(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)
Bella storia, nevvero? ed Emilio è davvero bravo a raccontarla. Lo pensano anche i suoi ascoltatori, che mentre lui si ristora si scambiano commenti, abbozzano un’interpretazione, ipotizzano una morale. Le pause di un racconto sono occasioni solitamente favorevoli e produttive, e anche noi due possiamo approfittarne per riprendere il filo della nostra conversazione, o per ristorarci a nostra volta, o per dedicare qualche minuto a un sagace commento o a una provvisoria interpretazione. Ti ricordi come finisce il mio quinto capitolo, no? No? Allora rileggi l’ultima frase, altrimenti potresti pensare che io stia dando i numeri, o che la mia impalcatura narrativa sia alquanto pericolante, e questo turberebbe il nostro meraviglioso ménage. Lo so, lo so, ti sembrerà sciocca questa mia ossessione, ma sono fatto così, che ci posso fare? Ho sempre il terrore di annoiarti, o di sembrarti illogico o presuntuoso, fanfarone o meschino, ondivago o disonesto. E so bene che rassicurarti del contrario non serve a nulla, però mi fa sentire meglio, mi dà la forza necessaria per continuare a scegliere mattoni e impastare malta. È un duro lavoro quello del racconto, come avrai capito, e ogni tanto è indispensabile fermarsi a bere un bicchierino. Ma ecco che Emilio ha finito il suo, e ricomincia.
[…] capitolo, il cuore pulsante del mio edifizio narratologico: tacere per lasciare a te la parola; interrompere il racconto, come l’ha interrotto Emilio, per ristorarmi e per fermarmi un poco ad […]