Angiolino

In una roulotte vicino alla cabina elettrica dormiva Angiolino. Nessuno sapeva quanti anni aveva o di chi era figlio: forse era lì da sempre, forse era arrivato cent’anni prima su una nave di pirati, dicevano. Dalle cinque del mattino camminava su e giù per il lungomare sciorinando il suo monologo meteorologico continuo: domani libeccio, non uscire in mare; oppure: arriva scirocco, domani piove. Era matto, certo, ma non sbagliava mai. Al suo funerale, pagato dal comune, piangeva tutto il paese.

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