Procediamo con ordine.
Orbene:
1. Ci sono dei signori che hanno fondato una casa editrice che si chiama Unwired Media.
2. Poi hanno fatto una collana che si chiama Scrittomisto, dedicata a diffondere su carta contenuti provenienti dalla rete.
3. La collana Scrittomisto è stata inaugurata a metà maggio con sei titoli scritti da blogger storici molto famosi, e altri titoli usciranno in luglio.
4. Nel frattempo questi signori di Unwired Media hanno organizzato un concorso, col suo bravo Regolamento.
Incuriosito da questa cosa, ieri sera ho copincollato in un documento OpenOffice i post di letturalenta pubblicati nelle categorie lettura, scrittura, diatribe e prof. Letturalenta, che lì per lì mi sono sembrati i più adatti al tema proposto. Visualizzando poi le proprietà del documento così ottentuto ho notato – con mio grande sconcerto e spavento – che il malloppo risultante rispetta i requisiti dimensionali richiesti dagli organizzatori, ovvero almeno 140.000 battute spazi inclusi.
Allora ho pensato: che faccio, partecipo?
E dato che io sono costituzionalmente refrattario a rispondere alle domande che mi pongo, giro la domanda agli eventuali lettori che si trovassero a passare di qua in questi giorni.
Tags: annunci, scrittomisto
ho dato rapida visione alle categorie.
Per quanto reputi che il blog sia un genere a sé che patisce il travaso su carta, direi che la saggistica (mi si eprdoni l’offesa) può reggere il supporto cartaceo.
Voto quindi sì.
oh, sì :-)
daldivano
E’ UN MUST (non si discute)!
Esimio Effe, per questa volta la perdono, ma sappia che l’etichetta di saggio proprio non mi si addice.
daldivano, se non è troppo disturbo, posso chiederti perché sì?
CalMa, se non è troppo disturbo, posso chiederti perché è un must?
(credetemi, non sono a caccia di complimenti. Sono sinceramente perplesso, e sono sicuro che da voi possano venire argomenti molto più validi dei miei per decidere se ‘sta cosa ha senso oppure no).
Caro Luca/Letturalenta,
ti leggo in silenzio da un po’ di tempo.
Partecipa, assolutamente. Il tuo è uno dei più bei blog ad argomento letterario che io conosca, e non è un complimento gratuito. Sarebbe bello leggerti anche su carta (sarò antiquata, ma per me la carta ha ancora tanto più fascino del web…).
Con stima,
Marina
ma tu che cosa hai voglia di fare?
certo che si!
Sonnebarke, cavolo, grazie! La carta ha un fascino tremendo anche su di me, e questo è uno dei motivi per cui questa ipotetica avventura non mi lascia del tutto indifferente.
zycron, “voglia” è una parola un po’ grossa. Più che voglie ho molti dubbi. Da un lato mi attira l’idea che un libro contenga cose scritte da me (non dimentichiamo che io *adoro* i libri :-)), dall’altro non sono sicuro che abbia molto senso travasare su carta quel che ho scritto qui.
Ipa’, sinceramente, non ci vedi manco uno straccio di controindicazione? Da un punto di vista strettamente filosofico, dico :-)
Partecipare a cosa? Hai già partecipato, stai già partecipando, sei qui. Perchè dovresti essere anche li? Perchè essere concorrente? E di chi? E per cosa? Ed essere letto magari velocemente, un poco magari triturato, spieghettato, impilato, inconollato, contato, tagliuzzato, e magari pure giudicato, non qui, li. Arrivare e dove? primi di cosa? e secondi di che? Terzo, mi scusi ma lei è terzo? E poi avere, avere sei per cento? E’ dare quindi novantaquattro per cento a chi? Occhio per occhio, dente per dente, facciamo un poco di ordine. Siamo tutti oculisti e dentisti su via! Letturalenta resti qui, rimanga con questo vestito comodo, tra comode parentesi materne, tra gli asterischi stellari, tra gli uncini che interrogano, tra gli esclamativi che non esclamano, qui si gioca a nascondino, tana liberi tutti(la fa sempre lei). Ai quattro cantoni, a mondo e li? Si gioco pure li, e a contare chi conta? No, se deve proprio andare però, ci deve portare pure a noi, (magare io no che faccio perdere) però siamo onesti o ci andiamo tutti o se no non vale, infondo ci siamo sempre stati, ma di noi non parla mica il regolamento, non dice niente dei commenti. Io non ci voglio andare, letturalenta lei non può costringermi ad andare lì, si perchè infondo è anche questo no?
partecipa pure, al concorso – tanto, che ci costa?
