I diari di Luciano Anceschi (seconda parte)

Luciano Anceschi. Tratto da www.unipa.itLuciano Anceschi, come già dissi qui, fondò la rivista «il verri» nel 1956, e nel 2006 la rivista ha ricordato il fondatore pubblicando nei numeri 31 e 32 un’ampia selezione dei suoi diari. Un lavoro certosino, dice la nota al testo nell’ultimo numero, dato che Anceschi teneva i diari su quaderni ad anelli molto propensi allo squadernamento, e in più li farciva con ritagli di giornali e altri foglietti difficili da tenere al loro posto. E inoltre, come confessa lui stesso a più riprese, Anceschi era piuttosto disordinato, ed è forse per questo motivo che i diari degli anni 1991 e 1992 non sono stati ritrovati. La seconda parte della pubblicazione copre pertanto il periodo dal 1993 al 1995.

Nei diari Anceschi tocca gli argomenti più svariati, lasciando correre il pensiero fra materia e idee, cultura e natura, letteratura e vita, filosofia ed esperienza quotidiana. Una sintesi tematica sarebbe comunque troppo lunga, quindi mi limito a dar conto di un tema solo, quello che fa di Anceschi (suo malgrado e a sua insaputa, sia chiaro) uno dei numi tutelari di questo blog.

[Bologna, 8 febbraio 1993]
Leggere lentamente. Leggere rapidamente per blocchi saltando pagine ecc. ecc. Personalmente preferisco la lettura lenta.

[Bologna, 8 aprile 1993]
Non inquietarsi se un lavoro esige una certa lunghezza di tempo. Anzi, la nostra poetica personale sia quella della lentezza.

*

Non pensare al successo. Der Erfolg war immer der grösse Lügner – dice Nietzsche – La menzogna del successo! Le cose vere sono profonde e segrete – e maturano lentamente. Non temere la lunghezza del tempo. Non sognare la rapidità.

Su Anceschi e i cinquant’anni della rivista «il verri» ricordo l’articolo su Sguardomobile, qui e qui.

One Response to “I diari di Luciano Anceschi (seconda parte)”

  1. Alessandro says:

    Grande! Parole sante, sagge. Finalmente persone che pensano. Grazie

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