri figli sono iscritti.
Dopo anni di abbandono da parte delle istituzioni cittadine preposte l’attuale sindaco Alemanno ci impone di trasferirci nel grande campo, che già ospita 800 nostri fratelli, di Castel Romano.

Perchè?

Sappiamo che l’assessora Belviso aveva promesso in campagna elettorale ai cittadini italiani il nostro trasferimento, ottenendo qualche voto in più. Sappiamo che su di noi si giocano interessi politici che fanno leva su pregiudizi e stereotipi alimentando paure e razzismi vergognosi.
Siamo uomini e donne alla ricerca di dignità e rispetto come tutti voi.
Come mai, con le note difficoltà di sistemarci in aree attrezzate difficili da trovare, si vuole smantellare Tor de Cenci, che a differenza di Casilino 900, è un campo attrezzato costato ai cittadini italiani milioni di euro, per aggravare la situazione trasferendoci in un campo già grande e disagiato al di fuori di qualsiasi contesto urbano? A chi conviene?
Chiediamo alle autorità preposte di ripensarci.
Nel 2009 abbiamo subito quattro censimenti da parte di polizia (in foto), carabinieri, croce rossa e vigili urbani, ora il prefetto vuole ripetere un altro censimento per scegliere chi è buono e chi cattivo. Siamo stanchi di subire, ci opporremo con tutte le forze che abbiamo a fianco di chiunque voglia
DIFENDERE LA DIGNITA’ DEI ROM PER DIFENDERE UN PO’ DELLA PROPRIA.
NO ALLA DEPORTAZIONE DEI ROM

la Comunità Rom di Tor de Cenci

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3 Responses to “Roma, lettera aperta dei Rom del villaggio attrezzato di Tor de Cenci”

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