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ONU

Tuesday, December 21st, 2010

Dopo l’ammissione della Libia nel Consiglio per i diritti umani, ecco l’ultima perla dell’ONU:

Le Nazioni Unite si preparano a regolamentare la rete delle reti come mai era stato fatto fino a ora, mentre la lista dei paesi promotori del nuovo gruppo di lavoro — Brasile, Cina, India e Arabia Saudita — lascia intendere che il modello di “controllo” sia molto meno libertario e democratico di quello attuale.

Affidare la governance della rete a Cina e Arabia Saudita è un po’ come mettere un orco a dirigere un asilo nido o nominare Sandro Bondi ministro della cultura. È in casi come questi che uno si domanda se non sarebbe il caso di trasformare l’ONU in un resort di lusso per sceicchi, presidenti e sovrani vari: l’utilità sarebbe pari a quella attuale, ma la serietà ne guadagnerebbe moltissimo.

Terroristi, pedofili e mafiosi (nonché rettiliani)

Saturday, November 6th, 2010

Pare, si dice, si mormora che il decreto Pisanu — un tizio che vede anarchici insurrezionalisti appostati con una bomba innescata a ogni angolo di strada — sia prossimo alla decadenza. Il decreto Pisanu è quello che obbliga chi vuole connettersi a una rete wi-fi pubblica (sul concetto di pubblico in Italia ci sarebbe da scrivere un’epopea surrealista) a esibire documenti e marche da bollo come se stesse chiedendo la licenza di uccidere.

Quello che ci hanno sempre raccontato i nostri governanti — gente che ignora la differenza tra un governo democratico e una polizia segreta — è che il controllo sull’accesso alle reti pubbliche è parte integrante della gloriosa lotta dello stato alla malavita organizzata e al terrorismo internazionale. Mostruosa stupidaggine a cui risponde bene Giorgio Jannis sul suo blog:

E quindi, tagliamo la fuffa: io vorrei sapere quante indagini di polizia o di un magistrato su questioni di terrorismo sono state impostate in italia negli ultimi cinque anni, che abbiano riguardato o consultato i tabulati delle connessioni pubbliche. Voglio i fatti, i numeri, le quantità. Voglio sapere se questo pateracchio tutto italiano ha fatto del bene al paese, oppure voglio sapere se negli altri Paesi europei o negli Stati Uniti, dove non si dà il caso che il wifi sia disponibile solo dopo autenticazione, sono cretini a non averlo fatto.

Ce lo dica il ministro degli interni Maroni — quello convinto che la massima insidia alla sicurezza nazionale sono i rom — e ce lo dica anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, che su questo specifico argomento sembra appiattirsi sull’incompetenza governativa.

Bisogna rendersi conto — ha concluso Grasso — che dietro queste reti Wi-Fi e internet point ci si può nascondere benissimo nella massa degli utenti non più identificabili e si possono trovare anche terroristi, pedofili e mafiosi.

Sì, Grasso, ce le immaginiamo proprio le torme di terroristi, pedofili e mafiosi (nonché rettiliani) subdolamente nascoste dietro le reti wi-fi, e soprattutto siamo convintissimi, guardi, che oggi come oggi, grazie alla formidabile destrezza investigativa di Pisanu, questi banditi per connettersi alle reti pubbliche mostrano un documento di identità autentico e utilizzano carte di credito e sim card intestate a loro.

Tira di più il porno o Gesù?

Tuesday, April 27th, 2010

tratto da tratto da it.wikipedia.org/wiki/File:Umberto_Eco_01.jpgLeggo su Giornalettismo che Umberto Eco in un’intervista al quotidiano spagnolo «El Pais» si scandalizza perché in Internet il porno tira più di Gesù e di Padre Pio. Testuali parole:

El último artículo que he escrito dice: “Busquemos en Internet a Padre Pío”; reflejaba los 1.400.000 sitios en que aparecía este nombre. Busquemos a Jesús: 3.500.000. Busquemos porno: 130.000.000. Porno gana por 100 veces a Jesucristo.

Traduzione a capocchia:

L’ultimo articolo che ho scritto dice; “Cerchiamo in Internet Padre Pio”; [la ricerca] mostrava 1.400.000 siti in cui compariva questo nome. Cerchiamo Gesù: 3.500.000. Cerchiamo porno: 130.000.000. Porno vince su Gesù per cento a uno.

Il tutto all’interno di un discorso piatterello e cerchiobottista sui multiformi aspetti della grande rete, che secondo Eco — cito a caso — “in molti casi ha cambiato la nostra vita, la nostra capacità di documentarci, comunicare, ecc. E in alcuni casi si presta a diffondere notizie false” e altre amenità consimili.

Ora, io non pretendo che, ogni volta che l’Immenso parla, dalla sua bocca colino fiumi d’oro o svolazzino fumi d’incenso, e però, suvvia, che ne escano brandelli di chiacchera da bar mi sembra francamente eccessivo.

La prima e più ovvia osservazione che si può muovere a Eco è che per fare ricerche sensate in Internet occorre tener conto di come funziona lo strumento, per evitare di confrontare mele con pere. Nel caso di specie, se Eco avesse cercato Jesus anziché Gesù, con Google avrebbe trovato 194 milioni di siti, contro i 197 milioni che avrebbe scovato cercando porn anziché porno. L’ovvia differenza è che, mentre i termini porn (tendente all’uso universale) e porno (quasi idem) si trovano molto spesso affiancati negli appositi siti — e quindi cercando l’uno è molto probabile trovare anche l’altro — questo non succede per i termini Gesù e Jesus, essendo il primo esclusivamente italiano, l’altro quanto meno inglese e spagnolo, le due lingue europee più diffuse al mondo (mondo al quale, sia detto sommessamente e tra parentesi, appartiene anche Internet).

Conclusione: in Internet (più precisamente in Google) il porno batte Gesù per 197 a 194, un risultato ben lontano dal 100 a 1 millantato da Eco.

Seconda osservazione, di poco meno ovvia della prima: siamo sicuri che l’abbondanza di pornografia in rete è male, mentre quella di Gesù è bene? Lascio al lettore (e ovviamente a Eco) l’onere di rifletterci un po’ su.

Terza e ultima osservazione. Dice Eco: “non si sa mai se quello che si legge in Internet è vero o falso. Questo non succede con i giornali o con i libri. (…) Con Internet non si sa mai chi parla”.

Questo è un caso lampante di sindrome della fonte, che consiste nell’investire la fonte di un’affermazione del potere di predeterminarne la veridicità, con buona pace del senso critico. Una delle verità più incrollabili da tempi non sospetti è che tutte le fonti di notizie e di saperi sono parimenti inaffidabili fino a quando l’intelletto umano non si prende la briga di criticarle, ovvero di sottoporle ad attenta e spietata analisi. Lo si sa almeno dai tempi in cui Lorenzo Valla dimostrò che la Donazione di Costantino — fonte autorevolissima — era una bufala totale.

In assenza di senso critico non c’è fonte che tenga, quindi chiudo raccomandando a tutti i lettori di Umberto Eco — possano i numi conservarlo integro e glorioso nei secoli — di navigare in lungo e in largo su Internet, siti porno compresi, purché lo facciano sempre con gli occhi bene aperti e le orecchie ben protette dai canti delle sirene e dai sermoni dei sapienti.