Ho sognato che Veltroni presentava l’ultimo libro di Bruno Vespa.
A Roma.
Nella sede del quotidiano Il Tempo.
Assieme a Pier Ferdinando Casini.
Veltroni faceva i complimenti e le moine a Vespa.
Vespa chiamava Veltroni “Walter”, e Casini “Pier”.
Si davano tutti del tu.
Sembrava una rimpatriata fra vecchi amici.
Mioddio.
Poi ho scoperto che non era un sogno.
O.T. Solo per scusarmi, sabato sera non ti ho nemmeno salutato. Mi son distratto un attimo e non c’eri più.
Poi complimenti per il racconto, davvero divertente, a cavallo fra postmodernismo e neo-neo-neo-neorealismo. Alla prossima, da qualche parte.
Nema problema per il saluto, Carlo. Lo recupereremo alla prima occasione. Il racconto lo depositerò qui (appena mi ricorderò di farlo), a futura memoria di una serata interessante e divertente.
ultimamente sento un dilemma esistenziale: l’utopia è ingenuità? mi chiedo se non sono stupida a sperare, aspettarmi, indignarmi ancora. una persona intelligente non accetterebbe il fatto che in italia le cose stanno così? non è assurdo, non significa trascurare tutta la storia aspettarci dall’italia uno stato di gente civile come l’olanda?
e lo sapevo che il tuo non era un sogno. veltroni è imbarazzante non solo per la sinistra, ma poveretto per sè stesso. le sue parole sono completamente vuote, ed è il motivo per cui hanno perso le elezioni, ma non riescono a capirlo! anche adesso che sono passati mesi. la sinistra dovrebbe iniziare ad accettare il fatto che l’italia ha votato berlusconi conoscendolo e comunque pensando che fosse il male minore. il dramma della sinistra italiana è che tuttora crede che yes we can sia come abracadabra, e sono perplessi che con loro non abbia funzionato.
Doppio O.T.
Mi unisco al saluto di Carlo e lo duplico, rivolgendolo a entrambi. Mi ha fatto un grande piacere conoscervi di persona.
Quanto all’incubo, io ne faccio uno peggiore. Che quel libro, del tutto indipendentemente da ciò di cui tratta, diventi in breve tempo uno dei più venduti in Italia. E anche questo, pur essendo un incubo, non è affatto un sogno…
mi sarebbe piaciuto conoscere luigi e carlo e salutare luca.
Non era una rimpatriata, era routine quotidiana.
Comunque meglio fare attenzione a ciò che si mangia la sera, prima di coricarsi. Altrimenti il prossimo incubo sarà Massimo, che anche lui ha un sogno…
Un saluto in forte ma giustificato ritardo a Luigi e Sergio. Quanto a Uòlter, certo che è routine, ma non riesco ad abituarmici.
@ Luigi
Ho dimenticato il titolo per Neri Pozza che mi avevi consigliato. Mi ricordi? Grazie.
@ Sergio
Perché non vieni a leggere le tue cose ad Amsterdam, sarebbe un’ottima occasione.
Il titolo era “Gli scomparsi” di Daniel Mendelsohn, titolo originale “The Lost. A Search for Six of Six Millions”. Un grande libro, secondo me. Grazie a te, Carlo.
@carlo
mi piacerebbe molto, non sono mai stato ad amsterdam. il problema è che non ho niente da leggere, nel senso che “le mie cose” sono solo articoletti, e che sono povero in canna. più facile che se càpiti tu da milano io ti venga ad ascoltare. avvisami se succede. un abbraccio
Beh, intanto ho una cartella dove i tuoi “articoletti” li metto al sicuro. A volte scompaiono, non si sa mai.