I bardi – come tutti i fedeli del nume Shakespeare sanno – erano poeti raminghi che girovagavano per villaggi e cittadi grossomodo galliche o gaeliche o celtiche o giù di lì, intrattenendo quei popoli laboriosi con componimenti poetici in cambio di una ciotola di porridge e un corno di sidro. Essi narravano gesta eroiche e leggende di paesi foresti, portando notizie di terre remote a chi mai avrebbe potuto visitarle.
Lai – come tutti i compulsatori di testi antiqui sanno – è termine arcaico per indicare i gemiti e i lamenti associati a manifestazioni di melanconia, insoddisfazione, risentimento, dolore.
Orbene, anziché gemere e lamentare che qui una volta era tutta letteratura, che non ci sono più i Calvino di una volta e che le storie quando c’era lui arrivavano in orario, gli arditi collaboratori della rivista Buràn hanno deciso di farsi bardi per raccontare al nostro minuscolo villaggio cisalpino storie di terre lontanissime.
Buràn ascolta storie raccontate in tutte le lingue del mondo e le traduce in italiano perché anche noi possiamo ascoltarle. La rivista è articolata in due sezioni:
– il Materiale raccoglie racconti, articoli, saggi, immagini e altri contributi intorno a temi concreti. Il tema di questo primo numero è il Lavoro
– l’Immaginario raccoglie invece racconti, narrazioni storie inventate oltre i nostri confini
In questo primo numero, la rivista ascolta 25 autori di 18 Paesi diversi: Angola, Antartide, Argentina, Corea, Francia, Guatemala, Hong Kong, India, Iran, Malesia, Marocco, Messico, Polonia, Portorico, Russia, U.S.A., Venezuela, Zimbabwe.
Cos’altro aspettiamo, dunque? Usciamo dalle nostre capanne, sediamoci in cerchio attorno al grande fuoco al centro del villaggio e ascoltiamo gesta e leggende dalle estremità del mondo.
ebbene, di Flounder fu l’impulso a varcare oceani e falde freatiche, io mi limitai a tradurre l’impulso nell’idea-rivista, che è a conduzione collettiva (un kolkoz, via). Il resto dei nomi è nei credits.
Graziassai, e buona – e lenta – lettura.
Ho corretto (=cassato) gli errata, grazie Herr. Lode a tutti i laudabili buranici, dunque, senza distinzione di sesso, religione e blog.
eh eh, co’ ‘sta cassata m’avete schiattato :D
(Tks, Luca. Oh, leggo lentamente “Ravenna”, Spettacolare!)
mi siedo qui e leggo il tuo blog invece che guardare il focolare o la tv… quanto a meglio tardi che mai… mi pare un ottimo motto per la letteratura lenta!
Bellissimo, Buràn!
MI piace da pazzi.
sarebbe bello avere questo storie in audio (o lette da blogger) e riproporle durante specifici incontri o serate a tema.
Ormai l’arte dell’ascoltare è quasi scomparsa.
Ciao Luca ! a presto
Grazie della dritta su Buran, Luca !
Esotico ed affascinante.
Ho letto un pezzo sull’Antartide, molto bello.
Quasi-quasi mi autopropongo a Buràn per traduttrice a tempo (molto) perso !
Che ne dici, Gaja ?;o)
gaja deve anche aggiornare il suo blog: c’è un tizio che da ben due settimane – congelato in un gesto malinconico e sisìfeo – le offre il supplemento del sole 24 ore. ;)
Dopo aver scoperto l’attenzione riposta verso Pizzuto, mi complimento per il resto degli articoli di questo web-log. Ogni tanto ci vuole.
:-)) grazie erostratos! il tizio ormai si è disgregato! promessa da maringaja mantenuta, come dice maria strofa: blog aggiornato.:-) bacioni, e grazie dell’attenzione:**
Barbara: secondo me potresti proprio provare!:-)) (RAGAZZA GENIALE!!!) bacioni:**
Luca: scusa se ho approfittato del tuo spazio. W BURAN! W IL LENTORE!
Barbara, sei assunta (per la gloria, questo sia chiaro)
@Calma
Ehm..ma io non ho ancora scritto alla redazione di Buràn, e già sono assunta ???
Miracoli del blog, ammazza !
Ma sei sicuro Calma ? Sei un Buran-Boss, per caso ?
Che io poi ci credo alle cose, non te ne approfittare…:o)
Eccerto che lo farei solo per la soddisfazione, anche perchè sono un pò arruginita.
Mah…attendo ulteriori notizie con trepidazione.
‘notte a tutti
Barbara, CalMa è uno dei bardi di Buràn, Buràn ha bisogno di traduttori, tu sei traduttrice. Che altro? :-)
Grazie e saluti a tutti i carissimi visitatori di questo blog, che ultimamente trascuro in modo quasi oltraggioso per chi ha la pazienza di seguirlo.
Un saluto particolare all’ottimo Davide Ondertoller di Castel Beseno, infaticabile difensore della storia e delle storie prodotte dalla sua splendida terra trentina.
Ti aspetto in giugno Luca !