Il populismo è di destra

Il populista è un tale dotato di lunghe antenne che gli consentono di intercettare i malumori diffusi in quello che una volta si chiamava “popolo” e che oggi si chiama “la gente”. Il carisma del populista non si esaurisce nelle sue antenne, ma include la capacità di sintetizzare mugugni variegati e differenti in formule semplici e facilmente comunicabili (il “Roma ladrona” di Bossi, per fare un esempio). Il populista ha una predisposizione molto forte alla semplificazione.

Il populismo ha preso storicamente forme molto diverse, che vanno da un generico movimentismo fino all’instaurazione di regimi dittatoriali, ma il suo elemento distintivo è forse la rivendicazione di un rapporto diretto fra governanti e governati, fra leader e massa, saltando a piè pari qualsivoglia problema di rappresentanza. In un’ottica populista chi governa è l’interprete della volontà popolare, e quindi agisce su mandato diretto del popolo. In che modo il popolo gli trasmetta (e possa eventualmente revocargli) il mandato è un problema che il populista generalmente non si pone, perché per lui il leader pensa e agisce ‘come la gente comune’. La gente la pensa come me è il mantra obbligatorio del buon populista.

Sulla base di queste premesse dico che il V-Day organizzato da Beppe Grillo è intriso di populismo: Beppe Grillo parla a nome della gente, senza preoccuparsi troppo delle differenze fra il tutto (la gente) e la parte (i suoi sostenitori); raccoglie un malcontento diffuso e lo riduce a una formula facilmente comunicabile (il “vaffanculo”); fa politica chiamandosi fuori dai luoghi istituzionali preposti alla discussione e all’azione politica (partiti e parlamento); nella pars construens del suo discorso – la legge di iniziativa popolare sull’eleggibilità dei parlamentari – semplifica questioni complesse per renderle più facilmente comunicabili.

Per chiarire il processo di semplificazione, prendo per brevità solo il primo dei tre punti della proposta di legge in questione, che recita così:

«NO AI PARLAMENTARI CONDANNATI
No ai 25 parlamentari condannati in Parlamento – Nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale».

Non credo che serva una laurea in giurisprudenza per sapere che nel nostro ordinamento penale vige il principio di presunzione di innocenza dell’imputato fino alla sentenza definitiva. Proporre l’interdizione prima della condanna definitiva, quindi, equivale a chiedere di abolire quel principio, cosa che ritengo aberrante. Inoltre la formulazione proposta implica una sostanziale equiparazione della pena per qualsiasi reato, indipendentemente dalla sua gravità, altra aberrazione non da poco. L’ordinamento attuale, per nostra fortuna, calibra l’interdizione dai pubblici uffici in base alla gravità dei reati e alla durata della reclusione, criterio che mi sembra molto più equo di quello proposto da Grillo. Ma per far passare il messaggio Grillo evita accuratamente di fare questo tipo di considerazioni, riducendo un problema complesso a uno slogan.

Ma il problema non è Beppe Grillo che, come lui stesso sostiene, in fondo è un comico e non un politico. Il problema è che il populismo è un fenomeno tipicamente di destra – da Guglielmo Giannini a Umberto Bossi a Silvio Berlusconi – e che la sinistra a mio avviso dovrebbe metterlo subito dopo il fascismo nella classifica delle ideologie repellenti. E non preoccupa tanto il fatto che Beppe Grillo può essere definito genericamente di sinistra, quanto quello che pezzi importanti della sinistra sembrano appoggiarlo senza troppi distinguo, anche se, almeno per ora, con una certa cautela. Le agenzie di stampa dicono che Walter Veltroni ha mandato al V-Day di Bologna un videomessaggio, che non trovo da nessuna parte, ma già nelle dichiarazioni rese un po’ di corsa in questa brevissima intervista Veltroni dichiara un sostanziale accordo con le proposte di Grillo. Poi ci sono le adesioni di Di Pietro (e questo non mi sorprende) e dei Verdi.

Che il populismo trovi spazio a sinistra è preoccupante, e che lo trovi su una proposta di legge che emana un forte odore di giustizialismo preoccupa ancora di più, specialmente in un periodo in cui uomini che si dicono di sinistra, come Sergio Cofferati, invocano poteri di polizia e di repressione per i sindaci e la galera per lavavetri e accattoni.

