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Oggi, quando ero giovane

Monday, December 21st, 2009

Oggi, alle due del pomeriggio, il termometro segnava otto gradi sotto zero. La minima di questa notte è stata meno tredici. Sabato mattina nel cortile di casa mia, che si trova a quindici metri sul livello del mare, c’erano quarantadue centimetri di neve. Finalmente un principio d’inverno come si deve, dopo anni e anni trascorsi quasi senza vedere un solo fiocco fioccare in pianura.

Quando ero giovane, se mai lo sono stato, passavo il capodanno in una casetta sull’appennino bolognese, a mille metri d’altitudine. Vicino a casa c’era un laghetto artificiale che in quel periodo dell’anno gelava. Ho ancora delle foto da qualche parte, dove si vede l’allegra brigata che gioca a pallone sul ghiaccio: la mia futura moglie, io, tre o quattro amici. Allora, metà anni ottanta del secolo scorso, c’era ancora il muro di Berlino e per mettere paura alla gente non si minacciava il global warming, ma la guerra atomica (chissà se chi è giovane adesso ha mai sentito parlare di euromissili).

Oggi cade il solstizio d’inverno, la notte più lunga, il giorno in cui gli antichi celebravano la festa del sole invitto per ricordarsi che sì, era vero che quel giorno lì iniziava l’inverno, la stagione più dura dell’anno, ma era anche vero che da lì in poi il sole avrebbe ricominciato a sopravanzare la tenebra, stendendo sui campi innevati un fausto presagio di primavera. Noi moderni non ci facciamo più tanto caso a questa faccenda delle giornate che riprendono ad allungarsi, perché a differenza degli antichi abbiamo l’illusione di dipendere meno dalla cruda natura e di poterci prendere il lusso di fottercene un po’ delle stagioni, perché tanto d’inverno ci sono i caloriferi e d’estate i condizionatori. Secondo me erano più saggi di noi, gli antichi, ma meno fortunati.

Quando ero giovane, negli stessi anni in cui trascorrevo il capodanno in montagna, d’estate andavo al mare all’Isola d’Elba, tra la metà di luglio e la metà di agosto. Là c’era un signore, il padre di un mio amico, che si divertiva a ripetere quasi ogni giorno una frase di dubbia sintassi: “non siamo neanche in estate che siamo già in inverno un’altra volta”. Il significato era più o meno questo: ma tu guarda, l’estate è iniziata da poco e già le giornate si accorciano, annunciando a noi mortali che la terra continua a girare intorno al sole verso l’inverno prossimo venturo. In quegli anni l’alternarsi delle stagioni era ancora un argomento di conversazione. In quegli anni esistevano ancora le conversazioni.

Oggi non siamo neanche in inverno che siamo già in estate un’altra volta.

Vibrisselibri e altri pendolarismi

Tuesday, July 25th, 2006

1. Vibrisselibri

Aggiornamento: Novità su Vibrisselibri comunicate da Giulio Mozzi qui.

L’idea originaria, la fonte prima, la scaturigine, perfino, del progetto vibrisse libri (o vibrisse, libri o vibrisselibri) sta qui. L’idea di Giulio Mozzi, in estrema sintesi, è dare visibilità in rete a testi che, pur essendo buoni testi, non sono riusciti a trovare un editore, nella speranza che questa visibilità li aiuti a trovarne uno.

Idea strana – dirà il rapido lettore transeunte – ma la cosa più strana, almeno per quanto mi riguarda, è che il prode letturalenta è entrato a far parte dell’impresa. Evento invero sorprendente, essendo egli una delle persone più pigre e refrattarie agli impegni che io abbia mai conosciuto.

Nel mese o poco più trascorso dal lancio dell’idea mozziana a oggi, l’idea si è concretizzata. Oggi vibrisselibri ha una redazione, un ufficio stampa e un comitato di lettura, quest’ultimo addirittura dotato di un decone, vertice di una gerarchia dal sapore vagamente esoterico. Il prode letturalenta si è intruppato nel comitato di lettura, che a tutt’oggi conta una trentina di lettori volontari.

Forte del suo incarico istituzionale, egli ha trascorso l’ultimo fine settimana a compulsare il primo dei testi candidati, un tomino di settecentocinquantamila battute spazi inclusi, sul quale per evidenti ragioni di riservatezza (e di sfinitudine) il prode si rifiuta di fornire ulteriori dettagli. Sia come sia, il meccanismo si è messo in moto e sta macinando. Se ne riparlerà di sicuro prossimamente. Stay tuned!

2. L’estate di letturalenta
Come tutti gli anni, per motivi di sicuro disinteresse generale, il titolare di questa ridotta lettoria trascorre il periodo che va all’incirca da metà luglio a metà agosto pendolarando audacemente fra Bologna e una sperduta località dell’appennino tosco-emiliano priva di telefono fisso e impermeabile ai cellulari. Condizione invidiabile, anche perché detta località giace a oltre mille metri di altitudine, giacitura questa che comporta una temperatura più bassa di dieci gradi rispetto a quella cittadina.

Uno degli effetti di questo pendolarismo è che il titolare in questione è sconnesso tutte le sere e durante il fine settimana. Questo lo dico affinché l’affezionato lettore non si sgomenti per l’eventuale minor frequenza d’aggiornamento di questo blog nelle prossime settimane.

Qualora nel sullodato lettore si fossero già manifestati i prodromi della crisi di astinenza, potrà trovare temporaneo conforto su Vibrisse, che oggi ospita un mio contributo elbano nella sezione Giro d’Italia con Vibrisse curata da Bartolomeo di Monaco.