Giovedì 30 novembre, ore 17, sala Burcardo, via del Sudario 44, Roma
Antonio Pizzuto a 30 anni dalla scomparsa
Interverranno:
Maria Pizzuto, presidente della Fondazione Antonio Pizzuto
Mario Lunetta, scrittore, presidente del Sindacato Scrittori
la dottoressa Benedetta Panieri
il giornalista Salvatore Bufera
l’editore Antonio Pagliai
Moderatore Gian Maria Molli
L’attore Gianni Musy leggerà brani tratti dalle opere e dai carteggi.
non mancherò, grazie Luca.
Mi è sembrato di incontrarti nel racconto ora ora pubb. su N.I. di Marino.
Tutti pensano a G.M. ma io penso che eri tu.
Michele, se alludi allo scrittore con le bretelle, direi che assomiglia molto più a Giulio Mozzi che a me. Io sono un lettore privo di bretelle.
Dimenticavo: il Salvatore Bufera dell’annuncio altri non è che Salvatore Butera, autore di un notevole saggio comparso qualche tempo fa qui, nella pizzuteide. Sarebbe da correggere, ma è un refuso è troppo bello, quindi resterà saldamente al suo posto :-)
conto di esserci (e di segnalare l’evento sul blog)
Ok, vada per il refuso, ma almeno evitate di aprire gli ombrelli quando mi incontrate (tanto li spazzerei via…).
vostro
Salvo Tormenta di Neve
scusa luca ma perché non pensi di scrivere un libro, un saggio, qualcosa su pizzuto, a questo punto?
mel, non si può mai dire. Escludo categoricamente saggi o quant’altro possa assomigliare a esercizi eruditi, ma tra venti o trent’anni – quando avrò completato la scalata all’opera pizzutiana – può ben darsi che butti giù due righe.
Bella Salvo! da oggi in poi il tuo nome sarà Fortunale.
Gabry, non è che per caso puoi essere anche domani alla presentazione di vibrisselibri? Ti incontrerei più che volentieri.
Io ci sarò (con tutto il mio entusiasmo).
Io non potrò esserci, alla conferenza (sono sulla punta dell’italico stivale) ma ho messo un post sul mio blog per “abbanniare” l’evento.
Tanti auguri anche da parte mia, carissimo Luca.
Abbanniare è uno stupendo verbo darrighiano che mi capitò di studiare qualche anno fa. Qual è il suo blog, Gabriella?
Gabriella, grazie degli auguri e una curiosità: stai a nord o a sud di Piazza Armerina?
Gualberto, questa Gabriella (perché letturalenta, si sa, è ricco di gabrielle) la trovi in pianta stabile su http://nonsoloproust.splinder.com
@ Letturalenta, io palermitana sugnu. Città (Palermo) da me amata ma anche molto, moolto odiata. E mi fermo qua.
@ Gualberto, “abbanniare” è vero, è stupendo. Il siculo idioma è ricchissimo (come d’altra parte tutti i dialetti, immagino. Non voglio far torto a nessuno) di termini straordinari. A me piace molto adoperarli, nel linguaggio corrente, mischiando italiano e termini dialettali. Ce ne sono alcuni che davvero trovo intraducibili in italiano. C’è un libriccino Adelphino di Sciascia (se non ricordo male “Occhio di capra”) che è tutto una elencazione di modi di dire siculi. Però ogni provincia ha i suoi, e quelli raccolti da Sciascia sono soprattutto della Sicilia orientale e/o dell’interno. Il dialetto di Palermo, essendo la città sede delle varie Corti e dei vari governi che nei secoli si sono succeduti è molto intriso di francese e di spagnolo, e davvero c’è di che divertirsi. Molte parole nostre sono la “svisatura” (si direbbe con un linguaggio jazzistico) di analoghi termini francesi o spagnoli. Meno evidente invece è l’influenza dell’inglese, ed è strano visto che a Palermo gli inglesi hanno avuto un ruolo molto importante, specialmente nell’800 – primi del ‘900.
Un mio amico milanese che abita a Roma e che è un finissimo conoscitore di Pizzuto (possiede e soprattutto ha letto) tutto ma proprio tutto quello che di lui e su di lui è reperibile mi ha ringraziato per la notiza della conferenza romana e proprio ieri mi ha scritto che sarà presente. Insomma, sono contenta di avere, nel mio piccolo, contribuito :-) Non porto le masse, è vero, ma giuro che il mio uomo è Lettore di Qualità :-)
Gabriella, portare le masse a Pizzuto sarebbe impresa a dir poco sovrumana! Grazie mille per aver dato notizia del convegno al tuo amico pizzutiano.
A proposito del dialetto siciliano: dalle mie parti tra abitanti di un comune o un altro ci si riconosce facilmente perché ci sono accenti e cadenze diversissime tra loro. Per esempio “io” si pronuncia con la “o” chiusa a Castronovo di Sicilia, “iè” a Roccapalumba, “iì” a Lercara Friddi, “ia” ad Alia, iò a Vicari, ecc. Sto parlando di paesi a poche decine di chilometri l’uno dall’altro.
[…] Trent’anni fa moriva a Roma Antonio Pizzuto, autore di romanzi e racconti fra i maggiori del Novecento. La capitale, dove Pizzuto ha scritto tutti i suoi capolavori – da Signorina Rosina a Si riparano bambole a Ravenna – lo ricorderà con la prima commemorazione fra una settimana giovedì 30 novembre alla sala Burcardo (partecipate numerosi! (NdR)), a cui interverranno la figlia di Pizzuto, Maria, presidente della fondazione intitolata a suo padre, e il presidente del sindacato nazionale scrittori Mario Lunetta. Il Gr3 lo ricorda oggi, con un frammento di Signorina Rosina, il romanzo che fece conoscere a metà degli anni Cinquanta il questore in pensione Antonio Pizzuto. La magistrale lettura è di Carmelo Bene. Si tratta del diciottesimo capitolo di Signorina Rosina. Il protagonista, il geometra Bibi, è inviato dal suo implacabile capufficio a compiere improbabili lavori in un cimitero. […]