Anche la Speme,
ultima Dea, fugge i sepolcri
Leggendo questo post di Sergio Garufi su Nazione Indiana – e in particolare un riferimento ai sepolcri degli uomini illustri e ai luoghi che i medesimi frequentarono da vivi – mi è tornato in mente l’inane mio tentativo di scovare tracce del da me amatissimo Niccolò Machiavelli nei luoghi che lo videro corridore di boschi, uccellatore di tordi e gran giocatore di triche-trach.
La cosa risale a cinque anni fa, data che nel sistema di riferimento uèbbico coincide con la preistoria. Sull’episodio all’epoca ci ho pure scritto un post, che qui vado a trascrivere (sì sì, è corto, cortissimo).
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I santuari dei grandi della letteratura sono presi d’assalto dalle fameliche orde dei pellegrini letterari, disposti a percorrere qualunque distanza e a sopportare disagi inenarrabili, pur di trascinare i loro corpi mortali negli stessi luoghi che ospitarono quelli dei loro miti.
E quando raggiungono la meta, allora guardano, ascoltano, toccano tutto quello che capita loro a tiro, accecati dal desiderio perverso di congiungere i propri sensi con quelli degli scrittori.
Ma gli autori più scafati sanno farsi beffe di questi mostri. Niccolò Machiavelli, per esempio, non si fa mica fregare, lui, dagli zombi che calano a Sant’Andrea in Percussina.
La sua residenza di campagna, l’Albergaccio, dove patì il confino e dove compose le sue opere maggiori, adesso è la sede di un’azienda vinicola.
L’incauto lettore necrofilo si mette in viaggio, pregustando l’immondo rapporto carnale postumo.
Per bene che gli vada, potrà al massimo degustare un bicchierino di rosso, oltretutto vinificato con metodi del tutto ignoti all’oggetto della sua insana passione.
Io neanche quello, perché la cantina era chiusa quando sono arrivato.
Ben mi sta!
Così imparo a cercare le reliquie di un morto, quando ho sempre a portata di mano le sue pagine, che morte non sono.
ciao Luca, sono contento di averti ispirato queste belle riflessioni. Ti faccio i miei migliori auguri di buone feste. un abbraccio
Auguroni anche a te Sergio. Spero che la moleskine continui a riempirsi nell’anno nuovo.