Breve trattato sul formato dei libri elettronici e sul rapporto fra i pali e le case editrici italiane

Care case editrici
Volevo dirvi che oggi, siccome m’è capitato di dover aspettare molto in un posto dove non m’aspettavo di dover aspettare, ho finito un ebook che ho iniziato ieri sera (trattavasi, per la cronaca, de La fuga narrativa di Tom Stafford) e, siccome io quando comincio a leggere poi divoro un libro dopo l’altro, m’è venuto da andare a comprare degli altri ebook. Niente. Non c’è verso. Io ci spero sempre ma non c’è verso. La maggior parte dei libri venduti in italia sono in quel formato osceno (Adobe Digital Editions, che possa morire dimenticato dai suoi chi l’ha inventato, e che possa venire una lobotomia spontanea a chi lo adotta (ma forse gli è già venuta, visti i risultati)) che non permette di acquistare il libro e leggerlo subito, ma tocca scaricarlo da un computer e poi metterlo sul lettore, se hai la fortuna di avere un lettore compatibile (non li ha quasi nessuno). Quindi, care case editrici che adottate quel formato lì (quasi tutte le più grosse), be’, vi direi di prendere un palo e farci delle cose turpi, ma mi sa che lo state già facendo senza che io ve lo consigli. Brave. Avete capito tutto.

[Alessandro Bonino su Phonkmeister]

L’invettiva è un genere letterario che non sarà mai apprezzato abbastanza.

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