[Riassunto delle puntate precedenti: Nacqui, bene o male sono arrivato fin qui]
Gran cosa, il ben dell’intelletto. Noi esseri umani non ringrazieremo mai abbastanza la benigna Natura per questo segno di distinzione che ha voluto donarci. La capacità di analizzare tritamente situazioni e oggetti, di individuarne le componenti elementari e di concatenarle in ordinate sequenze di cause ed effetti, relazioni e rapporti, ci consente di affrontare il mondo con piglio sicuro e incrollabile fiducia nel futuro.
Usando di quel bene con onestà e prudenza, ho potuto vedere il problema della mia autobiografia da molteplici angolazioni, individuando pieghe e risvolti che un’osservazione superficiale e istintiva avrebbe tenuto nascosti. In mancanza di questa analisi preliminare condotta con sagacia e intelligenza avrei cominciato a scrivere alla rinfusa, senza una direzione precisa, senza una meta chiaramente identificata. Pagine e pagine inchiostrate senza alcun criterio si sarebbero ben presto rivelate vuote, o eccessive, o in contraddizione con altre scritte appena prima o appena dopo; interi capitoli redatti imprudentemente sull’onda di un ricordo o di un’emozione sarebbero risultati superflui nell’economia complessiva dell’opera; giorni, mesi, anni di studio e di ricerche archivistiche sarebbero stati spesi inutilmente per raccogliere informazioni che la prova della pagina avrebbe dichiarato vane.
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