Al v(u)oto

Non sono sicuro che personaggi della levatura di un Cicchitto, di un La Russa o di un Gasparri siano in buoni rapporti con la logica, e tuttavia sento il dovere morale di dir loro una cosuccia così semplice da essere ovvia.

Se la maggioranza parlamentare decisa nel segreto dell’urna dal popolo sovrano si spacca da sola, si polverizza, si frantuma, si sbriciola, si tira, insomma, da sé medesima una formidabile mazzata in capo, non è molto sensato urlacchiare a destra e a manca che l’unica soluzione all’eventuale crisi di governo è tornare al voto perché altrimenti si tradisce la volontà degli elettori. La volontà degli elettori, o pidiellini belli, l’avete già tradita voi nel momento esatto in cui, per beghe tutte vostre, avete spaccato in due un partito che agli elettori si era presentato unito. Vedervi pestare i piedini e piagnucolare Napolitano-comunista-blutto-cativo-gnègnègnè è uno spettacolo molto imbarazzante. Un po’ di contegno, suvvia.

Poi non dite che nessuno ve l’aveva detto.

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2 Responses to “Al v(u)oto”

  1. Elisabetta says:

    Temo che ‘quello’ sia il loro contegno o ciò che intendono per esso; l’unico possibile, di cui sono capaci. Parimenti, risultano incontenibili nello sfoggiare un’irraggiungibile – tendente all’infinito – ignoranza costituzionale (e non solo costituzionale, ahinoi).

  2. letturalenta says:

    Sì, ma noi, che siamo buoni e generosi, sacrifichiamo il nostro tempo per mostrare l’errore e indicare loro la via del ravvedimento :-)

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