In questi giorni sbloggati mi è capitato spesso di pensare alla morte. No, niente di allarmante, tutto bene, grazie. La miscela che fa da innesco ai grigi pensieri, tutt’altro che metafisica, è più o meno questa: il rogo alla Thyssenkrupp di Torino mi ha ricordato con una certa brutalità cos’è il senso di impotenza; ho iniziato a leggere Le benevole di Littell; ho iniziato a guardare Shoah di Lanzmann; c’è la nebbia.
Nel bel mezzo di queste meditazioni, che per loro natura tendono a essere alquanto deprimenti, ho letto un post che, sembrerà strano, mi ha molto rincuorato. Sembrerà strano, dico, perché il post parla proprio di morte. Forse mi ha rincuorato perché, partendo da un dolore enorme, finisce col parlare di gioia, forse perché è commovente o forse solo perché è un gran bel racconto. Da leggere.
che poi pensare alla morte dovrebbe essere una cosa normale, non un tabu! un saluto lento