Posts Tagged ‘Kafka pro e contro’

Kafka pro e contro

Friday, May 12th, 2006

Günther Anders, tratto da fr.wikipedia.orgSi diceva di un’idea originale su Franz Kafka espressa da Günther Anders nel suo unico saggio sull’autore praghese, Kafka pro e contro, recentemente ristampato da Quodlibet. L’idea è che per Kafka l’aldilà, che compare nella sua opera come tensione verso un mondo sconosciuto e apparentemente ultraterreno, altro non è che questo mondo, ovvero l’aldiqua dei comuni mortali. Per Anders i personaggi di Kafka, e in particolare il K. di Il castello, sono uomini che vivono fuori dal mondo e che fanno di tutto per essere accettati dal mondo.

Anders vede un pericolo potenziale proprio in questo fare di tutto per essere accettati. L’uomo messo in scena da Kafka gli appare come un debole che, pur di entrare, è disposto a sospendere tutte le domande e le riserve sulla giustizia e sulla moralità del mondo che lo esclude. Non gli interessa che i potenti siano illiberali e che il sistema che governano sia intrinsecamente malvagio: l’unica cosa che conta per l’uomo kafkiano è entrare a far parte di quel sistema. Questo uomo disposto a tutto è per Anders il suddito ideale dei regimi totalitari, un uomo che, rinunciando in partenza a esercitare le sue facoltà critiche, è già pronto per essere ridotto in schiavitù. Per questo considera l’opera di Kafka come una minaccia, addirittura come qualcosa di potenzialmente utilizzabile a fini totalitari e liberticidi:
(more…)

Kafkiane rimembranze

Wednesday, May 10th, 2006

Franz Kafka, tratto da mek.oszk.huCirca quattro anni fa, in una recensione a Lettere a Milena postata in icl, l’autrice Ol’ga riportava questo passo di una lettera di Kafka:

«È all’incirca come quando uno, prima di ogni passeggiata, dovesse non solo lavarsi, pettinarsi ecc. – già questo costa fatica – ma siccome prima di ogni passeggiata gli mancano sempre tutte le cose necessarie, dovesse anche cucirsi il vestito, farsi le scarpe, fabbricarsi il cappello, tagliare il bastone e così via».

Questo brano, dissi allora in risposta alla recensione, pone «l’accento sulla fatica di Kafka, la sua sensazione di non essere attrezzato per stare al mondo, l’angoscia di non saper andare al di là».

E aggiungevo:

«Quando cerco di leggere Kafka mi sento esattamente così: affaticato, disarmato, inquieto. È come un muro da scalare. Ci provo a più riprese, ci rinuncio, lo mollo per anni e poi ci riprovo, per vedere se il tempo mi ha fornito l’attrezzatura giusta per poter andare al di là. Macché! Io invecchio, divento più lento, più pesante, le mie chance di riuscire a oltrepassare il muro calano inesorabilmente».
(more…)