Cambiando le parole si cambiano le cose (?)

Odradek, tratto da www.kafka.org[questo post fa ovviamente :-) il paio con questo, con la prima parte del quale quasi collima, mentre è in aperta contraddizione con la seconda parte. Come mai? Segno forse che il prode letturalenta si contraddice? Eccerto che si contraddice, perdinci, come tutti!]

In concomitanza con la Fiera internazionale del libro di Torino, accadono due fatti libreschi di segno contrario.

1. Il supplemento del sabato del quotidiano La Stampa (torinese come la fiera-salone) riprende il vecchio glorioso nome Tuttolibri e tornerà a occuparsi solo di libri ed editoria. Si tratta di un ritorno al passato. Da svariati anni, infatti, il supplemento si chiamava TTL, che – come spiega il precisissimo .mau. – stava per Tuttolibri Tempo Libero e includeva sezioni dedicate a viaggi, gastronomia e altri temi culturali.

2. L’altrettanto vecchio e glorioso sito librialice.it (che una volta si chiamava alice.it, dominio poi ceduto alla Telecom) si suicida per far sorgere dalle sue ceneri Wuz, un portale che a differenza del defunto si occuperà non solo di libri, ma anche di cinema, musica e attualità.

Mentre Alice passa dalla nicchia specialistica del libro al mondo più ampio dell’entertainment, La Stampa fa la mossa opposta. Dato che entrambi i soggetti in questione sono imprese, che come tutte le imprese tengono d’occhio innanzitutto i profitti, suppongo che entrambe le mosse siano dettate da ragioni di mercato, sulle quali si potrebbero fare delle ipotesi.

Si potrebbero fare, sì, ma a me non interessa farle. Lascio volentieri l’onore e l’onere agli addetti ai lavori. A me – che son lettore – interessa leggere, quindi leggo.

La prima cosa che leggo in questi eventi apparentemente non correlati è la capacità delle parole di incidere prepotentemente sulle cose: cambiando le parole si cambiano le cose. Librialice.it diventa Wuz, e Wuz non è la stessa cosa di librialice.it. TTL (ri)diventa Tuttolibri, che è una cosa diversa da TTL.

Nel dominio della cosiddetta realtà non cambierà quasi niente: Wuz continuerà a essere un portale internet gestito dalle stesse persone che fino a ieri hanno gestito librialice.it, dipendenti da una società controllata da Messaggerie Libri, la più grande azienda di distribuzione editoriale in Italia. Tuttolibri perderà gli articoli di viaggi e gastronomia, ma a scrivere di libri saranno più o meno gli stessi che scrivevano prima, e le case editrici che compreranno spazi pubblicitari su Tuttolibri saranno più o meno le stesse che li comprano su TTL.

Eppure Tuttolibri non è uguale a TTL e Wuz non è uguale a librialice.it. Cambiare i nomi è il primo passo per cambiare le cose.

La seconda cosa che leggo è la curiosa relazione fra le rivoluzioni nominali del portale e dell’inserto da una parte, e la Fiera del libro di Torino dall’altra: il primo numero del neorisorto Tuttolibri è dedicato interamente alla Fiera del libro; la metamorfosi di librialice.it in Wuz è stata annunciata in un apposito incontro nel giorno di apertura della Fiera del libro.

Curioso, perché anche la Fiera del libro ha subito nel tempo un significativo cambiamento di nome. Una volta si chiamava Salone del libro. Le differenze principali fra un salone e una fiera sono queste: al salone si espone, alla fiera si vende; il salone privilegia l’aspetto produttivo, la fiera quello commerciale; al salone si mostra quello che si fa, alla fiera si cerca di venderlo.

E infine leggo il tema della Fiera del libro del 2000 e il tema della Fiera del libro del 2006. Quello del 2000:

La nuova realtà multirazziale. Gli intrecci sempre più intensi di culture, esperienze, linguaggi, tecniche, pratiche artistiche. E’ la realtà che la nostra epoca sta vivendo. Il mercato librario deve essere in grado di interpretarla, trasformando i mutamenti in atto in un’occasione di crescita collettiva. E’ il tema della Fiera 2000. La frontiera non come chiusura, ma come apertura verso l’altro. I rapporti tra identità e differenza. Le svolte, le prospettive, le attese.

Quello del 2006:

È l’avventura il motivo conduttore della Fiera del Libro 2006. Avventura come curiosità, ricerca, ricupero di progettualità e creatività, sfida rivolta a se stessi, volontà di ampliare le proprie conoscenze. Perché, come recita un pensiero di Marcel Proust, “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. La vera essenza del viaggio non consisterà dunque nell’arrivare a destinazione, ma nel costruire se stessi nella traversata.

Non commento, perché mi piacerebbe sentire i commenti dei pazienti e stoici lettori di questo blog periferico a questo ennesimo cambiamento di nome: dalla frontiera del 2000 all’avventura del 2006.

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5 Responses to “Cambiando le parole si cambiano le cose (?)”

  1. zycron says:

    dici che se inizio a cercarmi un nuovo nome ho qualche chance di cambiare vita?

  2. Dentro al sarcofago del faraone e nel sacco di plastica del coroner c’è sempre un morto.
    Eppure quei morti hanno ciascuno infinite storie da raccontare.
    E quelle più interessanti probabilmente non saranno né quelle del carbonio 14 né quelle degli annunci mortuari sul NYTimes.

  3. letturalenta says:

    zycron, credo proprio di sì. Arouet e Destouches non li conosce quasi nessuno, per esempio, mentre Voltaire e Céline sono famosissimi.

    Mauro, ma ti pare il caso di porre questioni metafisiche il venerdì dopo pranzo? :-)

  4. michele says:

    Ma perchè tutti questi incastri? queste copule incestuose (ampliare le proprie conoscenze?)Mah, ho il sospetto che anche quest’anno non ci capirò nulla.

  5. se sapevo che erano metafisiche neanche le portavo su dalla cantina. scusa :-)

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