Oggi si sente ripetere da più parti che fra destra e sinistra non c’è più differenza. Per parte mia continuo a sostenere che le differenze ci sono, sono molte e sono tutte a livello di contenuti: il giustizialismo è di destra, il populismo è di destra, la xenofobia è di destra. Se uomini e partiti sedicenti di sinistra sposano una o più di queste cause, questo non significa che non c’è più differenza fra destra e sinistra, ma solo che quegli uomini o quei partiti si stanno spostando a destra. Spostamento che io, umile portatore di un solo voto, dovrò tenere ben presente alle prossime elezioni.

15 Responses to “Il populismo è di destra”

  1. Gabriella says:

    Condivido la prima parte del post.
    Molto meno la seconda parte.
    Vorrei in ogni caso condividere una mia sensazione: io credo non ti interessi alcunchè, di sapere chi condivida cosa.
    E questa, a mio parere, è già di per lei gran bella cosa.
    Ciao :-)

  2. letturalenta says:

    Sapere chi condivide cosa forse no, almeno non nel senso di creare opposti manipoli di favorevoli e contrari (a cosa poi, a un mio post? suvvia, non scherziamo). Sapere come la pensano altre persone sì, mi interessa, tanto che su questa faccenda ho letto diverse opinioni sparse su blog, siti, quotidiani on-line, ecc.

  3. michele says:

    l’immobilismo è di centro? o di centro-destra? o di centro-sinistra? Grandi categorie (grandi e piccoli partiti) solo per spartirsi il miserabile-ricchissimo-potere. Alla fine, sia gli uni che gli altri non sono nulla. Qualche esempio? Come sta governando il paese l’attuale governo? Mi dai una risposta? Veltroni? non starà mica comprando una casa da cinque milioni di euro sul litorale di Sabaudia percaso? (lecito se lo facesse alla luce del giorno) e beppe grillo non ha forse “condonato” (ultimo condono) abusi edilizzi, fatti dalla sua immobiliare presieduta dal fratello? (io personalmente “sogno” uno -stato di DIRITTO-, un paese più confortevole ed accogliente, confortevole ed accogliente, utopie.) un saluto. Chi sono i veri qualunquisti? le parole non significano nulla, -“dai loro frutti li potrai riconoscere”-

  4. letturalenta says:

    Michele, anche a me piace lo stato di diritto, ma dubito che si possa costruire (o migliorare) trasformando le imputazioni in condanne definitive, eliminando i partiti e gridando ‘potere al popolo’.

  5. volso says:

    Mi sono ritrovato qui casualmente mentre cercavo qualcosa su roth (molto carina la sua opinione riguardo i critici letterari, ti ringrazio per averla riportata)

    Già che c’ero mi sono letto questo pezzo su grillo.
    Riguardo al populismo, che sia solo di destra a me sembra una premessa azzardata.
    Basta guardare la nostra sinistra “radicale”, o come volete voi.
    Quanti slogan macinano? Se poi invece parliamo del centro-sinistra, forse non fanno populismo schietto (ma è vero poi? Certi personaggi ve li raccomando proprio) ma a quale costo? Sembrano mercanti.

    Ammetto senza problema che Grillo non è assolutamente quel tipo di uomo adatto a valutare la “moralità” del nostro paese ne tanto a guidare una svolta.
    Ma riguardo le sue proposte, per quanto drastiche, non condivido la tua presa di posizione.
    Non nego la tua coerenza di principio, ma non dimentichiamo le spaventose aberrazioni in seno al nostro parlamento. E la totale incapacità della nostra classe dirigente a risolverle, stretta (a volte compiacente) nei vecchi giochi di potere non più tollerabili.

    Ora, parlando in prospettiva, penso che il povero elettore di sinistra, con il suo unico voto, dovrebbe riflettere sulle conseguenze nell’appoggiare questa svolta “grilliana”. Può essere cavalcata per portare una ventata nuova (e di sinistra) nella politica (nel senso di legalità, di coerenza) oppure è solo un flop? Un buco dove perdersi?

    E una questione pragmatica forse. Può risultare molto avvilente fare calcoli di questo genere, ma dopotutto è politica e come tale raramente si presenta in discesa (sopratutto in Italia).

    Io mi interrogherei più su questo che sul “populismo” di alcune frasi, perchè ai fatti le richieste dei v-day non mi sembrano così assurde, con qualche ritocco forse.

  6. letturalenta says:

    > […]
    > Riguardo al populismo, che sia solo di destra
    > a me sembra una premessa azzardata.

