Un illustre antenato del copyleft

Poggio Bracciolini, tratto da en.wikipedia.org/wiki/File:Gianfrancesco_Poggio_Bracciolini.JPGInvito pertanto costoro a rimaneggiare queste stesse facezie in uno stile elegante e levigato, di modo che la lingua latina, nella nostra età, si arricchisca anche con argomenti leggeri. La loro riscrittura gioverà senz’altro alla grande arte del narrare. [Poggio Bracciolini, Introduzione dell’autore al Liber facetiarum, traduzione di Monica Garbarini, La Spiga 1995, pag. 3-4]

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Poggio Bracciolini (1380-1459) fece fior di palanche copiando antichi codici e traducendo dal greco al latino. Si narra che, quando non riusciva a procurarsi i manoscritti con le buone, non esitava a ricorrere a mazzette, frodi e inganni vari. Un tipo decisamente simpatico. Nell’abbazia di San Gallo scoprì (e naturalmente copiò) l’Institutio Oratoria di Quintiliano. Infatti Paolo Giovio — squisito boccalone rinascimentale — scrive di lui negli Elogi degli uomini illustri: “A Poggio dobbiamo la scoperta di Quintiliano nella bottega di un salumiere”. Pagherei per conoscere il nome del troll cinquecentesco che rifilò al Giovio una bufala così appetitosa.

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