Gli uomini non sono tutti uguali

“Una sera sorprendo me stesso – una persona mite, una persona che ha studiato – a tirare una ciabatta contro il televisore, mentre su La7 un deputato di destra e un deputato di sinistra parlano di scuola”. Leggi tutto l’articolo sul blog di Claudio Giunta

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4 Responses to “Gli uomini non sono tutti uguali”

  1. Isa says:

    Io l’ho letto, l’articolo, tutto, invece che lavorare, e l’ho anche linkato su Facebook. Ma non si può commentare–o io non ho trovato il modo. Allora le osservazioni (sparse e sceme, come sempre le mie) le indirizzo a te, amico Tassa.
    Prima: non ho letto il libro ma ho letto diversi interventi sulla stampa americana, di Amy Chua e dei suoi detrattori. Fatto salvo che Giunta ha ragione da vendere dicendo che la Chua può fare la Chua perché ha i soldi, il principio che enuncia riguardo ai figli, e cioè «Assume strength, not fragility» mi sta dando dei risultati, con Nina, del tutto strabilianti. Credere in loro e fidarsi di loro, della loro forza, anziché passare il tempo a temere che gli possa succedere chissacché, li rende davvero forti e fiduciosi. Provare per credere.
    Seconda: “chance” nel senso di opportunità è voce francese passata da tempo nel dizionario italiano, non ha bisogno né di corsivo né di plurale, e Giunta ha fatto scuole abbastanza buone da saperlo. Si sorvegli di più quando scrive, e questo vale anche per la
    Terza: che bisogno c’è di scrivere /underdogs/ in corsivo, termine che non molti italiani conoscono e ancor meno sanno usare? Cos’hanno che non va, per esempio, “brocchi”, “derelitti” o magari “sfigati”? Forse usando più italiano perfettamente adatto alla bisogna, e meno corsivi inglesi blasé, si finisce anche col fare un miglior servizio all’uguaglianza, scolastica o no. All love, grazie per lo spazio.

  2. letturalenta says:

    Sì, il blog di Giunta non consente di commentare. Se non ho capito male io, la critica alla Chua è tutta sui mezzi, non sui princìpi ispiratori della sua pedagogia. Partire dal presupposto che i fanciulli hanno le risorse per farcela è un principio sano; attuare quel principio decidendo al posto loro le mete da raggiungere è un modo di agire al limite del patologico. Se la Chua è seriamente convinta che l’unico modo per vivere degnamente è primeggiare in *tutto*, le si può solo consigliare di farsi visitare da uno bravo. Il giorno in cui sgriderai Nina perché ha preso nove e mezzo nel compito di matematica, inizia a preoccuparti :-)

    Concordo sulla chance, mentre sugli underdogs (a cui avrei tolto la s finale) osservo soltanto che la scelta dei termini può dipendere dal pubblico a cui ti rivolgi, e l’articolo è stato pubblicato originariamente in http://www.tamtamdemocratico.it, per lettori che probabilmente non hanno difficoltà con i prestiti dall’inglese.

    Siamo piuttosto noi che, condividendo il post altrove (tu in facebook, io qui e in google+), coinvolgiamo destinatari diversi da quelli a cui l’autore intendeva rivolgersi.

  3. Isa says:

    Sgridarla perché ha preso nove e mezzo in matematica? La _picchierò_, perché in tutta evidenza le sgridate non saranno servite :-)

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