Ma che è Luca, un attacco di nikefobìa? Ti dirò una ragione molto semplice. Se ti trovo stampato io senza dubbio ti compro. Così, che ne so?, ti posso leggere con calma sull’autobus o in metropolitana, o ti metto nella borsa quando vado in ufficio. Posso regalarti in giro, buccrossarti (spiegaglielo tu a sturmunddrang). Basta?
secondo me dovresti provare ad immaginarti che effetto ti farebbe sia vedere le tue parole stampate (da quel momento lì assumono una vita indipendente… ) sia *non* vederle stampate in caso di non vittoria del concorso. Se al di là di
questi possibili “effetti collaterali” tu hai voglia di partecipare allora va bene.
E’ chiaro che chi passa di qua avrebbe piacere di leggerti anche su carta, ma questa non può essere la *tua* motivazione.
secondo me sì, lettura. finché si tratta di racconti o saggi la cosa ha un senso, e l’unica “coincidenza” il fatto di essere anche un blogger.
saluti
melpunk
Luca, tempo fa ti dissi che meritavi un editore. Intanto prova con questo, poi, vedrai, si farà avanti un pezzo da novanta.
Tu, a cui non sfugge niente, hai letto il n. 34 di Nuovi Argomenti? (purtroppo è morto il suo direttore Enzo Siciliano). Lo conoscevi Remo Teglia? Bravissimo scrittore pubblicato da Einaudi, contemporaneo di Mario Tobino. Sul n. 34 ci trovi qualcosa scritto da me.
Ciao.
Bart
Sono socio di un’associazione da poco costituita con il nome di L’Arte di vivere con lentezza (www.vivereconlentezza.it). Sabato 18 giugno l’incontro del mese si concentrerà anche sul concetto (e ove possibile, la pratica) della “lettura lenta”. Prenderemo spunto da “Come un romanzo” di Pennac (esigenze di tenere desta l’attenzione hanno consigliato la scelta di un testo non molto impegnativo di un autore popolare ma di livello) per intavolare una discussione che si vorrebbe estesa generalmente all’approccio diverso con il testo scritto. Insomma, leggere – chiosando Pennac – “è tempo rubato alla vita”, dunque perchè svilirlo con ansia e voracità fine a se stessa? Si accettano consigli, tracce, illuminazioni…
Emergo solo ora da un fine settimana impegnativo e da una ripresa di settimana delirante. Mi prendo pochi minuti per ringraziare tutti voi dei preziosi suggerimenti. Spero di riuscire a ricapitolare meglio la situazione stasera, nonché di preparare un’anteprima di quanto andrei a proporre in caso di partecipazione. Per ora grazie ancora a tutti.
Per Gabriele e L’arte di vivere con lentezza: non sono molto d’accordo con l’affermazione di Pennac. Secondo me è vero piuttosto che la vita è tempo rubato alla lettura, ma sarebbe un discorso lungo. Magari ci ritorno più avanti.
Ciccioluca, sappi solo che sarai in competizione con me, che ho già inviato le mie 180.000 battute:- )
Sarà una bella gara, Lucio. (Ammesso che mi ammettano, alla gara :-))
accorri numeroso. :)
Ma tu guarda, m’hanno già sgamato :-)
è assolutamente necessario che “travasi” quello che hai scritto sul blog? nn potresti scrivere qualcosa di nuovo per la carta? un po’ di tempo c’è
insomma, qualcosa che si sposi con entrambi
Il tempo c’è, sì, però mi sembra che la linea editoriale della collana Scrittomisto sia proprio quella di traslare su carta contenuti nati in rete, o almeno questa è la parte della loro linea che mi interessa (con tutta una serie di dubbi e perplessità che non sto a riproporre). E poi, diciamolo, io son lettore, mica scrittore. Mettermi lì a scrivere qualcosa avendo in mente una futura pubblicazione, non è cosa per me, almeno per il momento.
carta carta carta ,igienica, di giornale,carta da lettere, carta da imballaggio,carta per buste per carta da lettere
e per buste della spesa. Carta che si rompe con la pioggia che vola con il vento che imputidrisce negli scoli e vicino ai bidoni delle immpondizie. Molecole microscopiche che provengono dal legno dei tronchi o da misture di ultima generazione.
beh.. certo buttiamoci nel vortice digitale, avremo fatto anche questo.Essere generosi, non avere paura, del resto non è che il cartaceo perdoni meglio la fatuità dei nostri pensieri, invenzioni o relazioni su un mondo vero o immaginario che sia, anzi ..fra tutti e due non cambia molto. L’idea scritto misto “è buona, mi piace. E’ che sembra sempre di vendersi l’anima in ogni caso sia sottoponendosi alla carta che alla girandola giostra digitale. mi crogiolo le mie 170 cartelle (battute?quante? spazi? , mi sento come una scheda perforata.