Eyjafjallajökull

tratto da en.wikipedia.org/wiki/EyjafjallajökullQuando i copisti medievali si imbattevano in una parola dalla grafia incomprensibile, la sostituivano con la nota convenzionale graecum est, non legitur — è greco, non si riesce a leggere. I nostri cronisti fanno la stessa cosa con l’Eyjafjallajökull, il vulcano islandese che con la sua eruzione ha stroncato il traffico aereo europeo negli ultimi giorni: è islandese, non si riesce a pronunciare.

Tant’è che qui da noi l’Eyjafjallajökull è entrato nelle cronache radiotelevisive come il vulcano islandese, che è un po’ come dire coso, lì, come si chiama.

Eppure basta una ricerchina di pochi secondi per individuare le parti che compongono l’esotico nome: “Eyja significa isola, fyalla o fyjoll significa montagna e jökull ghiacciaio”, dice Urdur Gunnarsdottir, funzionaria del ministero degli esteri islandese, aggiungendo che il nome completo indica il ghiacciaio, mentre il gruppo montuoso in cui si trova il vulcano si chiama Eyjafjalla, che si pronuncia grossomodo eiafiotl, che potrebbe non essere una pronuncia impeccabile, ma è senz’altro un passo avanti rispetto alla reticenza onomastica dei cronisti.

Che poi, mi chiedo, perché tanta reticenza? Forse è paura di sbagliare, di fare figuracce? Timore non infondato, certo: nell’articolo sopra citato si parla appunto di un’ondata di ilarità che ha colpito gli islandesi quando hanno iniziato a sentire come gli inviati delle emittenti anglofone storpiavano la pronuncia del perfido Eyjafjallajökull.

Paura di esporsi allo scherno islandese? Ma lascia che si spancino, dico io, che sarà mai? È gente che ultimamente ha i suoi bei problemi con la crisi economica, la disoccupazione e tutto il resto. Lascia che si divertano un po’ anche loro, no? Chiamalo eiafiallaiocull, il vulcano, e goditi il suono delle risate islandesi, e ridi assieme a loro, dài, che un po’ di allegria non ha mai ammazzato nessuno.

Invece niente, pare che il timore di fare brutte figure sia più forte del buon senso. Comunque, o pavidi cronisti audio e video, sappiate che, stando alle cronistorie vulcaniche islandesi, l’attività dell’Eyjafjallajökull è quasi sempre seguita da quella di un altro vulcano che si chiama Katla, che salvo imprevisti fonetici dell’idioma isolano dovrebbe pronunciarsi catla. Chissà se quella volta lì, quando si sveglierà il Katla, avremo l’onore di sentir pronunciare il suo nome alla radio e in televisione.

Tags: , ,

7 Responses to “Eyjafjallajökull”

  1. .mau. says:

    Bisogna però dire che nemmeno Wikipedia aiuta :-)

  2. .mau. says:

    (e comunque effettivamente il vulcano è l’Eyjafjalla… che poi sia il ghiacciaio che ha combinato il disastro è un’altro conto)

  3. ma scusa con tutte le prese per il culo che già si beccano per come pronunciano l’inglese, figurati che attacchi di panico sono presi a tutti i cronisti con il “coso” :-D però sono d’accordo, due risate mica avrebbero fatto male a nessuno.

  4. letturalenta says:

    L’audio di Wikipedia, in effetti, sembra registrato da uno yak dislessico.

    Farly, a maggior ragione non dovrebbero preoccuparsi di fare strafalcioni in islandese, ‘sti fifoni. Un “pràivasi” te lo sgama anche un ragazzino delle medie, ma un “eiafiallaioculla”, poniamo, chi vuoi mai che se ne accorga?

  5. Andrea says:

    Da Studente di Culture e letterature nordiche, non sapete quante grasse risate mi sono fatto vedendo i telegiornali in questi giorni.
    Solo la BBC ha fatto qualche sforzo in più per pronunciare il nome del vulcano.
    In italia, come al solito, hanno puntato sull’ ilarità e una greve comicità….bah

  6. Cesare says:

    Luca, il post mi e’ piaciuto molto – scrivo per pedanteria: l’Oxford English Dictionary dice che “privacy” con la prima sillaba che suona come in “eye” e’ una pronuncia corretta in British English – e secondo me gli inglesi usano entrambe.

    ps: “eiafiallaioculla” mi ricorda “villa villacolle”.

  7. letturalenta says:

    ueilà Cesare. In effetti anche il merriam webster online lo pronuncia pràivasi, quindi come non detto. Ben più grave è il fatto che ho dovuto guglare per (ri)scoprire che villa villacolle è la casa di Pippi Calzelunghe, nonostante le migliaia di ore spese da piccolo a guardarla alla tv. Brutta cosa la vecchiaia.

Leave a Reply