Canti emiliani dei morti

Giuseppe Caliceti, Canti emiliani dei morti, vibrisselibri 2007Questa di Caliceti è la storia vera, personalissima, intima perfino, ma è anche una storia ricca di relazioni e interazioni con le migliaia di eventi e persone che la linea della vita calicetica ha intersecato svolgendosi. Storia privata, ma non priva di osservazioni e giudizi sul variegato e complesso ente pubblico definibile come non-Giuseppe Caliceti.

Sarà che sono emiliano, pur se non reggiano come l’autore; sarà che sono nato solo due anni prima di lui; sarà questo o sarà quello, non importa, ma nei Canti emiliani dei morti qualche frammento di un me stesso antico l’ho recuperato. Un’immagine sintetica e precisa della mia generazione, per esempio: La Grande Famiglia dei Bambini Adultizzati. E poi suoni, frasi, slogan, atmosfere, oggetti, personaggi, situazioni e musiche dei tempi belli.

Ma non si sgomenti il lettor giovine: i Canti sono anche per lui, mica solo per ultraquarantenni nostalgici. Se non proprio il suo immaginario e la sua memoria, vi troverà precisi riferimenti a processi di formazione culturale, politica, etica e sessuale che dovrebbero suonargli familiari, nonché fitti rimandi alla storia della letteratura italiana degli ultimi trent’anni vista e raccontata dall’interno, utilissimo complemento a manuali e antologie scolastiche.

E tutti, dico tutti i miei connazionali troveranno nei Canti la cara Patria, fotografata nel suo glorioso cammino dal paradigma della fabbrica a quello dell’ipermercato, e vedranno con i loro occhi la curiosa metamorfosi della Sinistra Italiana da farfalla a bozzolo, da genitrice di Gramsci a figlioccia di Veltroni. Scrittura privata e pubblica, quasi un marchio di fabbrica di Giuseppe Caliceti, che già nel 2000 teneva un Diario in rete, ben prima dell’avvento dei blog.

S’accostino fiduciosi i lettori, certi che non da ombelicali strazi saranno sopraffatti, ma piuttosto accompagnati per mano dal poeta a visitare luoghi e storie che in qualche misura li riguardano. Il libro a cui si allude in queste righe ovviamente non esiste o, per meglio dire, esiste soltanto la sua immagine elettronica, liberamente trasferibile dalla dimensione pubblica della Grande Rete a quella privata del disco fisso o della stampante di casa. Scaricarlo non costa nulla, leggerlo qualcosa rende.

One Response to “Canti emiliani dei morti”

  1. Effe says:

    bello, faticoso.
    Faticoso, bello.

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