Posts Tagged ‘Francesco Vettori’

Statistiche

Tuesday, January 3rd, 2006

Ho aggiornato la pagina delle statistiche con i dati di dicembre. Non so perché, ma là fuori, nel vasto e periglioso mondo, c’è qualcuno che ogni tanto passa da queste parti. Potrebbe perfino darsi che qualcuno di quei qualcuni che passano si fermi un momento a leggere le mie divagazioni su lettura e zone limitrofe. Chissà, tutto è possibile.

Sia come sia, ringrazio tutti i passanti e tutti i lettori, compresi i motori di ricerca, gli aggregatori e gli spammer, che con i loro robot fanno un 10% circa del traffico. Ringrazio in particolare le persone che ogni tanto lasciano un commento, incluso l’anonimo coprofilo omofobo che ha commentato così la impareggiabile e imprescindibile lettera di Machiavelli a Vettori: è una cagata… sc ritta da un frocio.

Auguro a tutti quanti un anno di rade e lentissime letture.

Il lettore è uno che non legge quasi nulla

Monday, December 19th, 2005

«Un lettore di professione è in primo luogo chi sa quali libri non leggere; è colui che sa dire, come scrisse una volta mirabilmente Scheiwiller, ‘non l’ho letto e non mi piace’. Il vero, estremo lettore di professione potrebbe essere un tale che non legge quasi nulla, al limite un semianalfabeta che compita a fatica i nomi delle strade, e solo con luce favorevole.» (G.Manganelli, Lunario dell’orfano sannita, Einaudi 1973, pag. 107)

Pur non essendo un lettore di professione, non posso non riconoscermi in questo ritratto manganelliano. La capacità di dire non l’ho letto e non mi piace fa parte del bagaglio esistenziale di qualunque lettore, non solo di quello del lettore professionista. Anzi, credo che il lettore dilettante, quello che paga per leggere, possa esprimere il celebre giudizio di Scheiwiller molto più liberamente del lettore di professione, che proprio in virtù del professionismo non è sempre libero da vincoli di deontologia, di etichetta, di pressioni ambientali.

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La più famosa lettera di tutta la letteratura italiana

Monday, October 31st, 2005

Dato che nei giorni scorsi Splinder ha fatto le bizze ostacolando il lavoro del bravo se pur lento blogger, e dato che il suddetto blogger oltre che lento è pure pigro, oggi ti propino, o fugace lettore, una imprescindibile divagazione di qualche anno fa su una lettera del più grande scrittore italiano di tutti i tempi: Niccolò Machiavelli.

MachiavelliMachiavelli ha scritto «la più famosa lettera di tutta la letteratura italiana» (Ridolfi). Si tratta della lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513. Talmente famosa quella lettera, che riesce difficile pensare che ci sia ancora spazio per ricamarci su. Eppure…

Quella lettera è una responsiva a una missiva del Vettori del 23 novembre, in cui l’ambasciatore fiorentino presso la corte papale descrive la sua vita romana a Machiavelli, lasciando trasparire un certo spleen da ricco borghese annoiato dalla routine. Il Vettori, insomma, parla del suo ombelico, vezzo che lo accomuna a certi scrittori italiani contemporanei, secondo voci che circolano in ambienti bene informati. Questo parlare di sé fa parte di quella noia esistenziale di cui dicevo. Son talmente disgustato dalla banalità della vita di corte e dal basso livello delle persone che incontro quotidianamente, sembra dire il Vettori a Machiavelli, che non mi resta che parlarti un po’ di me, argomento non eccitante, forse, ma buono per ammazzare il tempo.

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