    Anche a me. Però non ho detto che è *solo* di destra, ma che lo è *tipicamente” e porto qualche esempio. Quello che intendo dire è che destra e sinistra per me non sono uomini o partiti, ma spazi concettuali, simili a spazi geografici: dando le spalle alle sorgenti del Po, Milano è a sinistra e Roma a destra del Po.

    Se centomila milanesi si trasferiscono a Roma, non per questo Milano cessa di essere a sinistra del Po. Analogamente, se (per dirne uno) Cofferati, che si dice uomo di sinistra, mette al primo punto del suo programma la demolizione dei campi Rom, non per questo la demolizione dei campi Rom diventa un tema di sinistra. Piuttosto è Cofferati che si sta spostando a destra.

    > […]
    > Io mi interrogherei più su questo che sul “populismo” di
    > alcune frasi,

    Il populismo di Grillo secondo me non si limita ad alcune frasi, ma riguarda l’insieme del fenomeno. Populista è chi considera problemi cose come ‘il popolo ha fame’ oppure ‘la gente è stanca’ oppure ‘i politici sono corrotti’. Quelli sono gli effetti di una serie di problemi, non i problemi. La sinistra, almeno secondo me, non deve adottare queste semplificazioni. Facendolo potrebbe anche guadagnare qualche voto, ma in prospettiva si ritroverebbe a pagare conti salati.

    > […]
    > perchè ai fatti le richieste dei v-day non mi
    > sembrano così assurde, con qualche ritocco forse.

    Non vedo come, almeno per il punto che ho trattato nel post. L’idea di intaccare il principio di presunzione di innocenza per sbattere quattro stronzi fuori dal parlamento francamente non mi attira granché.

  7. zop says:

    le tue riflessioni sono molto interessanti e le condivido… il populismo del grillo parlante, tuttavia, lo trovo accettabile in quanto appunto si tratta di un comico e non di un politico. nel momento in cui varca questa soglia diventa pericoloso! il fatto è che il popologente che non si sente più rappresentato dalla classe politica ha bisogno e voglia di trovare il “rapporto diretto fra governanti e governati”… e quando non ci sono altri spazi ecco che si riempiono gli unici che rimangono… a destra (da bossi a berlusconi) e a sinistra (da grillo a moretti e i girotondi)… il momento storico è tragico e pericoloso. le analogie con quanto avveniva un secolo fa e che dava origine al fascismo (crisi ecnomica, istituzionale, guerre, trasformismo dei politici…) sono impressionanti…

  8. letturalenta says:

    Zop, a me sembra che Grillo abbia già varcato la soglia della politica, o quanto meno che sia sulla buona strada: raccogliere 300.000 firme su una proposta di legge è un’azione più politica che comica. Chiaro che non basta questo a farne un politico a tutto tondo.

    Sulla gravità del momento me la cavo con una battuta: i tempi sono bui dalla notte dei tempi :-)

  9. volso says:

    per quanto ne so si parla di persone con condanna definitiva.
    Mi informerò meglio a riguardo (e cmq la questione non è neanche metterle in galera, ma non farla andare al parlamento, che è diverso, perchè difficilmente credo queste persone andranno mai al gabbio).

    Comunque non mi sempre si intacca la presunzione di innocenza, semplicemente non sarà possibile avere cariche pubbliche per le persone che sono state giudicate colpevoli al primo e secondo grado. E’ una norma restrittiva. La si potrebbe benissimo considerare una sospensione cautelativa. Negli altri paesi neanche c’è bisogno, i veri politici si dimettono da se quando sono indagati (e non si aspetta neanche il verdetto).
    E se vengono condannati anche solo al primo grado si è praticamente stroncati.

    E poi scusami, ora non per essere noioso,ma la presunzione d’innocenza dovrebbe valere fino al primo grado. Poi se si viene condannati non si può continuare ad invocare la “presunzione d’innocenza”. Altrimenti che senso hanno il primo e secondo grado?
    Il secondo grado può ribaltare il giudizio, ma fino a quel punto rimane colpevole.
    Non so se mi sono spiegato.

    A me sinceramente fa paura più che altro che diventeremo un paese in mano ai magistrati (che spesso non sembrano diversi dai politici). Ma questo è un altro discorso.

    sono davvero a pezzi. Buonanotte

  10. letturalenta says:

    > la presunzione d’innocenza dovrebbe valere fino al primo grado.

