Posts Tagged ‘pedofilia’

Nichi Vendola e Antonio Socci come rappresentazione di Cip e Ciop

Friday, May 21st, 2010

Stasera ho visto un pezzetto di Anno Zero. Tra gli ospiti in studio c’erano Antonio Socci (dio ce ne liberi) e Nichi Vendola (possano i numi liberarlo da ogni tentazione vaticanista). Il tema della serata era lo scandalo degli abusi sessuali nella chiesa cattolica.

Antonio Socci, com’era ampiamente prevedibile, si è lanciato fin dal primo intervento in uno degli sport preferiti dai cattolici che fanno di tutto per segnalarsi come più papisti del papa: ha detto che, sì, è scandaloso che ci siano dei preti che fanno quelle cosacce, ma bisogna pur tener presente che ci sono migliaia di preti onesti e financo martiri per la fede, gente che non solo non abusa dei fanciulli, ma che dona la propria vita a maggior gloria dell’Eterno, eccetera. E bisogna pur considerare, ha continuato il Socci, che nel mondo c’è chi dei bambini fa mercato, chi li riduce in schiavitù, chi ne abusa in ogni modo senza vestire la tonaca. Insomma, la solita solfa autoassolutoria che si può riassumere in poche parole: è vero che i nostri sbagliano, però anche gli altri sbagliano. Roba che il defunto Bettino Craxi — quello che diceva che, sì, lui rubava e però rubavano pure gli altri — messo di fianco agli ipocriti tipo Socci fa la figura di un paladino dell’onestà e della giustizia.

Ma se da un Socci certe cose te le aspetti e le puoi liquidare con un serafico sì sì, certo certo, quando trovi gli stessi identici argomenti in bocca a un Nichi Vendola ti viene da pensare. Perché anche Vendola ha esordito dicendo che, per carità, quelle storie di preti pedofili sono sconcertanti, e tuttavia bisogna tenere presente che la pedofilia non è mica solo un problema della chiesa cattolica, ché di pedofili è pieno l’universo e non sono mica tutti cattolici, i pedofili. Sembrava di sentire il Socci, solo con la esse un po’ più pizzicata. Messi assieme, i due potevano sembrare una rappresentazione di Cip e Ciop, ma con una carica dialettica decisamente più smorzata.

Posso dire una cosa semplice, da uomo semplice, a tutti coloro che si ostinano a invocare altri mali a giustificazione e diminuizione delle gravissime colpe della chiesa cattolica, e in particolare della gerarchia vaticana, sulla questione degli abusi sessuali sui minori? Sì, posso dirla: avete rotto il cazzo.

E si badi bene che lo dico con voce piana e tranquilla, senza enfasi, senza un’ombra di acrimonia, senza alcun intento recriminatorio. Semplicemente, pianamente, serenamente: avete rotto il cazzo.

L’idea di usare i mali altrui come schermo per i propri è l’atteggiamento più ipocrita e vile si possa immaginare. Non esiste al mondo un solo malvagio, un solo schiavista di fanciulli, un solo mercante di organi infantili, un solo pappone di prostitute bambine che possa con la sua esistenza e le sue azioni diminuire di un grammo il peso delle colpe che pesano sui preti che hanno abusato dei piccoli loro affidati, né il peso delle colpe dei vescovi, cardinali, prefetti della congregazione per la fede e papi che non hanno agito tempestivamente contro quei preti criminali.

Qualora non fosse chiaro, facciamo la sintesi: quei preti, quei vescovi, quei cardinali, quei prefetti, quei papi non hanno scuse: sono ignobili delinquenti verso la società civile e vergogna vivente per il genere umano, e non esiste colpa altrui che possa diminuire le loro.

Quando avrete il coraggio di dichiarare senza mezzi termini questa semplicissima verità — cari Vendola, Socci e compagni — forse potrò fermarmi ad ascoltare cos’altro avete da dire sull’argomento. Fino ad allora continuerò placidamente a liquidarvi con quattro parole semplici semplici: avete rotto il cazzo.

Gliel’avrà detto suo cugino

Tuesday, April 13th, 2010

Molti sociologi, molti psichiatri hanno dimostrato che non c’è relazione tra celibato e pedofilia – ha dichiarato il segretario di Stato – e invece molti altri hanno dimostrato, me lo hanno detto recentemente, che c’è una relazione tra omosessualità e pedofilia. [Card. Tarcisio Bertone]

“Me l’hanno detto recentemente”. Ho passato minuti interminabili a fissare quell’inciso. Non volevo crederci.

“Me l’hanno detto recentemente”. Al di là della consueta predilezione delle gerarchie vaticane per i peggiori pregiudizi sull’omosessualità, colpisce in questo caso il ricorso alla regina delle stronzate dialettiche, all’icona del pettegolezzo, alla quintessenza del chiacchiericcio: mi hanno detto… ho saputo… gira voce… Manca solo pissi pissi bao bao.

“Me l’hanno detto recentemente”. Gliel’avrà detto suo cugino, immagino.

Donna, irlandese, cattolica, tosta

Friday, April 9th, 2010

Traduzione di una articolo apparso qualche giorno fa sul Washington Post, che ho beccato su segnalazione di Malvino. Come tutte le mie traduzioni, anche questa è da considerarsi di servizio, non professionale e tendenzialmente inaffidabile. lt.

A Sinead O’Connor le scuse del papa per gli abusi sessuali in Irlanda sembrano vacue

di Sinead O’Connor
Articolo apparso sul Washington Post il 28 marzo 2010

Quando ero bambina, l’Irlanda era una teocrazia cattolica. Quando un vescovo camminava per via, la gente si scansava per dargli strada. Se un vescovo partecipava a una manifestazione sportiva, la squadra si genufletteva a baciargli l’anello. Se qualcuno faceva uno sbaglio, invece di dire “nessuno è perfetto” noi dicevamo “Be’, certo, poteva capitare a un vescovo”.

L’espressione era più accurata di quanto noi stessi sapessimo. In questo mese papa Benedetto XVI ha scritto una lettera pastorale di scuse — più o meno — all’Irlanda per espiare decenni di abusi sessuali su minori da parte di preti di cui quei bambini presumibilmente si fidavano. Per molta gente del mio paese natale la lettera del papa è un insulto non solo alla nostra intelligenza, ma anche alla nostra fede e alla nostra patria. Per capire perché, bisogna rendersi conto che noi irlandesi abbiamo sopportato un genere brutale di cattolicesimo che ruotava attorno all’umiliazione dei bambini.
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