Pubbliche amnesie

La stessa Lietta, lamenta giustamente in un suo intervento (…) che se l’apparato pubblico s’è dimostrato tanto distratto, non è venuta da parte dei privati troppa partecipazione. E conclude — comprensibilmente sfiduciata — che questo potrebbe in parte dare ragioni agli amministratori tanto dimentichi. Elegante pensiero, ma le cose non stanno così. I soggetti privati “possono” prestare ascolto, i soggetti pubblici “devono”.

(Tratto da una nota di Armando Adolgiso sulla smemoratezza delle istituzioni culturali nel ventesimo anniversario della morte di Giorgio Manganelli. Da leggere.)

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4 Responses to “Pubbliche amnesie”

  1. Isa says:

    La stessa Lietta virgola lamenta? (No, sorry, OK, I understand)

  2. letturalenta says:

    E buon anno anche a te! :-D

  3. michele says:

    Non credo d’essere studioso ma lettore attento si. Come lettore, mi vien l’orticaria a pensar che, studi, studiosi di studi e di testi non studiati e magari vergini di stampa, s’incontrino per studiare con i sopra citati studi e varie, in un centro a loro dedicato, per produrre producendo altri studi all’infinito. Chissà quale palude scandaglieranno (al condizionale). Ma è sicuro che questa sia la strada della letteratura, altrimenti rimarrà solo di Manganelli menzogna incompresa?

  4. letturalenta says:

    michele, secondo me stabilire un centro studi dedicato a un oggetto X non comporta necessariamente imbalsamare gli studi su X, legandoli a filo doppio a quel che si muove in quel centro studi. Un centro studi può essere semplicemente un punto da cui si irradiano ennuplici e laudabili iniziative volte a ricordare al volgo e (soprattutto) ai custodi istituzionali dei beni culturali che X è per l’appunto un bene culturale, e che conservarlo e renderlo disponibile a una platea più vasta dei sette o otto cretini che da anni lo cullano come un fantolino prezioso è causa degna di attenzione da parte della pubblica amministrazione.

    Poi va da sé che il valore di Manganelli sta in quello che ha scritto e non dipende certo dal successo di potenziali fondazioni a lui intitolate. Epperò, perdio, riconosciamolo apertamente questo valore e spendiamo qualche misurata bestemmia contro chi non lo riconosce. (e qui aggiungerei un ecchecazzo, ma sarei ridondante).

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