    No. L’articolo 27 della costituzione dice che “l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”.

    A parte questo, poi, resta l’altro punto, cioè la proposta di applicare l’interdizione *perpetua* dal parlamento, in caso di condanna definitiva, indipendentemente dalla gravità del reato. Nessuna differenza fra rubare una macchina e corrompere magistrati. Questo è giustizialismo un po’ becero, secondo me.

  11. sapu says:

    Condivisibile soprattutto l’ultima parte con la considerazione sugli attuali sedicenti politici di sinistra.

    Però una considerazione, pur non essendo seguace di grillo, ritengo di farla: davvero, quando si va a pretendere che il politico sia ‘puro’, si pecca di giustizialismo, nel senso attuale del termine ?
    Nella sostanza, intendo: il giustizialismo non è la mera discriminazione, l’escludere dall’accesso alla carica pubblica, ma il pretendere una punizione severa e concreta anche solo per la presunzione di reato.
    Tale discriminazione, peraltro, è concreta e reale per tutti gli altri: chiunque ha avuto esperienza (diretta o non) di assunzioni di persone con ‘la fedina penale sporca’ che pure abbian pagato, ben conosce questa discriminazione.

    Al punto cui siam giunti, è opportuno come sempre non farsi prendere dagli estremismi a la grillo.
    Ma è pure opportuno valutare seriamente che siano introdotte delle discriminanti (persino non eque, persino al limite di quel che significa esser di sinistra) per l’eleggibilità.
    Anche perchè si parla sempre di una categoria che fa eccezione al principio per cui non si deve generalizzare: una categoria, nel suo insieme, per privilegi e condotta, immorale e disonesta.

    Grillo va nella direzione giusta, magari nel modo sbagliato ma ci va.
    Esser di sinistra, per dire esser integerrimi e probi e giusti, in che direzione ?
    Non è un invito a cambiar principi ma a saggiarne i limiti…

  12. Carperné Malvolti says:

    Riguardo al populismo, che sia solo di destra a me sembra una premessa azzardata.
    Basta guardare la nostra sinistra “radicale”, o come volete voi.

    La sinistra radicale spara cazzate come un howitzer, ma non è populista perché di quello che pensa il popolo, cioè la maggioranza, se ne fotte, anzi lo disprezza apertamente. La sinistra radicale, al contrario, è elitista, il che non la rende meno dannosa.

  13. Gabriella says:

    Letturalenta, sottoscrivo in pieno quando scrivi:

    “Il populismo di Grillo secondo me non si limita ad alcune frasi, ma riguarda l’insieme del fenomeno. Populista è chi considera problemi cose come ‘il popolo ha fame’ oppure ‘la gente è stanca’ oppure ‘i politici sono corrotti’. Quelli sono gli effetti di una serie di problemi, non i problemi. La sinistra, almeno secondo me, non deve adottare queste semplificazioni. Facendolo potrebbe anche guadagnare qualche voto, ma in prospettiva si ritroverebbe a pagare conti salati.”

    Per quanto riguarda poi il “varcar la soglia”, stasera al tiggì ho sentito delle liste civiche, dei requisiti per candidarsi (tra cui la non appartenenza ad alcun Partito) e del fatto che la “purezza” dei candidati sarebbe garantita da una sorta di “bollino di garanzia” di Grillo.

    Ora. Può darsi che il tiggì abbia detto una sfilza di stupidaggini o che io ero distratta ed ho capito fischi per fiaschi.
    Se invece le cose stessero proprio così, come mi sembra di aver sentito al tiggì…. beh, io direi che la soglia è stata varcata eccome. E la grillesca faccenda mi piace sempre meno.

  14. Gabriella says:

    Scusami se intervengo di nuovo, ma ho appena finito di leggere l’ultimo post sul blog di BG e un buon 80% dei commenti al seguito e sono rimasta abbastanza choccata. Questa faccenda non mi piace, non mi piace, non mi piace.
    E poi, quel grido di battaglia (Vaffa etc.) mi ricorda troppo (nel senso di memoria storica) il Me ne frego di trista memoria.
    Ed ora mi taccio, giuro.

  15. Leggo in ritardo, Luca.
    Vorrei linkare qui una mia proposta, a seguito di una discussione avvenuta qualche giorno fa su NI (Indignazione e gentilezza, del 21 settembre):
    http://www.bartolomeodimonaco.it/online/?cat=20
    Un abbraccio

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